Vigili con il cane antidroga. E in centro niente risse | MaremmaOggi Skip to content

Vigili con il cane antidroga. E in centro niente risse

L’assessore Megale: «L’estensione del servizio ha dato risultati. Ma ora i locali pensino anche ad una sorveglianza privata»
Un vigile urbano con il cane antidroga in via San Martino
Un vigile urbano con il cane antidroga in via San Martino

GROSSETO. Alla fine una soluzione, almeno parziale, è stata trovata. Venerdì 14 e sabato 15, fino alle 3 di notte, i vigili urbani hanno raddoppiato la presenza nel centro storico di Grosseto. E si sono portati anche il cane antidroga. In più sono passati a intervalli regolari sia i carabinieri (venerdì) e la polizia (sabato). Risultato? È stato il primo fine settimana, da tempo, senza risse o episodi di vandalismo.

Certo, dopo quanto avvenuto in tutto il mese di dicembre e all’inizio di gennaio, non è detto che basti. Però è una prima risposta alle proteste dei residenti e dei commercianti.

L’assessore Megale: «Si pensi anche alla vigilanza privata»

L’assessore alla sicurezza, Riccardo Megale, ringrazia la polizia municipale: «Sono contento perché – ci dice – quando con il comandante abbiamo chiesto di fare straordinari notturni, nessuno ha detto di no. Questo ci ha consentito di allungare il turno dei controlli fino alle 3 di notte, a piedi e in macchina. E con il cane antidroga. Abbiamo fatto una prova in questo fine settimana e mi pare che i risultati ci siano, anche grazie alla collaborazione di polizia e carabinieri».

I vigili urbani in piazza Mensini
I vigili urbani in piazza Mensini

Non sono mancati i cori dei ragazzini contro i vigili, ma il servizio ha impedito che la serata, come era successo in altre occasioni, degenerasse: «Sì, ci siamo presi qualche coro offensivo, ma la cosa è finita lì per fortuna. Il problema, però, è che soprattutto il sabato il centro è pienissimo. Le discoteche sono chiuse e i ragazzi vengono tutti in centro storico e prendono d’assalto i locali. I quali, a mio avviso, dovrebbero dotarsi di una sorveglianza propria».

Quindi dei vigilantes?

«Sia chiaro, noi dobbiamo esserci e ci saremo. Ma noi dobbiamo occuparci di intervenire quando succede qualcosa. La sicurezza “interna” ai locali non possiamo farla. Se c’è da dire a un ragazzo che deve smettere di bere o che sta esagerando, meglio un buttafuori. Ora incontrerò le associazioni, per vedere se, con un bando pubblico che li finanzi, riescano a organizzarsi in questo senso».


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