Violenza sulle donne, 140 femminicidi in Toscana. I casi in Maremma | MaremmaOggi Skip to content

Violenza sulle donne, 140 femminicidi in Toscana. I casi in Maremma

I numeri della Regione sulle donne vittime di violenza: i dati sono in aumento. E anche la Maremma non va meglio. La manifestazione del collettivo Woman talking
Piazza Dante a Grosseto coperta con dei lavori a maglia per il contrasto della violenza sulle donne

GROSSETO. Uccise per mano dei violenti, stuprate, toccate, violate, sottovalutate e depersonalizzate: queste sono solo alcune delle cose che vivono le donne di tutto il mondo ogni giorno.

Tutto ciò accade anche nella provincia di Grosseto. I numeri che aumentano di anno in anno: in Toscana nel 2021 ci sono stati 275 interventi per maltrattamenti, nel 2022 246 e nel 2023 sono stati 352

I dati non tranquillizzano affatto: in Toscana dal 2006 al 2023 ci sono stati 140 femminicidi., 6 nel 2023.

E i violenti sono soprattutto gli italiani: il 77% degli assassini sono nostri connazionali.

Per quanto riguarda la provincia di Grosseto ci sono state 84 chiamate al 1522 nei primi 6 mesi del 2024, di cui 25 effettuate da vittime e 59 da altre persone. Gli accessi con il codice rosa nella provincia di Grosseto nel 2023 sono stati 254

La violenza ha diverse forme e per chi la subisce è fondamentale trovare un posto dove possa sentirsi accolta.

«Abbiamo creato un posto dove poter affrontare i temi legati alla violenza di genere e nel nostro piccolo diamo sostegno – dice Sara Antonazzi del collettivo Woman talking – In poco più di un anno siamo diventate 50 ragazze e accogliamo chiunque ne abbia bisogno».

I dati della Regione

Gli accessi nei centri antiviolenza in Toscana sono 4.540 nel 2023, mentre gli accessi con il codice rosa sono stati 2.302. Molte donne hanno subito una qualche forma di violenza: i dati del 2014 mostrano che, su 100 donne, dai 16 ai 70 anni con caratteristiche simili, il 33,6% delle intervistate ha dichiarato di aver subito violenza fisica o sessuale da partner, ex partener o non partner.

Nella provincia di Grosseto ci sono state 190 segnalazioni per maltrattamenti e 13 abusi ad adulti. Mentre per i minori ci sono state 51 segnalazioni, di cui 3 abusi e 48 maltrattamenti.

Mentre i centri per uomini autori o potenziali autori di violenza (CUAV) hanno visto un’impennata negli accessi: fra il 2022 e il 2023 sono aumentati del 135%, passando da 280 a 659.

Ma c’è anche un dato che rassicura, il 40% degli uomini non concludeva il percorso nei CUAV nel 2022, mentre nel 2023 la percentuale si è diminuita drasticamente, scendendo al 22,3%. Gli uomini che accedono ai CUAV sono principalmente italiani, nel 2022  la percentuale degli italiani presenti era al 71% e nel 2023 è scesa al 70,6%.

Ogni forma di violenza verso le donne deriva da una società che va cambiata e la chiave per farlo è la sensibilizzazione e la comprensione verso la vittima.

Vittima uccisa anche dopo aver denunciato

Qualche volta è successo, a causa di un malfunzionamento dei braccialetti elettronici.

Nella provincia di Grosseto ad una ragazza è andata bene solo grazie ai carabinieri.

Il suo ex fidanzato le stava facendo stalking, tanto che le autorità giudiziarie gli hanno messo la cavigliera, che non ha funzionato. Lei lo ha trovato a casa sua mentre suonava il campanello.

Fortunatamente in questo caso i carabinieri hanno arrestato il ragazzo prima che potesse fare qualcosa di avventato.

Per contrastare la violenza serve la sensibilizzazione

La violenza di genere ha mille sfaccettature diverse: stupro, femminicidio, molestie sessuali, oggettivazione del corpo, dipendenza economica e chi più ne ha ne metta. E tutte sono forme di violenza gravi, mirate a spengere voci.

Fortunatamente ci sono voci che non si spengono, come quella del collettivo Woman talking, un’associazione di ragazze stanche di subire e che hanno deciso di riunirsi per sostenersi a vicenda.

«Il nostro collettivo è nato nel 2023 e poco dopo la morte di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta e la piazza grossetana era vuota durante le manifestazioni – dice Sara Antonazzi – Noi abbiamo deciso di riempire la piazza, per farci sentire, sollevare una luce sul tema e provare a smuovere gli animi della città. Secondo noi le istituzioni dovrebbero iniziare ad educare i bambini nelle scuole all’uguaglianza e ad ascoltare di più le vittime, per poter scardinare la violenza di genere con la sensibilizzazione».

Un altro tassello importante è l’accoglienza verso chi subisce atteggiamenti ingiusti solo perché donne.

«Ci impegniamo ad ascoltare e accogliere chi subisce qualche forma di violenza – dice Ginevra Detti – Siamo un nodo d’incontro di ragazze che si sostengono nella vita di tutti i giorni e ci scambiamo strumenti e consigli per vivere più leggere in questo mondo, che spesso è maschilista».

Per chiunque fosse vittima di violenza ricordiamo che il 1522 è sempre attivo. Inoltre è possibile mettersi in contatto con gli operatori del 1522 anche attraverso una chat. Per chiedere aiuto basta CLICCARE QUI.

La manifestazione in centro di sabato 23

Tante donne hanno partecipato, sabato sera, alla manifestazione organizzata in centro storico dal collettivo Woman talking.

Affissi i nomi delle tante donne uccise, con la data dell’omicidio. Al centro uno striscione “La violenza non è importata, ma radicata“.

Fra gli altri slogan ““Il maschio violento non è malato. È il figlio sano del patriarcato”.

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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