GROSSETO. Pestati a calci e pugni sulle Mura. A 15 anni. Pestati da una banda di una trentina di ragazzi, più o meno della stessa età che, probabilmente caricati da un consumo eccessivo di alcol, hanno usato una scusa per creare il caso e poi li hanno aggrediti. Solo la ragazzina che era con loro è stata risparmiata.
I due quindicenni hanno riportato contusioni un po’ ovunque, uno di loro ha un labbro rotto, l’altro un ginocchio sanguinante. E sono doloranti dappertutto.
È successo in una sera in cui centinaia e centinaia di ragazzi, che con tutti i locali chiusi non hanno altro da fare, si riversano nel centro cittadino e consumano di tutto, fino a tarda notte, quando gli animi si surriscaldano. E quando si cercano occasioni di “divertimento” che sfociano in risse, aggressioni, in qualche caso anche con coltelli.
Dopo una serie di episodi inquietanti pareva che, con l’estensione del servizio di controllo dei vigili urbani alle 3 di notte, e la presenza del cane antidroga, fosse stato un fine settimana più tranquillo.
Ma, evidentemente, i vigili urbani non possono essere ovunque. E l’aggressione è avvenuta nella zona del Cinghialino, sopra alla stradina a fianco del teatro degli Industri. Un po’ fuori dal quadrilatero della movida, compreso fra via Garibaldi, piazza Mensini e via Vinzaglio. Una zona, però, coperta da almeno tre telecamere. Che qualcosa avranno registrato.
L’aggressione con una scusa, intorno alle 23,30
È il padre di uno dei ragazzi aggrediti e pestati che ci racconta cosa è successo: «Mio figlio la sera esce da poco tempo, ha solo 15 anni. E deve anche rientrare presto. Gli abbiamo dato una buona educazione, in casa parliamo molto, ma stavolta è caduto in una trappola».
Erano, più o meno, le 23,30 quando il ragazzo era sulle Mura con due amici e un’amica. La “banda” degli aggressori si trovava di sotto, nella strada che dagli Industri porta all’arco che consente di uscire in via Manetti. Uno del gruppone ha usato una scusa per attaccare la discussione. Un banale espediente, di chi, probabilmente, non è la prima volta che compie gesta di questo genere.
Come uno dei quattro ha risposto, tutti quelli del gruppo sono saliti a corsa di sopra. Non aspettavano altro che una scintilla. Un breve inseguimento e, poco più in là, il pestaggio. Uno dei quattro è riuscito a fuggire, la ragazza è stata… risparmiata, in due sono stati colpiti a terra più volte, mentre in qualche modo tentavano di coprirsi la testa. Poi il gruppo, ridendo, è fuggito.
«Mio figlio, dolorante e impaurito, mi ha chiamato, abbiamo fatto subito il 112. I carabinieri hanno mandato i vigili urbani, ma ormai gli aggressori erano fuggiti. La mattina dopo sono andato dai carabinieri, spiegando che ci sono anche le telecamere (una sul lato degli Industri, due sotto all’arco, ndr). Possiamo fare denuncia contro ignoti, ma decideremo insieme all’altra famiglia».
Inoltre altri ragazzini sono stati aggrediti e dovrebbe essere la stessa banda, composta solo da minorenni. E in certe sere, spesso, al pronto soccorso arrivano ragazzi che sono stati pestati.
«A mio figlio è andata abbastanza bene, in fondo. Ma in questa città c’è un sommerso che sfugge, c’è un problema che deve essere affrontato».
«Non mi va – prosegue – che ogni sabato sera si corrano certi rischi. Non mi va che si dica che non c’è nulla da fare. E non mi va neppure di doverlo tenere chiuso in casa perché là fuori non è al sicuro. Nonostante la pandemia è giusto che socializzi e si confronti, ma in un contesto diverso da questo».
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