ORBETELLO. Quello del consigliere comunale che utilizzava l’auto dell’Ente per i propri spostamenti, è stato uno dei casi citati dalla procuratrice capo di Grosseto Maria Navarro nella relazione di apertura dell’anno giudiziario.
Il caso sarebbe quello che si è verificato a Orbetello quando, a maggio 2024, sono arrivati tre avvisi di garanzia all’ex senatore Roberto Berardi, al comandante della polizia municipale Carlo Poggioli e al funzionario Marco Quaglia.
Peculato, c’è il fine indagine
L’accusa è quella di peculato. L’avviso di fine indagine è arrivato ormai da tempo ma ancora non c’è stata, da parte della procura, la richiesta di rinvio a giudizio.
Peculato che da agosto dell’anno scorso, con la legge 112, è stato suddiviso in due fattispecie differenti, prevedendo – all’articolo 314 bis – pene tra 6 mesi e 4 anni, e non da 4 a 10, come stabilito dall’articolo 314. Una forma lieve, quindi.
L’ex senatore di Forza Italia, difeso dall’avvocato Alessandro Antichi, ha sempre sostenuto di aver utilizzato l’auto di servizio per i suoi spostamenti istituzionali e per il controllo del territorio. Qualche volta però, con quella vettura si sarebbe fermato a casa per la notte.
Monticelli: «Chiediamo chiarimenti al sindaco»
«Com’è giusto e normale che sia, la procuratrice capo non è entrata nello specifico del caso ma nella relazione dice che il consigliere, sotto interrogatorio, avrebbe confessato – dice il segretario Andrea Monticelli – Un’ammissione di colpevolezza senza se e senza ma che dovrebbe portare subito alle dimissioni del consigliere stesso. Il Partito Democratico di Orbetello è a conoscenza di un caso analogo che riguarda anche un consigliere comunale locale e per questo sarebbe necessario da parte del sindaco Casamenti un chiarimento in merito».
«Il caso riportato dalla procuratrice riguarda il nostro consigliere? – si chiedono al Pd di Orbetello – Ed è come scritto nell’articolo? Il consigliere ha confessato? E se le risposte del sindaco saranno affermative la domanda delle domande sarà: perché ancora non si è dimesso? Perché lei sindaco non gli ha chiesto di farlo? Nel caso di una confessione e di un conseguente patteggiamento può un amministratore pubblico, che si è reso colpevole di reati contro la pubblica amministrazione, continuare tranquillamente la propria attività? Noi crediamo fortemente di no. I nostri tempi ci urlano in faccia quanto i cittadini abbiano perso fiducia verso la politica e soprattutto verso la classe dirigente che la politica dovrebbe rappresentare, non intervenire con quello che sarebbe un atto dovuto servirebbe solo ad aumentare quel senso di sfiducia e rassegnazione».
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