ISOLA DEL GIGLIO. La Regione Toscana, con la delibera 813/2022, ha approvato un nuovo piano di “prelievi” di mufloni all’isola del Giglio. Stabilendo un calendario durante il quale sono possibili gli abbattimenti:
- maschi adulti (arieti classe II, III e IV) dal 1° agosto al 30 settembre 2022 e dal 1° novembre 2022 al 15 marzo 2023
- maschi giovani (binelli) dal 1° agosto al 30 settembre 2022 e dal 1° novembre 2022 al 15 marzo 2023
- femmine adulte, sottili e piccoli (entrambi i sessi) dal 1° novembre 2022 al 31 gennaio 2023
Il piano, dettato dai problemi causati all’agricoltura da questi animali, sta scatenando le ire degli ambientalisti e degli animalisti.
La Lndc: «Uccidono i mufloni, vanno fermati»
Una dura nota arriva da Lndc Animal Protection, la Lega nazionale per la difesa del cane.
«La giunta regionale della Toscana ha emesso una delibera con cui ha approvato il “prelievo” di un determinato numero di mufloni, comprese femmine giovani, gravide e i loro cuccioli. Nel gergo amministrativo, “prelievo” è una parola neutra per edulcorare un concetto molto più cruento: uccisione. Tra le motivazioni addotte ci sarebbero i danni che questi animali farebbero alle coltivazioni delle zone in cui sono concentrati. Danni che però sarebbero smentiti da diversi cittadini e agricoltori che si sono riuniti nel comitato Save Giglio proprio con l’intenzione di proteggere questo animale ormai simbolo dell’isola».
«Ho scritto una lettera al presidente della Regione Toscana (Link alla lettera https://www.legadelcane.org/rassegna-stampa/lndc-scrive-al-presidente-della-regione-toscana/ ) esprimendo la mia indignazione per questa orribile mattanza che non trova alcuna giustificazione, nonostante abbia ricevuto il parere favorevole dell’Ispra, cosa che mi lascia francamente perplessa – fa sapere Piera Rosati, presidente Lndc Animal Protection -. Una cosa abbastanza inquietante è che nella stessa delibera si parla di trofei e questo farebbe del tutto pensare all’ennesimo regalo alla lobby venatoria affinché i cacciatori possano sfogare i loro più bassi istinti e riportarsi a casa pezzi di cadavere da esporre per dimostrare chissà cosa. Tutto questo in barba a qualsiasi concetto di tutela della biodiversità e della fauna selvatica, che è patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti i cittadini».
«Ho espresso quindi al presidente della Regione le mie perplessità sulle reali motivazioni che hanno portato a questa decisione, visto che gli stessi agricoltori del posto non lamentano danni così ingenti e che possono essere facilmente prevenuti, e l’ho invitato a fare marcia indietro per tutelare un animale che è stato introdotto nel territorio per un progetto di conservazione della specie, all’epoca seriamente a rischio di estinzione. Ora che il muflone è diventato un simbolo ed è amato da tutti come caratteristico della zona, si decide invece di ucciderli e sterminare anche i cuccioli. Una decisione completamente folle e incomprensibile», conclude Rosati.
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