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Via alla stagione delle sagre in maremma dei prodotti tipici

Da aprile-maggio a settembre-ottobre la Maremma è piena di sagre, dedicate ai prodotti tipici. Ecco come scegliere quali visitare
Sagre in Maremma con i prodotti tipici maremmani: ecco dove mangiare in Maremma
Sagre in Maremma con i prodotti tipici maremmani: ecco dove mangiare in Maremma

GROSSETO. Una vacanza in Maremma non è solo mare, arte, natura, paesaggi mozzafiato: una vacanza in questa terra meravigliosa è anche una vacanza enogastronomica, attraverso i prodotti tipici maremmani e il tour di quelle che sono da decenni le manifestazioni popolari più amate: le sagre in Maremma.

Le sagre in Maremma offrono un’occasione per immergersi nella cultura e nella tradizione culinaria locale, scoprendo i sapori autentici di questa terra accogliente e affascinante.

Da aprile-maggio fino a settembre-ottobre ogni angolo della Maremma propone una sagra che celebra un prodotto tipico della zona.

Ecco dove mangiare in Maremma i prodotti tipici.

QUI la guida completa alle sagre in Maremma 2023

Sagre in Maremma e prodotti tipici, come scegliere

Ce n’è per tutti i gusti, ma consigliamo di scegliere, anche in questo 2023, le sagre che celebrano i prodotti tipici della Maremma e i piatti della tradizione maremmana.

Non vi perdete, in particolare, le sagre dedicate al tortello maremmano e al cinghiale. E, attenzione, sono entrambi piatti che hanno piccole variazioni da zona a zona, a seconda della maestria delle donne della zona, ciascuna delle quali ha il proprio segreto in cucina.

Il tortello maremmano

È il piatto principe della Maremma, più del cinghiale, anche se spesso è abbinato proprio al ragù fatto con il cinghiale stesso.

Ci sono piccole varianti da una zona all’altra, ma si tratta di una pasta ripiena, con la sfoglia preparata con farina, uova, acqua e un pizzico di sale. Tirata molto molto fina.

Il ripieno è a base di ricotta e spinaci, ma qui ci sono le prime varianti: c’è chi usa le bietole, al posto degli spinaci, chi addirittura le ortiche. E la ricotta spesso è mista, cioè di mucca e di pecora, ma viene usata anche quella solo di pecora, che è più saporita.

E ancora: c’è chi li ama più verdi, quindi con una percentuale di spinaci più alta, e c’è chi li ama più bianchi. C’è chi aggiunge il parmigiano, anche la noce moscata, oltre a sale e, in qualche caso, un pizzico di pepe.

Le dimensioni possono variare, ma sono più grandi dei ravioli fatti in altre zone d’Italia: si arriva anche a tortelli grandi come una mano, ricchi di ripieno. Un paio nel piatto sono quasi un pasto completo.

E poi c’è il “marciapiede“. Che sarebbe quella parte di pasta che si salda a quella di sotto, senza ripieno, che viene schiacciata con la forchetta, lasciando i segni. Anche qui, sono varie le “scuole di pensiero”: c’è chi lo fa piccolo, chi lo preferisce lungo, che raccolga il sugo.

Sagre dedicate al tortello si trovano ovunque in Maremma, le più conosciute sono quella a Poggioferro (Scansano), al Cristo (Marina di Grosseto) e a Marrucheti.

Il cinghiale alla maremmana

La Maremma è terra di cacciatori, l’attività venatoria è parte della storia di questa terra, che attira appassionati da mezza Italia. E la caccia al cinghiale, fatta da squadre di cacciatori, va da novembre a tutto gennaio. Il cinghiale in Maremma è presente in numeri enormi, si riproduce con facilità e domina boschi e campagne.

La carne di cinghiale è molto saporita e in Maremma viene cucinata in tanti modi diversi, anche se alla base, per tutte le ricette, c’è la marinatura della carne, indispensabile per togliere il retrogusto selvatico. Ogni cuoca ha la sua ricetta, ma la carne viene tenuta per ore in una ciotola di vino rosso con cipolla tritata, carote, sedano, aglio, alloro, rosmarino, salvia, peperoncino (se desiderato)  e un filo d’olio extravergine di oliva.

La lunga cottura è indispensabile, anche 3-4 ore, ma gi ingredienti variano da zona a zona. Spesso il cinghiale è “rosso”, quindi con tanto pomodoro, ma si trova anche in bianco. C’è chi aggiunge le olive nere. In qualche caso viene cucinato in bianco con le mele. Tutte varianti da provare.

Sagre dedicate al cinghiale si trovano in ogni zona della Maremma, da Capalbio, a Magliano, a Rispescia.

Dai pici al pesce, una sagra per tutti i gusti

I prodotti tipici maremmani offrono grandi varianti per gli amanti dell’enogastronomia e le sagre sono per tutti i gusti.

Molte sono quelle dedicate ai pici, una sorta di spaghetti fatti a mano, di dimensioni più grandi, da condire con sugo di carne e di cinghiale. Anche se la tradizione del picio è più di origine senese, anche in Maremma molte donne sono bravissime nel prepararli, abbinandoli ai sughi saporiti. 

A Seggiano c’è la sagra dedicata al picio, una viene fatta a Follonica, ma altre sono in programma un po’ in tutta la Maremma.

Sagre sono dedicate anche ad altri tipi di pasta fatta a mano, dagli gnocchi agli “strozzapreti” (la sagra è a Sticciano), pasta fatta a mano solo con acqua e farina.

Andando verso il mare ecco le sagre a base di pesce pescato nel mare generoso della Maremma, da Castiglione, a Talamone, a Orbetello: merita esplorare questi territori meravigliosi e sperimentare.

QUI la guida completa alle sagre in Maremma 2023

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