VETULONIA. “Che cos’è per te il Palio?”: così l’associazione Amici di Vetulonia Aps ha chiesto ai suoi concittadini ed a tutti gli amanti del paese di Vetulonia di descrivere il tradizionale Palio dei Ciuchi, quest’anno alla sua 71° edizione, in programma il 2 e 3 settembre.
«Abbiamo fatto questa scelta – scrive Alessia Bai – perché per parlare di “Palio” non possiamo limitarci a descrivere come si svolge o da quanti anni viene organizzato, il Palio è molto di più: per tutti noi vetuloniesi di nascita o “acquisiti” non si tratta solo di un evento ma di un insieme di ricordi, emozioni, colori e suoni difficilmente descrivibili».
«Nei mesi estivi abbiamo raccolto tanti audio, messaggi, lettere in cui ognuno ha raccontato quello che i giorni della “festa di settembre” riescono a trasmettere a grandi e piccini da più di 70 anni».
Le voci della gente di Vetulonia
“Il Palio è un modo per tornare indietro nel tempo, per rivivere anche se per un giorno il mio essere bambino: è il ricordo dei nonni vivi e del paese in festa”
Il Palio viene da sempre celebrato la prima domenica di settembre.
Il sabato sera si svolge la tradizionale processione in onore della Madonna del Buon Consiglio: la parte “sacra” della festa, che apre poi le danze all’unione tra “sacro e profano” della domenica che si apre con la rivelazione del drappo (il cui artista è sconosciuto fino a quel momento) e la sua benedizione sul sagrato della chiesa dei Santi Simone e Giuda, il tutto accompagnato dal suono dei tamburini.
«Il pomeriggio l’aria ha un altro sapore: si inizia a percepire l’ansia della corsa, la voglia di suonare il tamburo per le vie e quella di sfilare con i vestiti delle proprie contrade. I visitatori arrivano e per tutto il paese si diffonde un brusio che sa di festa».
«Tra gli spettatori negli anni abbiamo riconosciuto i nostri nonni, genitori, amici… Che con occhi sognanti ci hanno guardato portare avanti questa importante tradizione. È sempre strano con il passare degli anni non trovare più quegli sguardi tra la gente, eppure ognuno di noi in quegli attimi rivede le persone che non ci sono più in tutti gli angoli in cui erano soliti stare per ammirare lo spettacolo della sfilata».
“Il palio è attese, colori e profumi che si rivivono ogni anno: è la realizzazione di un sogno ed il passaggio di testimone dai nonni, ai figli, ai nipoti”
«Durante il corteo storico le quattro contrade Borgo, Colonna, San Guglielmo e Torre sfilano ognuna con un capitano, una dama, due paggetti e quattro sbandieratori: è sempre un’emozione vedere i propri figli vestirsi per la prima volta da paggetti, sfilare insieme ai propri amici, vedere coppie nei panni di “capitano e dama” sorridersi durante questa passeggiata solenne.
Sono i tamburini a dare il via alla sfilata partendo dall’inizio del paese, il loro suono echeggia tra le vie: che il Palio abbia inizio».
“Il palio è la gara, il tifo per i propri colori, la rabbia di chi perde e la gioia di chi vince. Durante il palio ridi e urli, prendi in giro e ti fai prendere in giro. Vetulonia è vivace e colorata, i giorni del Palio sono quelli in cui Vetulonia vive veramente”
«I figuranti attendono nella propria contrada l’arrivo dei tamburini che li accompagneranno davanti alla chiesa per la benedizione dei fantini. C’è silenzio nella piazza durante questo rito, ma in sottofondo si sente il brusio dei ragazzi che si prendono in giro, che ridono e che ripetono “quest’anno vinciamo noi”. Da quel momento ha inizio il vero e proprio corteo storico».
«Le contrade sfilano insieme verso il campo di gara, i capitani e le dame tengono la mano ai piccoli paggetti che con facce serissime, smorfie e sorrisi sono forse l’elemento più bello di tutta la sfilata; dietro di loro i quattro sbandieratori, mai tutti della stessa età o generazione, portano sulle spalle le bandiere colorate».
«L’arrivo al campo di gara è uno dei momenti più emozionanti: manca sempre meno alla corsa e la trepidazione si percepisce nell’aria. I figuranti ed i tamburini entrano nel circuito “alla tonda”, i visitatori si posizionano dietro le transenne e si procede alla benedizione dei ciuchi, amati e venerati dai paesani. Il ciuco per Vetulonia e per la Maremma del secolo scorso è stata una risorsa importantissima per il lavoro e la vita quotidiana di ogni famiglia ed oggi l’amore per questi animali non è cambiato, anzi si è intensificato ancora di più».
Il momento del Palio
«È arrivato il momento, le contrade si posizionano all’esterno del circuito, cala il silenzio e si attende l’estrazione delle posizioni. Ogni volta che viene detto il nome di una contrada si alza per un momento il brusio, per poi tornare ad un religioso silenzio».
«La mossa, si sa, è un attimo che può durare un minuto oppure un’ora, ma quando i ciuchi sono allineati per la partenza bastano le due parole “Santa Maria” per far cambiare in un lampo tutta l’atmosfera: sono partiti, si sentono urla, applausi, risate, offese, incitazioni…»
«Cinque giri e scopriremo chi sarà la contrada vincitrice».
«Non vogliamo descrivervi il momento della vittoria, i rumori e le emozioni che arrivano prepotenti subito dopo il taglio del traguardo… Questo dovrete venire a viverlo in prima persona!»
Alessia Bai Amici di Vetulonia Aps
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