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Venator, Confesercenti chiede un tavolo anticrisi

Per il presidente Giovanni Caso occorre un confronto tra amministrazioni, sindacati, lavoratori e associazioni di categoria per scongiurare la perdita di posti di lavoro
Lo stabilimento della Venator a Scarlino
La Venator a Scarlino

GROSSETO. «Vogliamo ribadire la necessità del mantenimento del livello occupazionale attuale e di uno sviluppo futuro, senza dimenticare la sostenibilità ambientale degli insediamenti industriali». Confesercenti interviene sulla vicenda Venator, la multinazionale del biossido di titanio,  chiedendo di partecipare a un tavolo per affrontare la crisi.

Soluzioni per lo stoccaggio dei gessi rossi

«In un momento di congiuntura internazionale, con famiglie ed imprese colpite dalle conseguenze della guerra, dopo due anni condizionati dalla pandemia, il territorio maremmano è alle prese con una crisi industriale che rappresenta un terzo del pil provinciale. Se non verrà risolta l’unico risultato sarà la riduzione dei livelli di reddito, riducendo la capacità di spesa delle famiglie coinvolte, con conseguenze negative nell’economia locale».

«Confidiamo nell’impegno delle istituzioni locali e regionali competenti nella predisposizione delle autorizzazioni necessarie per la risoluzione della problematica dello stoccaggio dei gessi rossi, rifiuto industriale proveniente dalla produzione del biossido di titanio da parte dello stabilimento Venator di Scarlino. Il territorio della Maremma ha bisogno di crescere, in tutti i settori, e non di arretrare», afferma il presidente Confesercenti Giovanni Caso.

Il 17 maggio previsto un incontro

«Per questo motivo auspichiamo l’istituzione di un tavolo provinciale sulla crisi Venator a seguito del primo incontro convocato per il prossimo 17 maggio, che coinvolga insieme a istituzioni locali, Regione Toscana, sindacati dei lavoratori, anche le associazioni di categoria, rappresentative di quel tessuto produttivo che può vivere le conseguenze negative della crisi industriale» conclude Caso.

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