Il Grifone rinnova il guardaroba – IL VIDEO

GROSSETO. L’uccellaccio ha rinnovato il guardaroba. Dentro l’armadio sono appese una maglia bianca, una rossa, una nera. Portano l’etichetta Erreà, nuovo, e antico, sponsor tecnico, l’impronta delle mura medicee, esagono inconfondibile del capoluogo maremmano, e i colori, altrettanto caratteristici, del bianco e del rosso . Dietro il colletto la scritta “Grosseto di Maremma sei regina”. L’applauso è nato spontaneo, emozionante, sincero.

Il siparietto

Questo l’istante suggestivo della serata al Porto della Maremma creato dalla società per mostrare le nuove divise del Grifone. Anche lo scirocco e qualche goccia di pioggia hanno dato una sbirciatina alla terrazza dove spiccava il palco contornato da tantissima gente già proiettata verso una stagione preannunciata come protagonisti. Sulla scena Rita Martini, affidabile responsabile della comunicazione del sodalizio, in veste di conduttrice emozionata e coinvolta. Il copione ha proposto un “salottino” con due poltroncine occupate dal direttore Vetrini e il tecnico Indiani. In mezzo la Martini e uno sgabello stile Alba Parietti. Un botta e risposta serrato.

La famiglia Lamioni

«Avverto in pieno le responsabilità nei confronti della proprietà che mi ha voluto con forza – ha detto il mister – non ci possiamo nascondere, miriamo a portare il Grosseto nel mondo del professionismo. Il calcio è uno sport e come tale va vissuto in maniera divertente. Nella ricerca dei calciatori è primario affidarsi a uomini sani, in tutti i sensi». Da Vetrini è arrivata una specie di autoanalisi: «Non mi sento un personaggio, per me il calcio è tutto, viceversa avrei una vita insipida – ha confessato – l’autocritica mi permette di non ripetere gli errori, una dote fondamentale».

Un tessuto nuovo, destinato solo ai top club

Sotto i riflettori è arrivato, direttamente da Parma, Roberto Gandolfi, vice presidente Erreà in compagnia di Mattia Pin, curatore della divisione Calcio Italia e Luciano Luzzetti, titolare del Punto Sport Erreà Pro cittadino, ponte ideale tra il Grosseto e la società emiliana.

Gandolfi: «Stare qui solleva bellissimi ricordi – ha dichiarato – che mi auguro possano diventare il presente e il futuro con questa società guidata da una proprietà familiare molto simile a quella dell’Erreà. Una rarità nel mondo del calcio. Erreà ha prodotto il massimo sforzo per vestire il Grosseto con un design particolare – prosegue – su indicazione del presidente Francesco Lamioni vestiamo l’intero panorama biancorosso, dagli esordienti alla prima squadra. Tutti avranno il kit composto da un tessuto nuovo, quello che usiamo solo per i top club anche esteri. Nell’amichevole con la Fiorentina – anticipa e conclude Gandolfi – ci sarà l’esordio della maglia bianca».

Da sx Roberto Gandolfi vice presidente Errea, Mattia Pin responsabile Errea della divisione calcio Italia, Luciano Luzzetti Punto Sport Errea di Gr

Presente anche Marco Berti fondatore di Toscano Confezioni, partner biancorosso, che veste i dirigenti del Grifo: «Quando Lamioni ha chiamato la risposta è stata spontanea. Essere qui è una grande emozione, la passione è un percorso mai interrotto».

Orgoglio e passione

Rita Martini, quindi, ha introdotto la imminente campagna abbonamenti dal titolo “Con orgoglio e passione” annunciando un ribasso dei prezzi e l’iniziativa di destinare 5 euro di ciascuna tessera ad una associazione di volontariato territoriale. L’arco dal 21 luglio all’8 agosto è riservato ai rinnovi, quello dall’11 agosto al 20 settembre alle nuove sottoscrizioni. Infine ha preso la parola un sintetico Gianni Lamioni: «Non parlare apertamente di serie C sarebbe pura ipocrisia. Far sognare la città dove sono nato e viviamo è la ricompensa più grande ai tanti sacrifici in essere».

Ecco il listino degli abbonamenti per la prossima stagione biancorossa. Dal 21 luglio fino all’8 agosto è aperta la prelazione per i rinnovi, mentre dall’11 agosto fino al 20 settembre via all’acquisto dei nuovi abbonamenti.

  • Tribuna vip 400 euro;
  • Tribuna laterale intero 160 euro;
  • Tribuna laterale over 60 140 euro;
  • Tribuna laterale ridotto* 90 euro;
  • Curva Nord intero 100 euro;
  • Curva Nord over 60 80 euro;
  • Curva Nord 13-21 anni 70 euro;
  • Curva Nord ridotto* 60 euro

Di seguito i prezzi per i nuovi abbonati:

  • Tribuna vip 500 euro;
  • Tribuna laterale intero 180 euro;
  • Tribuna laterale over 60 160 euro;
  • Tribuna laterale ridotto* 100 euro;
  • Curva Nord intero 120 euro;
  • Curva Nord over 60 100 euro;
  • Curva Nord 13-21 anni 90 euro;
  • Curva Nord ridotto* 65 euro.

*ridotto 6-12 anni e invalidi oltre il 66%
**bambini 0-6 anni gratis
***tesserati USG ingresso gratuito Curva Nord

Torna, anche quest’anno, l’iniziativa speciale DNA biancorosso: per ogni abbonamento acquistato, US Grosseto 1912 metterà da parte 5 euro. La somma totale sarà devoluta, al termine della campagna, a un’associazione di volontariato attiva sul territorio. 

Tre nuovi innesti

Daniele Cardelli (Pescia, 16-03-1995), portiere di grande esperienza e personalità. Cresciuto nel settore giovanile del Pisa e protagonista in carriera con le maglie di Empoli, Pistoiese, Pontedera, Lucchese e Livorno, Cardelli arriva a difendere i pali del Grifone con determinazione e voglia di lasciare il segno. Reattività, leadership e spirito da combattente.

Lorenzo Gonnelli (Livorno, 28 giugno 1993) sposa il progetto biancorosso e si lega al Grifone fino al 2028. Con 240 presenze in serie C e 55 in serie B porta in dote una carriera vissuta interamente nei professionisti, impreziosita anche da 2 gol messi a segno con le maglie – tra le altre – di Livorno, Pontedera, Cesena e Audace Cerignola. Un innesto di peso per il pacchetto arretrato, un leader.

Francesco Disanto (Firenze, 10 ottobre 1994) ovvero genio e sregolatezza del fronte offensivo. Si lega al Grifone fino al 2027. Con 380 presenze complessive, di cui 230 in Serie C e 61 gol all’attivo, ha incantato i tifosi con le sue serpentine nei campi di Siena, Pontedera, Lucca, Arezzo e Trento. Un talento imprevedibile, un numero 10 che accende la fantasia.

Torna la Raccolta di San Lorenzo – IL VIDEO

GROSSETO. Per l’undicesimo anno consecutivo torna la Raccolta di San Lorenzo, il gesto di carità attraverso cui, nel nome del patrono della città e diocesi, sarà possibile dare il proprio contributo per sostenere la quotidiana attività di Caritas diocesana.

Quest’anno la raccolta si terrà sabato 26 luglio nei supermercati Coop presenti nei centri commerciali Aurelia Antica e Maremà, mentre il sabato successivo 2 agosto nei supermercati Conad di Grosseto (via Scansanese, via Clodia e via Senagal) e di Castiglione della Pescaia.

L’obiettivo di questa edizione è fare almeno pari con quella del 2024, quando – al termine delle due giornate – furono raccolti e stoccate 7,6 tonnellate di cibo a lunga conservazione e di prodotti per l’igiene. Ma naturalmente sarà ancora più bello se si riuscisse a superare questo risultato.

La Raccolta funziona in modo molto semplice. Volontari con indosso la pettorina verde di Caritas saranno presenti per l’intera giornata nei supermercati aderenti, invitando coloro che si recano a fare la spesa ad acquistare e donare prodotti per la Caritas.

Cosa donare

I prodotti sono quelli specificamente indicati nei volantini che verranno consegnati in quella circostanza: latte a lunga conservazione, pasta e riso, zucchero, olio, legumi, farina, tonno, biscotti, pannolini per bebè, biscotti per l’infanzia, prodotti per l’igiene domestica e personale. All’uscita dei supermercati, altri volontari saranno disponibili a ritirare la merce donata, che, una volta inscatolata, sarà stoccata nella sede dell’Emporio della solidarietà, il “market” di via Jugoslavia, dove circa 200 famiglie in stato di bisogno e inserite nello speciale programma di aiuto, si recano a fare la spesa, “pagando” invece che in denaro con una tessera a punti.

L’Emporio si alimenta solo con le donazioni: buona parte dello stoccato deriva da risorse 8xmille che la Diocesi destina alla carità, nonché dagli aiuti forniti dal Banco alimentare e dalla Fead. Ma purtroppo le richieste sono in continuo aumento e le scorte finiscono anche rapidamente. Per questo nel 2014 fu lanciata l’iniziativa della “Raccolta”, per legare al nome del patrono san Lorenzo un segno che ne richiamasse la speciale vocazione alla carità.

L’appello di don Enzo Capitani

Lo ribadisce anche don Enzo Capitani, direttore di Caritas diocesana: «Il 10 agosto si sta avvicinando rapidamente – è l’appello che il sacerdote lancia anche attraverso un videomessaggio – Come ogni anno è la festa del nostro patrono; la festa della comunità cristiana e di quella civile. Lorenzo è un santo importante perché ha vissuto nella presenza dei poveri che, come diceva, sono il vero tesoro della Chiesa. Si rinnova per questo l’invito alla Raccolta di San Lorenzo – continua don Capitani – Vorrei rivolgere un invito ad essere generosi, perché le necessità delle persone e delle famiglie in questo periodo sono piuttosto vivi, bruciano dentro di noi, perché quella della povertà sembra una marea insormontabile, che rischia di travolgerci tutti. San Lorenzo ci guida dentro questo mare tempestoso, fatto di umanità. Per questo grazie fin da ora a chi contribuirà anche con una piccola donazione di cibo».

«Fate i volontari»

E accanto all’appello a donare, c’è anche l’appello a rendersi disponibili come volontari per una delle due giornate di raccolta. Anche per un’ora soltanto.

L’impegno, infatti, per sostenere un’iniziativa come questa è grande. Si tratta, infatti, di coprire i turni nei supermercati e di provvedere anche all’altro servizio, quello del ritiro delle scatole una volta riempite e chiuse.

Un lavoro di squadra, insomma, che richiede braccia e cuori. Coloro che volessero rendersi disponibili possono segnalare il proprio nome telefonando al numero 0564 28344 (Caritas diocesana); 339 6859664 (Emporio), oppure scrivendo una email a emporio@caritasgrosseto.org.

Divieto di balneazione, corsa contro il tempo per salvare il weekend

MARINA DI GROSSETO. È corsa contro il tempo, all’ufficio ambiente del Comune, per salvare il fine settimana sul litorale di Marina di Grosseto dopo lo stop alla balneazione ordinato dal sindaco Antronfrancesco Vivarelli Colonna che giovedì 15 luglio ha firmato l’ordinanza sindacale. 

Nella stessa giornata in cui è stata vietata la balneazione tra la parte nord del Porto della Maremma e il lato sud dell’area ombrelloni dello stabilimento balneare La Vela, i tecnici di Arpat sono tornati a fare nuove analisi. 

I risultati saranno inviati al Comune venerdì 18 luglio: se la concentrazione di escherichia coli rilevata sarà tornata entro i limiti, il primo cittadino potrà revocare l’ordinanza. 

Una tegola, quella che giovedì pomeriggio è caduta sulla testa dei bagnanti che si stavano godendo la giornata al mare. «La comunicazione è arrivata subito dopo la firma dell’ordinanza al presidente dell’associazione balneari Simone Guerrini – dice Riccardo Beri, titolare del bagno Nettuno, che ricade nell’area in cui la balneazione è interdetta – Siamo stati subito avvisati tutti e abbiamo provveduto a mettere le bandiere rosse e ad avvisare le persone affinché uscissero dall’acqua».  

Analisi di Arpat dopo l’acquazzone

Arpat, martedì 15 luglio, ha prelevato infatti i campioni di acqua alla stazione di monitoraggio dell’area di balneazione “Lato nord Foce San Rocco”. Un controllo, quello dell’agenzia regionale, che è stato effettuato dopo l’acquazzone di domenica 13 luglio

Arpat infatti, ai controlli di routine che vengono fatti per verificare la qualità dell’acqua durante l’anno, ne organizza altri dopo le precipitazioni particolarmente intense. Lo ha fatto quindi martedì 15 luglio e giovedì 17 è scattato il divieto di balneazione. 

Il provvedimento, è stato necessario in via precauzionale a tutela della salute pubblica: sono stati infatti superati i limiti di legge della presenza di escherichia coli previsti per la qualità delle acque. La sua concentrazione deve essere inferiore a 10 mpm (most probable number) per 100 millilitri, mentre quello riscontrato è 556

 

Divieto di balneazione dal porto alla Vela 

 
L’area interessata si estende indicativamente tra il lato nord del Porto della Maremma e il lato sud dell’area ombrelloni dello stabilimento balneare  La Vela in località Marina di Grosseto. Il divieto rimarrà in vigore fino alla comunicazione da parte di Arpat dell’avvenuto ripristino delle condizioni di balneabilità.
 
La segnaletica relativa al divieto è in fase di installazione presso gli accessi al mare, sia nelle aree libere che presso gli stabilimenti balneari ricompresi nel tratto in questione, in modo da garantire la massima informazione a cittadini e turisti. L’amministrazione comunale si impegna a fornire tempestivi aggiornamenti.
 

La “premonizione” degli ambientalisti

Domenica 13 luglio, dopo che era piovuto copiosamente, gli ambientalisti sono andati a controllare lo stato del fosso Beveraggio. Certi di trovare acqua di colore non certo cristallino. 

«Fosso Beveraggio, oggi pomeriggio 13 luglio 2025. Piena di acque miste (piovane e nere) in uscita dalla bocca a stramazzo sotto alla rotatoria tra via Uranio e via Cavalcanti – si legge in un messaggio inviato e corredato dai video – Questo materiale inquinato (tra cui escrementi) arriverà alla foce del Canale San Rocco, al porto di Marina di Grosseto, in poche ore. Non farei il bagno in prossimità del porto di Marina, domani».

Un messaggio “profetico”, quello degli ambientalisti, ma nemmeno troppo. La questione del fosso Beveraggio e della presenza di acque nere che raggiungono il mare ogni volta che la città è funestata dagli acquazzoni è infatti ben conosciuta.

Il percorso seguito dal fosso Beveraggio

Quando la portata del fosso Beveraggio, che in via Cavalcanti è tombato, aumenta, al suo arrivo all’altezza della rotatoria di viale Uranio, lo scolmatore divide il flusso in due. Una parte va – come succede quando la portata è quella regolamentare – al depuratore San Giovanni, un’altra invece viene “dirottata” in via Barbanella vecchia e da qui arriva nel fosso San Rocco che poi sfocia in mare. 

«È nera – dicono gli ambientalisti – e manda un odore terribile di fogna».

Aggiornamento del 18 luglio, revocato il divieto

Nuove analisi dell’Arpat due giorni dopo quelle fuori dai parametri: il mare di Marina è tornato pulito. Il sindaco revoca il divieto di balneazione.

 

Croce rossa in festa, il presidente nazionale: «Grosseto è un esempio»

Il presidente nazionale Valastro con i volontari della Croce rossa di Grosseto

GROSSETO. La splendida accoglienza della presidente Stefania Ricci e dei tanti volontari della Croce rossa, poi il lungo abbraccio con lo storico presidente Hubert Corsi, quindi le parole scambiate, con immenso affetto, con sorella Franca Caporali Vaglio, infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana dal 1959, che è stata insignita della medaglia “Florence Nightingale” dal Comitato Internazionale della Croce Rossa: la visita del presidente nazionale Rosario Valastro è stata motivo di grande orgoglio per la Croce Rossa della Maremma.

La visita è stata organizzata al cinema dell’Aurelia Antica venerdì 11, alla presenza delle massime autorità civili e militari, a partire dalla prefetta Paola Berardino.

Il presidente Valastro,  accompagnato dal presidente regionale Lorenzo Andreoni, ha incontrato i comitati di Orbetello, Capalbio e Grosseto, nel contesto di un viaggio di tre giorni che, dopo le tappe maremmane, prosegue a Casciana Terme, Livorno, Marina di Pisa, Massa, Bagni di Lucca, Campo Tizzoro, San Marcello Pistoiese, Quarrata, Vernio, Bagno a Ripoli, Siena e Arezzo.

E nella giornata di oggi, sabato 12, ha partecipato, a Marina di Pisa, a una cerimonia per ricordare Sandro Banchellini, volontario del comitato di Pisa della Cri, in servizio presso l’unità territoriale di San Giovanni alla Vena, venuto a mancare nel 2024, all’età di 48 anni, a seguito di un incidente stradale avvenuto mentre si stava unendo alle ricerche della nonna e del bimbo di cinque mesi scomparsi a Montecatini Val di Cecina a causa dell’alluvione che aveva colpito la zona. 

Valastro: «Grosseto, comitato bellissimo»

Così ha risposto alle domande il presidente nazionale della Croce rossa, Rosario Valastro, in particolare sul comitato di Grosseto.

«Trovo una realtà che è vicina al territorio, una realtà che anche sa essere innovativa sa dare le risposte alle vulnerabilità che cambiano, In un momento in cui a livello internazionale ci sono tante incertezze noi dobbiamo rispondere alle ordinarie necessità delle persone più vulnerabili che sono miste a questo sentimento di incertezza che è sempre più presente».

«La Croce Rossa di Grosseto e provincia è sempre stata uno dei punti di riferimento della Croce Rossa in Toscana,  proprio per la capacità di attrarre nuove volontarie e nuovi volontari e di saper professionalizzare gli interventi. È una Croce Rossa che mi ha insegnato tanto negli anni passati e per me oggi è veramente un grande onore e piacere essere qua».

«Con Grosseto  ho aperto il tour nelle province della Toscana. Il senso è quello di dare vicinanza al territorio. La presenza in 1500 comuni impone la necessità che il comitato nazionale vada ad ascoltare i volontari. È anche una grande ricarica per me perché stare insieme ai colleghi volontari e volontarie dà una grande forza».

Ricci: «Un riconoscimento al lavoro dei volontari»

Così Stefania Ricci, presidente della Croce Rossa di Grosseto.

«Un momento di grande orgoglio per noi. La prima visita  del presidente nazionale, che ha voluto fortemente questa visita per incontrare i nostri volontari, è un riconoscimento anche per il lavoro che svolgono quotidianamente sul territorio. La provincia di Grosseto è una provincia vasta ma poco antropizzata, quindi significa che le distanze da coprire sono importanti. E tutti i giorni, in maniera costante, con una dedizione altissima, i nostri volontari si dedicano a quelli che sono i servizi tipici della nostra associazione. Quindi l’incontro col presidente nazionale  un momento che tutti i volontari aspettano».

Proprio per questo la Croce rossa sta accogliendo sempre più volontari giovani.

«Il presidente trova un volto molto giovane della Croce Rossa perché gli ultimi corsi di accesso sono stati ricchi di presenze di ragazzi, anche minorenni, che con grande entusiasmo si stanno avvicinando all’associazione. Quindi loro sono il nostro futuro. Spero che rimangano in Croce Rossa, che non si perdano perché magari vanno a studiare fuori, trovano lavoro in altre città, ma che rimangano comunque legati alla Croce Rossa». 

Il presidente regionale: «L’ippoterapia rende questo comitato unico»

Nel corso dell’incontro è intervenuto anche il presidente regionale, Lorenzo Andreoni che, fra le altre cose, ha sottolineato il successo dell’ippoterapia: «Un’iniziativa nata insieme al Cemivet, che rende unica questa realtà».

Ecco perché ho scelto la Croce rossa

Nel video parlano i volontari: ecco perché ho scelto la Croce rossa. Le nostre interviste a Marco Colombo, Walter Bruni, Laura Cavezzini e Gabriele Vagheggini.

Rinnovabili, il nodo delle aree idonee. La settimana che può cambiare tutto

Gli esponenti del Pd presentano il documento sulle rinnovabili: da sinistra Simone De Rosas, Leonardo Marras, Cinzia Tacconi, Bice Ginesi, Gianni Anselmi, Giacomo Termine, Francesco Limatola e Marco Simiani

GROSSETO. Negli ultimi tempi, almeno in alcune materie, sono i giudici amministrativi e quelli della Corte costituzionale a… legiferare. O, almeno, a correggere le leggi fatte male. Leggi incomplete, imprecise, incostituzionali, leggi fatte in fretta, tanto che i giudici sono costretti a intervenire. E il legislatore, che sia nazionale, o in qualche caso regionale, ad adeguarsi.

È il caso degli autovelox, tema sul quale decine di sentenze hanno modificato radicalmente il quadro, tanto che, al momento, nessuna macchinetta in Italia può fare le multe. Alcuni Enti se ne fregano e vanno avanti, lo stesso alcuni corpi delle forze dell’ordine, ma la questione è seria e anche la magistratura ordinaria ci sta mettendo le mani, sequestrando gli apparecchi. E in alcune zone d’Italia ci sono sindaci che sono stati denunciati per frode.

Lo stesso succede con gli impianti generatori di energia da fonti rinnovabili. Tutto nasce nel settembre 2023, quando il Parlamento europeo ha sostenuto il nuovo obiettivo del 42,5% di energie rinnovabili entro il 2030, sebbene i paesi dell’Ue siano invitati a puntare all’obiettivo del 45%. Il decreto Aree idonee del Governo Meloni recependo l’obiettivo, prevede di installare 80 GW dal 2021 al 2030, quindi l’Italia dovrebbe fare spazio a nuovi impianti per un minimo di 10,38 GW/anno – che diventano 12 GW/anno per rispettare i target.

Di questi 4,2 GW sono in Toscana. E la nostra regione, per rispettare i target, sarebbe anche in forte ritardo.

Una corsa agli obiettivi che, in un sostanziale vuoto legislativo, o comunque con leggi a maglie larghissime, ha consentito per qualche anno il proliferare di un’infinità di richieste di autorizzazioni, di cui una buona parte a solo scopo speculativo e, in qualche caso, in aree di pregio. Autorizzazioni presentate direttamente al ministero scavalcando i Comuni e la Regione. Ne sappiamo qualcosa in Maremma, con impianti ipotizzati anche in mezzo ai vigneti del Morellino, ma la Val di Cornia è nella stessa situazione.

Ma anche qui la magistratura amministrativa è intervenuta. Lo spartiacque è la sentenza 9155 del Tar Lazio pubblicata lo scorso 13 maggio sulle aree idonee a ospitare gli impianti, con la quale ha accolto il ricorso avanzato da molti operatori italiani tra cui l’Associazione nazionale energia del vento (Anev).

Il Tar del Lazio ha accolto molti dei motivi di ricorso: in particolare ha annullato l’articolo 7, commi 2 e 3, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 con obbligo, per le amministrazioni ministeriali di rieditare i criteri per la individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili.

Ma il Tar del Lazio non ha fatto solo questo. Ha dato al legislatore 60 giorni dalla notifica della sentenza per riscrivere il decreto. Quindi entro la settimana prossima, la scadenza è il 12 luglio,   il ministero dell’Ambiente dovrà elaborare un nuovo decreto nazionale Aree idonee.

A cascata dovranno adeguarsi anche le Regioni, a partire dalla Sardegna che, forse esagerando un po’, ha reso inidoneo agli impianti il 99% del proprio territorio. 

Il caso interessa anche la Toscana, visto che la legge, non ancora approvata, era in discussione in consiglio regionale e prevedeva il 70% del territorio fuori dalle aree idonee. Adesso la nuova legge regionale, riscritta sulla base delle indicazioni del Tar e in attesa del nuovo decreto, è praticamente pronta.

Il documento unitario del Pd della Maremma e della Val di Cornia

In questo contesto questa mattina, sabato 5 luglio, il Pd della Maremma e della Val di Cornia hanno presentato un documento comune, firmato dalle due segreterie, proprio sul tema delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

All’incontro hanno partecipato Leonardo Marras, assessore regionale al Turismo ed Economia, Gianni Anselmi, consigliere regionale, Marco Simiani, deputato, Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto, i segretari provinciali del Pd Giacomo Termine (Grosseto) e Simone De Rosas (Val di Cornia-Isola d’Elba), Cinzia Tacconi della segreteria provinciale Pd di Grosseto con delega all’ambiente e Bice Ginesi, sindaca del Comune di Scansano.

Durante la conferenza stampa, i rappresentanti del Partito Democratico hanno ribadito con forza la propria posizione: la transizione energetica è una priorità, ma deve essere governata con serietà e visione, garantendo il coinvolgimento delle comunità locali, la tutela del paesaggio e della vocazione agricola dei territori.

«La sentenza del Tar del Lazio – spiegano i segretari provinciali Pd Termine e De Rosas – di fatto riapre la partita legislativa, facendo emergere tutte le criticità di un sistema normativo fragile e tardivo, e riavvolge il nastro delle norme che autorizzavano le installazioni di impianti pressoché ovunque nella nostra regione, esponendo i nostri territori al gravissimo rischio di deturpazione dei paesaggi più pregiati della Val di Cornia e di tutta la provincia di Grosseto».

«Il governo ora dovrà decidere se impugnare questa sentenza al Consiglio di Stato oppure accettarla. Noi chiediamo al governo di accettarla arrivando in tempi rapidissimi ad un nuovo Dm per consentire alle Regioni di approvare delle leggi che pongano limiti e correttivi alla disciplina nazionale. Alla Regione Toscana chiediamo di portare avanti con determinazione il percorso della legge regionale sulle aree idonee e non idonee con il coinvolgimento dei Comuni interessati, per difendere la bellezza dei paesaggi, la qualità dell’agricoltura, il lavoro di chi vive e investe nei territori, senza cedere alle logiche speculative delle multinazionali dell’energia».

Multinazionali dell’energia che hanno solo da guadagnare da questi investimenti, vendendo l’energia a caro prezzo e non restituendo nulla al territorio, pur consumando ampie fette di suolo. Peraltro l’immissione di energia in rete da fonti rinnovabili non avrà alcun effetto sulle bollette di aziende e cittadini, se non rischiare di aumentarle, visto quanto l’energia stessa viene pagata dai gestori delle reti che la distribuiscono agli utenti finali.

Simone De Rosas e Giacomo Termine
Simone De Rosas e Giacomo Termine

«La legge regionale dovrà favorire il riutilizzo di aree urbanizzate, degradate o dismesse – dicono ancora De Rosas e Termine – prima di autorizzare interventi su terreni agricoli; chiarire e limitare il ricorso all’agrivoltaico, che deve essere riservato solo agli imprenditori agricoli professionali, con un piano di miglioramento agricolo e ambientale allegato; assicurare una distribuzione equa del peso della transizione energetica tra i diversi Comuni, evitando di penalizzare quelli delle aree interne».

«Non siamo contrari agli impianti rinnovabili, siamo contrari agli impianti sbagliati, nei luoghi sbagliati e decisi senza ascoltare nessuno. La transizione ecologica deve essere un  progetto condiviso con le comunità locali».

(Nel video le interviste a Cinzia Tacconi, Bice Ginesi, Gianni Anselmi e Simone De Rosas)

Scoppia l’incendio dietro all’ex Ilva – IL VIDEO

L'incendio scoppiato dietro l'ex Ilva

FOLLONICA. Dopo il maxi-incendio di domenica 29 giugno al Puntone e quello scoppiato in via Fabio Massimo, a Grosseto, arriva l’ennesimo incendio in Maremma. Scoppiato, questa volta, al Carbonile di Follonica.

Dietro all’ex Ilva hanno preso fuoco delle sterpaglie. Le fiamme sono divampate nel giro di pochi minuti.

Sul posto i vigili del fuoco di Follonica.

Scoppia l’incendio

Con l’arrivo dell’estate arrivano anche gli incendi, roghi che scoppiano all’improvviso e distruggono tutto quello che toccano. Con la bella stagione il terreno è più asciutto e quindi le fiamme riescono a propagarsi meglio

L’ultimo è scoppiato nella mattina del primo luglio vicino al Carbonile a Follonica, fortunatamente i vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente e hanno domato le fiamme. Ora l’incendio è sotto controllo.

Incendio nella riserva, fiamme sotto controllo – VIDEO E FOTO

SCARLINO. Un incendio si è sviluppato nella pineta del lungomare nel comune di Scarlino intorno alle 12,30 minacciando lo stabilimento balneare il “Balugano”.

La spiaggia è stata evacuata per un fronte di 500 metri. 

La strada riaperta a mezzanotte 

Aggiornamento ore 22.30. Via delle Collacchie riaprirà intorno alla mezzanotte di lunedì 30 giugno. 
Proseguiranno tutta la notte le operazioni di bonifica degli organi preposti.
Il Comune di Scarlino ringrazia ancora tutti coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare in perfetta sinergia per mettere in sicurezza l’area.

La buona notizia è arrivata poco prima delle 17: l’incendio, per fortuna, è sotto controllo. 

I vigili del fuoco e i canadair entrati in azione, stanno ora contenendo le fiamme e presto cominceranno le operazioni di bonifica.

Per fortuna, i danni alla riserva naturale del tombolo di Follonica sono stati minori di quello che sembrava in un primo momento. La pineta, tenuta come un gioiello, presenta parecchio materiale vegetale al suolo che è andato in fiamme. 

Resta chiusa, al momento, la strada delle Collacchie

Al momento sembra impossibile domare le fiamme

Con l’intervento immediato dei vigili del fuoco e della Vab si è tentato nei primi momenti di domare le fiamme, ma intorno alle 13,30 è stato necessario attivare gli elicotteri antincendio.

Alle 14,30 erano in tre arrivati da Siena e Grosseto più quello dei vigili del fuoco stanno cercando di fare il possibile per domare le fiamme. Poco dopo, si è aggiunto un quarto elicottero. 

GUARDA LE FOTO DI MARCO STEFANINI

Il vento che soffia a circa 22 nodi non agevola le operazioni e sembra che alcuni focolai si stiano riprendendo anche dietro la pineta, dove c’è l’allevamento degli asinelli da latte. Per sicurezza la strada provinciale delle Collacchie è stata chiusa al traffico.

Fiamme che nel frattempo stanno dilagando pericolosamente anche verso La Corte dei Tusci, villaggio turistico attualmente sotto massimo controllo, previa necessità di evacuazione.

Gli accertamenti dei carabinieri forestali

È il vento che arriva dal mare a rendere più difficili le operazioni di spegnimento che stanno mettendo alla prova vigili del fuoco e volontari intervenuti.

Sul posto sono arrivati anche i carabinieri forestali che stanno facendo tutti gli accertamenti per capire l’origine del rogo.

L’incendio, scoppiato nella Riserva naturale del tombolo di Follonica, ha divorato ettari di terreno. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per la biodiversità di Follonica.  

I numeri dell’intervento

Tre elicotteri, due della Regione e uno dei vigili del fuoco, 20 pompieri, la polizia municipale di Scarlino, i carabinieri e i volontari dell’antincendio. 

Il dispiegamento di uomini e mezzi per domare l’incendio scoppiato domenica 29 giugno è stato imponente. 40 sono stati i lanci effettuati soltanto con l’elicottero Drago, quello dei vigili del fuoco. Oltre all’autopompa e al serbatoio, all’autobotte pompa e alle due campagnole con il modulo antincendio, i vigili del fuoco sono intervenuti anche dal mare con il gommone prestige, che è servito per evacuare 500 metri di spiaggia. 

 

 

Apre a Grosseto il parco fotovoltaico più grande in Toscana. Insegue il sole

L'impianto fotovoltaico delle Strillaie e un momento della presentazione

GROSSETO. Chi l’ha detto che in Maremma non si possono fare grandi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili? L’impianto delle Strillaie, realizzato da Sorgenia, con un investimento da 30 milioni di euro, dimostra il contrario.

Prima di tutto perché è stata scelta una location, accanto all’impianto di trattamento dei rifiuti, che è già in un senso certo, compromessa.

In secondo luogo perché a realizzarlo è una grossa azienda, italianissima, con oltre 600mila clienti. Azienda che, prima di procedere alla realizzazione dell’impianto, ha trovato un accordo col territorio. Vista la caotica e poco chiara legislazione italiana ne avrebbe potuto fare a meno, ma ha preferito avere buoni rapporti, realizzando, a compensazione, l’impianto di illuminazione della ciclabile che da Grosseto porta a Marina.

Un ben altro atteggiamento rispetto ad aziende, con capitale sociale minimo, che presentano progetti super impattanti, in location di pregio, scavalcando qualsiasi dialogo con il territorio con l’unico scopo di farseli approvare, se mai ci riusciranno sia chiaro, e poi venderli a qualche multinazionale. Nella zona del Morellino, ma non solo, con le pale eoliche ne abbiamo qualche esempio.

Al momento, in Maremma, ci sono richieste per oltre 2000 ettari di fotovoltaico e quasi 100 pale eoliche da 200 metri. E solo una piccola parte è sostenibile dal territorio.

Inaugurato l’impianto di Sorgenia

Alla presenza del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e dell’assessore Leonardo Marras, è stato inaugurato oggi, venerdì 27 giugno, il parco fotovoltaico di Sorgenia, uno dei più grandi e produttivi della Toscana. Situato in località Strillaie, nel comune di Grosseto, l’impianto occupa un terreno ritenuto idoneo dalla Regione di 40 ettari, adiacenti all’ex discarica.

Si tratta di progetto da 32 MW di potenza installata in grado di produrre ogni anno 58 GWh di energia da fonte solare per soddisfare i fabbisogni elettrici equivalente a quelli di 22 mila famiglie, evitando l’immissione in atmosfera di oltre 28 mila tonnellate di CO2 l’anno.

Il parco fotovoltaico si contraddistingue per la scelta di tecnologie di ultima generazione, grazie alle quali Sorgenia è in grado di massimizzare la produzione di energia pulita riducendo al minimo l’uso del suolo. L’impianto utilizza oltre 56 mila moduli fotovoltaici bifacciali a inseguimento mono-assiale che producono energia sfruttando sia la luce diretta che si riflette sulla parte superiore dei pannelli sia quella riflessa dal terreno o dalle superfici limitrofe all’impianto sulla parte inferiore degli stessi. I moduli scelti si caratterizzano per maggiore sensibilità alla luce: sono quindi in grado di produrre energia verde per un’ora in più al giorno rispetto ad altri modelli, anche in caso di giornate nuvolose.

All’interno dell’impianto è presente un centro di monitoraggio e controllo che invia automaticamente ogni 15 minuti all’Energy Factory di Sorgenia le informazioni su produzione solare dell’impianto e irraggiamento. Questi dati sono processati dall’area Forecasting aziendale che, avvalendosi di algoritmi proprietari basati sul machine learning, è in grado di prevedere la produzione futura così da fornire la quantità esatta di energia necessaria per sodisfare le esigenze del sistema e mantenerlo in equilibrio.

Nell’ambito del progetto, Sorgenia ha anche realizzato un innovativo impianto di illuminazione con sensori smart lungo la pista ciclabile che collega la città al lido di Marina di Grosseto. Grazie a tecnologia adattiva, i lampioni si accendono solo al passaggio delle persone, consentendo un risparmio energetico del 50% rispetto alle soluzioni tradizionali.

Tutto il perimetro del parco fotovoltaico è stato oggetto di interventi di mitigazione con la messa a dimora di essenze autoctone per garantire l’inserimento armonioso dell’impianto nel contesto ambientale e paesaggistico, attraverso la creazione di popolamenti vegetali il più possibile resilienti.

Bigi (Sorgenia): «Grande sintonia con Comune e Regione»

«La realizzazione del parco solare di Grosseto è per noi motivo di grande soddisfazione. La perfetta sintonia con l’Amministrazione Comunale e la Regione dimostra come la collaborazione fattiva con gli stakeholder locali sia fondamentale per il successo di progetti innovativi come questo a beneficio dei territori e degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione» commenta Alberto Bigi, Chief Innovation & Development Officer.

Vivarelli Colonna: «Un impianto all’avanguardia»

«Oggi inauguriamo il parco fotovoltaico delle Strillaie, il più grande della Toscana: un impianto all’avanguardia che segna un passo concreto verso il nostro obiettivo di rendere Grosseto sempre più carbon free e carbon neutral – commenta il primo cittadino di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna -. La scelta di Sorgenia di investire nel nostro territorio conferma la sua vocazione naturale a essere protagonista nella transizione ecologica. Il Parco delle Strillaie non è solo un impianto energetico: è simbolo della Grosseto che vogliamo costruire, moderna, verde e vivibile. Obiettivo al quale la nostra amministrazione lavora con azioni concrete, dalla mobilità dolce alla promozione di un’agricoltura biologica. Voglio ringraziare la società anche per il gesto di restituzione al territorio: l’illuminazione della pista ciclabile che collega la città al mare, un’opera utile che valorizza uno dei tratti più amati della nostra costa».

Marras: «Impianto frutto di un percorso condiviso»

«Quello presentato oggi – sottolinea l’assessore regionale Leonardo Marras – è uno dei primi impianti di dimensioni significative, ed è importante perché rappresenta il frutto di un percorso condiviso con le istituzioni locali. Abbiamo lavorato insieme per garantire che ogni intervento fosse non solo sostenibile dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ma anche capace di generare ricadute positive e opportunità concrete per il territorio. Credo sia un esempio virtuoso, che dimostra come, grazie a una visione politica chiara e a investimenti mirati nel settore energetico, sia possibile affrontare concretamente la transizione ecologica. Questo tipo di progetti ci consente di colmare il ritardo che il nostro Paese sconta ancora in termini di produzione e approvvigionamento energetico, proprio in un momento in cui la domanda di energia è destinata a crescere».

«La transizione energetica è un’opportunità di sviluppo sostenibile»

«Dalla Maremma – aggiunge Marras – arriva quindi un messaggio forte e chiaro: la transizione ecologica non solo è possibile, ma può anche rappresentare un’opportunità di sviluppo sostenibile per le  nostre comunità. Il parco è un risultato importante per la città di Grosseto in particolare. La scelta di tecnologie all’avanguardia rende l’impianto moderno e innovativo: un investimento che guarda al futuro producendo ricadute positive già nell’immediato. L’illuminazione  intelligente della ciclabile di Marina è poi un valore aggiunto di cui sia i cittadini che i tanti visitatori che in estate scelgono la Maremma potranno godere all’insegna di uno stile di vita e di vacanza sempre più sostenibile».

 

Viola tre norme ma l’autovelox illegale è ancora lì

L'autovelox di Rispescia, una macchina da soldi per il Comune di Grosseto e, a destra, quello di Campagnatico

CAMPAGNATICO. Sotto il sole cocente di mercoledì 25 giugno, sulla stessa piazzola lungo la Grosseto-Siena, poco prima dell’uscita di Campagnatico, c’era il solito autovelox. Quello che viola tre norme del decreto Salvini, quello le cui multe elevate non sono valide. A patto però, che gli automobilisti che si vedono arrivare la sanzione a casa, si presentino in tribunale, davanti al giudice di Pace, per fare ricorso. 

E, se lo vincono, le spese le paga la Prefettura.

Considerando quindi, il numero di sanzioni che potrebbero essere annullate, immaginarsi un danno erariale non pare così difficile. Con buona pace di comandanti delle polizie municipali e provinciali che continuano a piazzare i rilevatori di velocità in barba alle regole del codice della strada. 

Sequestri disposti dalle Procure in mezz’Italia

Alle proteste degli automobilisti, alcuni dei quali hanno passato in rassegna tutta la normativa vigente in Italia sull’odiato autovelox, alcune Procure hanno cominciato a sequestrare gli impianti non omologati

È successo a Pietrasanta, su disposizione del gip di Lucca, che ha fatto riferimento, come altri colleghi dalla Toscana fino al Veneto, alla sentenza della Cassazione del 14 maggio 2025, la numero 12924. 

Autovelox che erano autorizzati ma che non erano omologati. Come lo sono appunto quello di Campagnatico, che mercoledì 25 giugno era stato sistemato sulla solita piazzola e quello di Rispescia

Diversi Comuni hanno scelto di aspettare a ripresentarsi lungo la strada con i rilevatori di velocità, proprio per non incorrere in valanghe di ricorsi alle sanzioni elevate. Lo ha fatto anche quello di Monticiano, sempre sulla Grosseto – Siena, che al momento ha spento il tutor all’ingresso dell’area di cantiere della quattro corsie. 

La bozza di decreto ritirata

Ci sono state due ordinanze della Cassazione, quelle pubblicate a fine maggio, a complicare il quadro e, soprattutto, a confermare che nessuna multa fatta in Italia sarebbe valida. Entrambe, confermano la stessa cosa: non basta l’approvazione di un macchinario, serve anche l’omologazione

E quest’ultima è impossibile in Italia, perché il decreto sull’omologazione degli autovelox non è mai stato adottato. Ecco perché tutte le multe possono essere annullate, anche se la procedura è tutt’altro che semplice. Lo spieghiamo in fondo a questo articolo.

Nei mesi scorsi il ministero aveva mandato a Bruxelles una bozza di decreto a sanatoria, che avrebbe considerato “omologati” tutti gli autovelox costruiti dopo il 13 aprile 2017, ma è stata poi ritirata. Il decreto sarà ripresentato ma, al momento, non c’è.

 

Un branco enorme di cinghiali a spasso sulla strada – IL VIDEO

GROSSETO. La Maremma si sa è anche terra di cinghiali, ma veder sfilare davanti a se un branco di quasi quaranta irsuti (forse anche qualcuno in più), fra maschi e femmine, e una miriade di “porchetti” è sempre una scena particolare.

Per di più se attraversano tutti, ma proprio tutti la strada in modo composto, incuranti dell’arrivo delle auto. Anzi quasi con la sfrontatezza di chi quel tratto lo conosce bene per rientrare nei campi. Un passaggio sicuro, usato chissà quante volte.

La ripresa fatta dalla propria auto

Nel video di Jimbo Ferrari, ripreso con il cellulare dall’interno della sua auto verso le 22 sulla strada provinciale della Trappola, il transito del “branco selvaggio” fa quasi tenerezza. Il totale degli irsuti è difficile da contare, anche perché qualcuno poteva essere già transitato. I cinghiali hanno attraversato all’altezza del Casale Santo Stefano a Principina Terra. 

Quando un amico ti dice occhio ai cinghiali, beh le immagini parlano da sole ed è bene su quasi tutte le strade periferiche maremmane (ma anche qualche arteria importante), fare molta attenzione. Dietro a una curva, ma anche in un rettilineo, si potrebbero fare incontri non desiderati.