GROSSETO. Nei cellulari dei connazionali in Italia si sommano le immagini degli amici ucraini che nel loro paese combattono per la vita. Viktoriya Pshenychnya, a Follonica da più di venti anni, aveva raccontato qualche giorno fa l’inferno che vivono i suoi connazionali nel suo paese. Di ieri, 10 marzo, le immagini di Mariupol. «È stato bombardato l’ospedale specialistico di neonatologia. – racconta Viktoriya – Le persone sono circondate e bloccate in città. Stamattina è arrivato un messaggio breve, c’è una vera catastrofe umanitaria, non hanno niente là, né cibo, né luce, né acqua. Ho provato di ricontattare, ma non c’è più linea».
Da questo inferno, che ha iniziato a mostrare anche le prime foto di fosse comuni fatte per seppellire amici e parenti prima possibile vista l’impossibilità di celebrare un funerale, iniziano a fuggire verso le città più lontane dai bombardamenti (ma anche verso nazioni come l’Italia) fiumi di civili ucraini, soprattutto donne e bambini.
L’accoglienza a Grosseto
Intanto a Grosseto, il lavoro per accogliere i profughi che stanno arrivando dall’Ucraina non si ferma. All’hub allestito in via Inghilterra giorno e notte si lavora per aiutare chi è scappato dalla guerra a seguire l’iter per essere accolto nelle famiglie.
«Ieri sera è arrivato un pullman dal confine con la Polonia – racconta l’assessore Riccardo Megale – A bordo c’erano soprattutto donne e bambini. Un viaggio durato più di due giorni che è stato affrontato anche da una mamma con un bambino di 4 mesi».
Ad accompagnare i 24 ucraini arrivati alle 3,30 di venerdì 11 marzo è Oleksandr, che da anni abita in Maremma e che, a 62 anni, si è messo a fare la spola con il suo paese d’origine in guerra, per portare in salvo più persone possibili.
«Siamo partiti mercoledì alle 9 di mattina – racconta Oleksandr – siamo stati molto tempo fermi alla dogana, e siamo arrivati a Grosseto prima dell’alba di venerdì. Abbiamo fatto un viaggio di circa 40 ore, con un pullman pieno di donne e bambini. Io ho 62 anni e posso entrare ed uscire dai confini ucraini senza essere fermato. Ci sono tante persone che mi chiamano da Kiev perché vogliono venire qua. Mi ha chiamato una famiglia che però aveva il bambino malato e non sono potuti partire mercoledì. Non so se potrò tornare presto là. Io ho molti familiari in Ucraina, soprattutto nipoti».
Il bus si è fermato all’Hub di via Inghilterra a Grosseto, il punto di prima accoglienza e registrazione dei profughi in arrivo (grazie anche alle mediatrici culturali presenti), che dal pomeriggio di martedì ha registrato, un totale di 135 ucraini arrivati sul nostro territorio (cifra aggiornata alle 13 di oggi, 11 marzo). Tutti i profughi sono stati sottoposti a tampone e sono risultati tutti negativi al Covid-19.
Da qui alcuni sono partiti per altre città anche fuori provincia, mentre gli altri sono già in contatto con la comunità Ucraina (che nella provincia di Grosseto conta circa 1.600 persone) per una sistemazione.
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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