GROSSETO. Un evento energetico della potenza di un chilotone, un quindicesimo della bomba nucleare su Hiroshima. Questo è quanto accaduto alle 16,29 del 20 giugno nei cieli fra l’Isola d’Elba e la Maremma.
Si è trattato quindi di un meteorite che ha attraversato l’atmosfera e che si è frantumato a circa 70 km di altezza, finendo poi in mare a sud di Montecristo.
Un evento avvenuto di giorno e in mare aperto, del quale non ci sono osservazioni dirette, ma registrato chiaramente dagli strumenti.
Queste le conclusioni illustrate dagli scienziati in un incontro pubblico avvenuto mercoledì 10 nella sala del consiglio comunale di Marina di Campo, all’isola d’Elba.
Questi i tre scienziati che hanno spiegato l’evento:
- Andrea Fiaschi: dottore in geologia con esperienza pluriennale in sismologia, esperto di vulcanologia e responsabile della rete sismometrica-acustica Toscana
- Emanuele Marchetti: professore associato in geofisica della terra solida. Da oltre 20 anni si occupa dello studio dei processi vulcanici esplosivi attraverso tecniche geofisiche, quali la sismologia e l’acustica infrasonica e responsabile della parte acustica della rete dell’Elba.
- Marco Morelli: dottore in scienze geologiche con focus sulla geologia planetaria e sugli impatti meteoritici, vanta un’ampia esperienza in spedizioni scientifiche in tutto il mondo.
L’incontro, moderato dalla giornalista Michela Gargiulo, era organizzato dalla Protezione civile dell’Elba, da 3 Comuni elbani, dall’Università di Firenze e dall’Istituto geofisico toscano.
Né terremoto, né aereo, ma un meteorite
L’incontro è stato l’occasione per chiarire, una volta per tutte, lo strano episodio del 20 giugno scorso, sgombrando il campo a tesi complottistiche, come esplosioni causate da militari, ma anche dall’ipotesi terremoto o boom sonico.
«Sia chiaro, abbiamo preso in considerazione tutte le ipotesi – ha spiegato Emanuele Marchetti -, ma il terremoto è stato escluso subito, perché non c’erano tracciati sismici. Abbiamo preso in considerazione l’eruzione di gas, come successe anni fa all’Africhella, ma oltre ad essere assai meno intenso, viene sempre dalla stessa direzione. In questo caso gli strumenti, sia a Seccheto, sia sul monte Amiata, hanno registrato una traiettoria, cosa tipica di quando la sorgente è in movimento».
Scartata anche l’ipotesi boom sonico.
«Un evento troppo energetico per essere un boom sonico, il cui tracciato, registrato anche a settembre scorso in zona, è assai diverso. Peraltro gli aerei militari, a due passi c’è anche la base di Grosseto, quando fanno esercitazioni superando la barriera del suono, le fanno sempre in alto mare, proprio per evitare che il boom sia avvertito dalla popolazione».
«Qui, invece, si è trattato di un fenomeno molto energetico. Anche se quantificarlo con gli strumenti infrasuono e con le tecniche sismiche è difficile. Abbiamo fatto degli sforzi e secondo i nostri calcoli siamo sull’ordine del chiloton, cioè mille tonnellate di tritolo».
Un fenomeno importante, ma non così fuori scala quando si parla di meteoriti.
«Un paragone: la bomba nucleare di Hiroshima aveva una potenza di 14 chilotoni. Molti di voi ricorderanno la meteora di Čeljabinsk, evento che si è verificato nella mattina del 15 febbraio 2013, in Russia. Fece vittime, caddero pareti. Lì si parlava di 100 chilotoni. Tenete presente che meteoriti come quello del 20 giugno entrano nell’atmosfera terrestre ogni giorno».
Tre strumenti hanno registrato l’evento
Il tracciato dell’evento del 20 giugno è stato registrato con chiarezza sia dagli strumenti che sono a Seccheto, all’Elba, sia da strumenti analoghi sul Monte Amiata, sia da Champoluc, a 500 km di distanza.
«Questo con ampiezze sempre più piccole, perché il fenomeno si è propagato velocemente, ma è normale che il fenomeno si sia avvertito con chiarezza sulla costa e in tutta la Maremma. Si tratta di energia prodotta in atmosfera e che si è propagata in atmosfera. L’impulso principale dura circa 30 secondi, ma lo abbiamo registrato per tre minuti».
Peraltro avendo tre registrazioni gli scienziati hanno potuto incrociare i dati e stabilire con certezza quasi assoluta il percorso dell’oggetto.
«La triangolazione dei dati da tre stazioni diverse ci ha permesso di tracciare il percorso dell’oggetto, posizionandolo a 70 km di quota a sud di Montecristo. L’onda d’urto, molto energetica, ha causato il fenomeno che è stato avvertito con grande chiarezza all’Elba e sulla costa del sud della Toscana, fino all’interno della Maremma».
Il fenomeno, avvenuto in pieno giorno, in una giornata di foschia per lo scirocco e con il sole altro, non è stato visibile ad occhio nudo. Fosse avvenuto di notte, si sarebbe vista chiaramente la scia luminosa.
IL VIDEO
Autore
-
Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli