SEGGIANO. C’è un olivo, a Seggiano, che cresce senza avere le radici in terra. Cresce sospeso nel vuoto, in cima al cisternone che, fino a un secolo fa, raccoglieva tutte le acque piovane del paese, da usare poi per irrigare i campi. Siamo nel contesto delle mura del paese, la grande struttura circolare è visibile dalla strada. E l’olivo, olivastra seggianese, ovviamente, è proprio in vetta. Sembra una pianta come tutte le altre, relativamente giovane (70 anni), ma viene alimentata con la tecnica aeroponica.
Si tratta di un esperimento, curata dal professor Stefano Mancuso, neurobiologo dell’università di Firenze, con cui ha collaborato l’agronomo Fabio Menchetti, che ha anche su un secondo scopo, decisamente affascinante: misurare l’intelligenza delle piante. In sostanza sono stati installati collegamenti tecnologici alle radici per la registrazione degli impulsi elettrici prodotti dall’apice radicale, che danno origine a grafici e suoni. Il linguaggio delle piante, in sostanza.
Le piante hanno una sensibilità
Secondo Mancuso pur non avendo né nervi né cervello, le piante hanno una vita sociale e quindi una certa sensibilità (i cui indizi si possono trovare in alcune cellule, gameti e batteri, in coralli o spugne e in organismi apparentemente molto primitivi come le trichoplax… che non hanno nulla che assomigli a un cervello, ma che presentano comportamenti che evocano una funzione neuronale), anche se questi attributi sono molto diversi da quelli osservati nel mondo animale.
Nel caso dell’olivo di Seggiano i sensori sono collegati alle radici per captare gli impulsi elettrici che lo attraversano, causati dalla sua interazione con vento, pioggia, sbalzi di temperatura o altri agenti esterni. Attraverso uno speciale dispositivo elettronico, questi impulsi vengono tradotti e trascritti sotto forma di una partitura musicale che fa una serenata ai visitatori.
Sette anni sospeso nel vuoto
L’olivo è stato collocato nel 2014 in vetta alla cisterna e il suo apparato radicale è sospeso nel vuoto. La cisterna, alta circa 14 metri, è realizzata in sasso matrollino, una pietra calcarea molto compatta e robusta, la stessa roccia su cui si basano le fondazioni anche delle case di tutta Seggiano.
L’olivo dunque è coltivato con tecnica aeroponica e un sistema computerizzato vaporizza acqua e sostanze nutritive all’apparato radicale al momento del bisogno.
Si tratta della più grande pianta al mondo con le radici sospese e la sua implementazione è stata testata e sviluppata nel laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale presso la School of Agriculture dell’Università di Firenze, che è il partner scientifico del progetto.
IL VIDEO – DENTRO AL CISTERNONE
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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