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Il vitigno raro che regala vini unici: nasce la Comunità Slow Food

16 produttori si riuniscono per tutelare un vitigno a rischio di estinzione: in tutta la Toscana ce ne sono solo 30 ettari
Grappoli di pugnitello, il vitigno raro coltivato in Maremma
Grappoli di pugnitello, il vitigno raro coltivato in Maremma

GROSSETO. Non lo conoscono in molti il pugnitello, un vitigno autoctono della Toscana e della Maremma in particolare che, negli anni ’80, è stato riscoperto dall’università di Firenze. Un vitigno particolare, con il grappolo piccolo (si chiama così perché sembra un pugno), che regala vini eccezionali e molto curiosi, sia che venga vinificato in rosso, in purezza sia che, come fanno alcune aziende, venga vinificato rosè.

Dal pugnitello si ottiene un vino di colore rosso rubino molto intenso, erbaceo all’olfatto, con note di mirtillo e frutti maturi, ma anche chiodi di garofano e tabacco. Al gusto è rotondo, con elevata gradazione alcolica, tannini molto fini e una buona acidità. 

Un vino eccezionale, da provare, diverso da quelli più comuni. Anche se il pugnitello è a rischio estinzione, perché in tutta la Toscana, unica regione dove è diffuso, sono coltivati a pugnitello appena 30 ettari di vigne, gran parte delle quali in Maremma.

Nasce la Comunità Slow Food del Pugnitello di Maremma

Domenica 26 a Bologna, in occasione della Slow Wine Fair, si inaugura la nuova Comunità Slow Food del Pugnitello di Maremma.

Nata a Magliano in Toscana, ha l’obiettivo di tutelare la biodiversità e, nello specifico, salvaguardare e valorizzare il pugnitello, un antico vitigno autoctono riscoperto nella provincia di Grosseto e oggi a rischio di estinzione.

La Comunità del Pugnitello di Maremma nasce dall’incontro di produttori, appassionati del vitigno e professionisti del settore con la volontà di custodire e diffondere l’unicità di un vitigno autoctono che stava scomparendo.

Una Comunità figlia di un territorio meraviglioso, quello maremmano, vocato alla viticoltura fin dai tempi degli Etruschi, dove la varietà dei microclimi dà vita ad un ricchissimo patrimonio di biodiversità.

La Comunità coinvolge 16 persone – e tra queste due “coltivatori custodi” appartenenti alla rete di protezione della biodiversità istituita dalla Regione Toscana – che hanno preso l’impegno concreto di salvare questo antico vitigno e promuovere i vini da esso prodotti, organizzando eventi ed iniziative di comunicazione e degustazione.

«Il rispetto per l’ambiente è un valore fondamentale per noi – dichiara la portavoce della Comunità, Paola Presti – ma la Comunità del Pugnitello vuole essere anche un laboratorio di idee e di buone pratiche, per incentivare la produzione e la fruizione di un vino sempre più pulito».

«Da questo punto di vista, le caratteristiche intrinseche del pugnitello ci aiutano: essendo ricco di difese naturali quali polifenoli e tannini, questo vitigno è particolarmente adatto alla vinificazione senza solfiti aggiunti» .

«Vorrei infine esprimere un altro dei nostri valori cardine: uniti in una Comunità siamo più forti, e ancor di più lo siamo lavorando in sinergia e reciproco supporto con le altre realtà che operano sul nostro territorio e che hanno a cuore i nostri stessi obiettivi».

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