GROSSETO. La ricorrenza di venerdì 17, specialmente in Italia, è una data da segnare con il circoletto rosso. O, meglio, nero.
Per chi crede nella superstizione questa è una combinazione che può rappresentare un giorno sfortunato. O un giorno in cui può succedere un evento funesti. E nel 2025 il primo venerdì 17 è proprio a gennaio, il secondo e ultimo tornerà solo ad ottobre.
Come nasce la leggenda di venerdì 17
La credenza popolare riguardo all’origine del 17 come numero sfortunato ha diverse ipotesi. Una tra le più avvalorate riconduce la superstizione alla lingua degli antichi romani, il latino: il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI, in pratica “vissi“, quindi “sono morto”.
Altre teorie fanno risalire la sfortuna del numero 17 a una delle più gravi sconfitte dell’Impero romano: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell’anno 9 d.C, quando furono annientate tre intere legioni: la XVII, la XVIII e la XIX. Un episodio che per Roma fu preso come un presagio negativo, tanto che non vennero più usati i numeri 17, 18 e 19 per alcuna legione.
Nell’antica Grecia, i seguaci di Pitagora odiavano il 17 perché si trovava in mezzo a due numeri come il 16 e il 18, perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6.
Venerdì, il giorno della Passione
E la combinazione venerdì e il 17, è invece di origini cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì, quindi è collegato al più triste degli eventi. Oltretutto, fino a pochi decenni fa era tradizione assai diffusa quella di fare penitenza tutti i venerdì dell’anno: usanza che certamente non poteva che contribuire a far odiare il quinto giorno della settimana.
Nell’Antico Testamento nella Genesi (7,11) si legge anche che il diluvio universale iniziò il 17esimo giorno del secondo mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè.
La tradizione popolare poi, ha messo in fila molte altre superstizioni assolutamente da evitare. Un gatto nero che ti attraversa la strada, mai mettere il pane capovolto a tavola, o se si rovescia il sale, e ancora rompere uno specchio, passare sotto una scala, sedersi in 13 a tavola e perfino aprire l’ombrello in casa. Insomma se queste cose poi capitano di venerdì 17, beh è tutto amplificato. E per chi ha paura di venerdì 17 si parla di eptacaidecafobia.
Nel mondo tanti i numeri sfortunati
Se quella di venerdì 17 è una superstizione tipicamente italiana, gli anglosassoni ne hanno nei confronti del numero 13: sono infatti terrorizzati dal venerdì 13 e quest’anno cadrà solo a giugno.
L’associazione numerologica negativa si attribuisce tradizionalmente al numero dei partecipanti nell’ultima cena, da cui sarebbe scaturito la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato.
Un’altra teoria vuole che un venerdì 13 del 1307 Filippo il Bello diede ordine di sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle loro ricchezze. Il numero viene dai tempi antichi associato alla morte nella cabala.
La sfortuna in questo caso non c’entra niente, ma anche il naufragio della Concordia è avvenuto di venerdì 13. Nel gennaio del 2012. (QUI IL VIDEO)
In Spagna, Grecia e Sudamerica tremano invece quando il calendario segna martedì 13.
La sfortuna dopo l’11 settembre
In Australia, invece, tra i numeri associati alla sfortuna c’è l’87. La superstizione riguarda soprattutto il cricket. A crearla sarebbe stato Keith Miller, una vecchia gloria di questo sport, che aveva individuato in questo numero una serie di disgrazie avvenute sui campi di gioco. Anche se alcune di queste non erano fondate, l’87 da allora si è guadagnato una fama sinistra.
Dal 2001 anche il numero 11 è stato associato alla sfortuna, riconducibile alla tragedia dell’11 settembre negli Stati Uniti con l’attacco aereo alle Torri Gemelle. Tra le varie coincidenze che hanno eccitato l’animo dei superstiziosi, il fatto che il primo aereo dirottato era il volo American Airlines 11, che aveva 92 passeggeri (9 + 2 = 11) e che l’11 settembre fosse il 254esimo giorno dell’anno (2+5+4 = 11).
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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