GROSSETO. Via san Martino è una delle vie più belle del centro storico di Grosseto, con tanti piccoli negozi e qualche ristorante. Attività che lentamente stanno chiudendo, come è successo a Madamadorè e al Tuscany.
Anche il negozio di Camarri dedicato alle scarpe per i più piccoli si sta trasferendo. Una situazione che sembra tragica, ma c’è chi resiste, si impegna e spinge affinché via San Martino torni viva.
«È poco che ho aperto in questa via, ma qua le cose mi vanno molto bene. Ho trovato clienti diversi e ne ho perso qualcuno che veniva nel negozio in via Ricasoli – dice Giulia Simoni, di Retrò – Noi qua facciamo tutto quello che possiamo e del nostro meglio: lavoriamo, stiamo aperti e sistemiamo tutto quello che possiamo. Quest’anno metteremo anche molti più addobbi per le feste».
Il fenomeno delle chiusure deriva da molte cose: l’inflazione, gli stipendi non adeguati al costo della vita e anche dalla percezione della sicurezza nel centro della città.
«Le persone non si sentono sicure a venire in centro appena cala il sole, ma non ce n’è motivo – dice Jessica Romano, di Mondo di Pietra – Le cose succedono ed è vero, ma basterebbe ripopolare il centro per far sì che certe cose non accadano».
Le chiusure di via San Martino
Un situazione economica incerta, con i prezzi alle stelle e i costi di apertura alti non creano un momento florido per le attività commerciali. Anzi le mette sotto scacco, perché le persone riescono a stento ad arrivare a fine mese. Basti pensare all’inflazione, che a settembre 2024 è in calo dello 0,7%, ma il prezzo del carrello della spesa è salito dell’1,1%.
Insomma per i consumatori non è semplice spendere per sé, di questo ne risentono anche le attività che offrono beni o servizi non essenziali, che si trovano spesso sul filo del rasoio.
È un cane che si morde la coda: i consumatori non possono spendere, il piccolo commerciante non lavora, poi non riesce a sostenere le spese e, infine chiude oppure, per chi ci riesce, sposta l’attività.
E questa sembra essere la sorte di via san Martino, ma ci sono anche alcuni imprenditori che resistono e investono nella via.
Nella via in poco tempo chiuderanno due attività e una si sposterà. Lo storico Madamadorè e il ristorante Tuscany abbassano le loro serrande e spengono le insegne, mentre il negozio Camarri si sposta in via Ricasoli.
«Ho deciso di spostare l’attività, perché il passaggio di persone si è spostato nella via centrale del centro. E poi ho la necessità di accorpare le attività visto l’assenza di personale – dice Riccardo Colasanti – Credo che sia necessario una collaborazione fra istituzioni, associazioni e commercianti per risollevare la situazione del centro storico, anche perché in centro non c’è una valida alternativa ai centri commerciali e agli acquisti online. Ma sono sicuro che passione e dedizione faranno sempre la differenza e che la situazione migliorerà».
I commercianti: «Noi ci impegniamo e investiamo nella via»
Non sempre la colpa può essere data ai titolari e sempre più commenti negativi spopolano sui social network. Ed è vero in centro c’è la delinquenza come in ogni altro angolo della città, ma è anche vero che se le persone venissero di più in centro ci salirebbe il livello di sicurezza percepito ed effettivo.
Le idee fra i titolari sono tante per far tornare il centro il diamante della città, ma serve loro un aiuto anche dall’amministrazione comunale.
«Noi siamo aperti, curiamo l’esterno e l’interno del negozio, investiamo anche negli allestimenti della via e chi di noi riesce è anche attivo sui social – dice Giulia – Per noi sarebbe importante ricevere anche un aiuto dall’amministrazione per incentivare le persone a venire in centro. Non so magari il parcheggio gratuito durante le feste, come hanno fatto dopo il Covid-19, o far mettere delle foto della città nelle vetrine dei fondi chiusi».
Della stessa opinione è Maria Cristina Magnani di Cartoonia.
«Riportare gli uffici in centro, creare alcuni eventi e sistemare per bene le strade, ci aiuterebbe molto – dice – Le vie più pulite e curate sarebbero più apprezzate da tutti. Noi ci mettiamo tanto impegno e sacrificio nei nostri negozi, ma un incentivo per creare del passaggio non guasterebbe».
Secondo Giulio Capecchi di Mahzel è necessario l’intervento del Comune.
«Noi facciamo tutto quello che possiamo, ma certe cose non spettano a noi – dice – Secondo me con più cura degli spazi verdi, più pulizia, eventi e qualcosa di caretteristico, come un museo sui butteri, farebbero la differenza. Basti pensare che quest’anno i turisti arrivavano a Grosseto il giovedì mattina con il mercato».
Il tema più spigoloso è sicuramente il livello di sicurezza percepito in città.
«Il centro va vissuto in maniera sana e con più persone il livello di sicurezza salirebbe – dice Romano – Se necessario siamo disposti a mettere anche i ranger fra le vie. Anche quando io avevo 16 anni c’era la delinquenza in centro, ma sapevamo che non dovevamo dare confidenza a quella gente e finiva lì».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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