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Venerdì 17, è davvero sfortuna?

Per alcuni è una data dalla quale guardarsi, per altri la sfortuna è legata al 13. Perché tanta superstizione?
Venerdì 17 sfortuna

GROSSETO. Oggi è venerdì 17. Il prossimo è atteso a maggio 2024.

Per alcuni è un giorno come un altro, per i più scaramantici, invece, è una data dalla quale guardarsi, la data della sfortuna. Così come un po’ il venerdì 13: un giorno considerato sfortunato soprattutto nella cultura anglosassone.

Il 13 è un numero che anche molti scaramantici nostrani tendono ad evitare, soprattutto tra i commensali seduti a tavola. Secondo la Bibbia, 13, infatti, è il numero dei partecipanti all’ultima cena di Gesù Cristo.

Venerdì 17 e l’eptacaidecafobia

L’eptacaidecafobia è letteralmente il termine che definisce la paura del numero 17. Un numero che viene ritenuto particolarmente sfortunato in Italia e altri paesi di origine greco-latina, perché collegato ad alcuni infausti eventi o a superstizioni arcaiche.

Il 17 sarebbe particolarmente sfortunato quando ricade di venerdì, perché si unirebbero così due elementi estremamente negativi. Infatti, come da tradizione cristiana il Venerdì Santo sarebbe il giorno della morte di Gesù. Il venerdì era anche il giorno in cui in Gran Bretagna, era il giorno in cui si facevano le impiccagioni. 

Abbinando quindi il venerdì al 17 (o al 13, per altri) si andrebbe a comporre nel calendario una data decisamente sfortunata.

Ma perché il 17 sarebbe un numero così sfortunato o avverso?

Venerdì 17, perché tanta paura?

Nell’Antico Testamento il 17 del secondo mese è la data di inizio del diluvio universale e secondo la Bibbia appunto, sarebbe venerdì il giorno in cui è morto Gesù.

Il numero è disprezzato sin dai tempi della Grecia antica. I seguaci di Pitagora lo disprezzavano perché “imperfetto”. Perché posto tra 16 e 18, i numeri che invece rappresentavano perfettamente i quadrilateri 4×4 e 3×6.

L’anagramma di “VIXI” (ho vissuto) scritto sulle tombe nell’antica Roma, anagrammato e tradotto in numeri romani può essere XVII, ovvero 17.

Il 17 è anche il numero di una delle legioni annientate nella battaglia di Teutoburgo, nell’anno 9 d.C. Un evento che è rimasto particolarmente impresso nella memoria del tempo e giunto fino ad oggi come una delle più grandi disfatte subite dai romani. Talmente terribile che le legioni 17, 18 e 19 (quelle distrutte) non furono più ricostituite.

Probabilmente è anche per queste ragioni che tra i numeri della smorfia napoletana, il 17 è quello della sfortuna.

Il 17 nel mondo

Il 17 non “porta sfortuna” per tutti. Nella Cabala, per esempio è un numero che dà origine alla parola “bene“.

Mentre agli scaramantici italiani continua a non piacere, in molti altri paesi non fa così impressione. Gli anglosassoni, infatti, considerano poco il 17, mentre hanno il loro “venerdì 13“. Spagnoli, greci e sudamericani, invece, sono avversi al “martedì 13”.

Questa credenza risale a Marte, dio della guerra. In effetti, il martedì si chiama “martes” in castigliano. Questa superstizione ha origine probabilmente anche all’episodio biblico della Torre di Babele. La punizione divina che scombinò l’uniformità della lingua cadde apparentemente un martedì 13.

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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