GROSSETO. Invasata, infame, psicopatica, nazista criminale, madre snaturata. Sono solo alcune delle offese della “shitstorm” (letteralmente “tempesta di m…a”, neologismo coniato per descrivere gli attacchi di odio in rete) che si è abbattuta negli ultimi due mesi su Sara Restante, attraverso i social.
Lei è una madre grossetana “colpevole” di aver vaccinato contro il Covid la figlia di 10 anni, con sindrome di Down. Peraltro è anche la presidente dell’Aipd, l’associazione che raccoglie le persone down e i loro familiari, impegnata nel volontariato a supporto di chi come lei deve affrontare le difficoltà della disabilità.
Finora ha taciuto, limitandosi a rispondere direttamente ai commenti, passando sopra alle farneticazioni dei no-vax, senza cedere alla tentazione di passare alle vie legali. Poi dopo gli ultimi eventi che hanno coinvolto un’altra madre, questa volta contraria alle vaccinazioni, ha deciso di rendere nota la sua storia.
«Tutto è iniziato il 28 dicembre scorso, quando il presidente della regione Giani ha pubblicato, con il mio permesso, sulla propria pagina facebook, una foto di mia figlia Ginevra dopo il vaccino. Come ha fatto del resto con molti altri piccoli nelle settimane successive. Da quel momento si è scatenata la shitstorm che ha toccato tali punte di odio e farneticazione da lasciarmi senza parole», racconta Sara Restante.
«In un primo momento ho pensato di rivolgermi alla polizia postale, poi, dato il livello dei commenti, che faccio fatica anche a ripetere tanto sono deliranti, ho pensato che non meritassero nemmeno lo sforzo di una denuncia. Ho risposto, ma anche anche in questo caso era tempo perso. Poi, qualche giorno fa, il gesto eclatante di un’altra persona che è stata elevata a paladina delle battaglie per la giustizia, mi ha indotto a raccontare questa storia».
Una vicenda che ha dell’incredibile, perché coinvolge una bambina fragile, anzi fragilissima, che è viva grazie ai progressi della scienza e della medicina. Quegli stessi progressi che i no-vax integralisti negano a dispetto di ogni evidenza e non solo per il vaccino contro il Covid. «Ginevra ha subito un intervento cardiotoracico quando aveva 13 mesi, è nata immunodepressa – dice Restante – e io lo so bene cosa vuol dire stare in terapia intensiva. Non posso tollerare di sentirmi dire certe cose e essere giudicata nel mio ruolo di madre. Il mondo sta andando al contrario».
«Non rischio la vita di mio figlio per salvare tua figlia»
Il commento che più ha ferito Sara Restante, insieme a quelli che paragonano il vaccino e l’obbligo del green pass alla persecuzione degli ebrei e alla Shoa, suona più o meno così: «Non rischio la vita di mio figlio per salvare tua figlia che è disabile». Tutto scritto su bacheche pubbliche e aperte, sottolinea Sara, accusata anche di aver discriminato altri bambini e ragazzi non vaccinati.
«E pensare che ho portato avanti il lavoro di volontariato all’Aib durante la pandemia, mettendo a disposizione tutto il tempo che avevo perché i bambini e i ragazzi che noi aiutiamo non si sentissero ancora più soli. E tutto in piena sicurezza e nel rispetto delle norme anti-contagio. Ma questo non conta, devo sentirmi dire che ho permesso che a mia figlia venisse iniettato un siero pericoloso e dannoso. Per fortuna ci sono anche tante persone che mi sostengono e che stanno dalla mia parte. A tutti gli altri che in questi mesi non hanno avuto di meglio da fare che offendermi su facebook, dico una cosa sola: Fatevi curare!!!».
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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