GROSSETO. Ospitiamo l’intervento di Fabio Tavarelli, editore di MaremmaOggi, ma soprattutto amministratore di aziende turistiche basate in Maremma con un’offerta di oltre mille posti letto e consigliere delegato all’economia del comune di Castiglione della Pescaia.
La querelle sulle presenze
«In questi giorni si stanno susseguendo analisi e opinioni sulle presenze di turisti sulla costa maremmana. Qualche angoscia per una occupazione inferiore agli anni passati, il disorientamento per il rincaro dei prezzi e gli innegabili effetti del cambiamento climatico, hanno generato un clima di allarme e sfiducia», esordisce Tavarelli.
«L’incontenibile propensione di qualche cassandra nel guardare il bicchiere mezzo vuoto ha innescato una propensione a denigrare tutto e tutti – spiega – Qualche ombrellone libero e qualche appartamento vuoto, sicuramente tra quelli dove il rinnovo dell’arredamento si fa attendere da un po’ troppo tempo, hanno innescato la corsa alla demolizione dell’immagine della capacità di accoglienza della Maremma».
«Come sempre in questi casi, si sovrappongono facili paragoni con la ricettività dell’Adriatico, oggi di più dell’Albania (una volta era la Croazia) – aggiunge – le campagne del Salento, poi le spiagge della Tunisia e del Marocco».
La complessità del sistema Maremma
La Maremma, all’interno dei suoi meravigliosi paesaggi, nel tempo ha messo a punto un’offerta turistica articolata, sia per tipologia di servizi, sia per location, sia per target economico degli ospiti.
«In Maremma si soggiorna in qualsiasi periodo dell’anno pagando una camera da meno di cento euro a notte a più di mille, dipende solo da ciò che si cerca – dice Tavarelli – Una piazzola per una tenda in un campeggio a Punta Ala a ferragosto a 20 metri dal mare costa 18 euro, e con 50 euro al giorno soggiorna una famiglia; la stessa notte si può dormire all’Andana, nella splendida tenuta della Badiola, o all’Hotel Il Pellicano, affacciati sul mare dell’Argentario, spendendo da poco più di 700 a 3.000 euro a notte».
Nel mezzo ci sono soluzioni per tutti i gusti e tutte le tasche.
«Dalle colline di Capalbio che affacciano sul mare, con gli incantevoli stabilimenti di Chiarone e di Macchiatonda, fino alle scogliere dell’Argentario, il Parco dell’Uccellina, le spiagge di Castiglione e di Punta Ala, le cale di fronte all’Elba. Con un entroterra da poesia, che va dal Montecucco al Morellino, dal lago dell’Accesa a Magliano e Manciano e i loro poderi con l’affaccio sulla Corsica – aggiunge – Per non dire dell’Amiata, dove la gastronomia rende un qualsiasi soggiorno degno di essere speso, con le giornate a godersi le passeggiate sotto i faggi o per le colline della Val d’Orcia, fino al Farma».
«Un’offerta turistica naturale che ha pochi eguali al mondo, e che tradizionalmente è un porto dell’accoglienza di ogni turista, senza distinguere per provenienza o capacità di spesa – spiega ancora – E, in tema di porti, la Maremma offre sette approdi in 100 km di costa, da Porto Ercole sino alla Marina di Scarlino, uno ogni 15 chilometri. Ridurre ai prezzi il calo delle presenze significa guardare il dito e non la luna».
La recessione economica
Il mondo dal 2020 a oggi ha attraversato due anni di pandemia, un anno di caro bollette dovuto alla crisi dell’energia, un’inflazione a un livello tale che non si registrava da 38 anni, un aumento dei tassi di interesse cinque punti sopra a quello degli ultimi cinque anni e pari a quello del 2009.
Gli stipendi sono rimasti sostanzialmente invariati negli ultimi dieci anni, e quindi hanno perso solo valore d’acquisto; le materie prime sono schizzate alle stelle e i prezzi dei beni al consumo hanno seguito lo stesso andamento. Siamo in piena recessione.
«Il risparmio (forzoso) delle famiglie durante la pandemia – peraltro sottratto al ciclo dei consumi del settore retail, fatta eccezione per la GDO alimentare – ha sostenuto le vacanze del periodo Covid e il caro bollette dello scorso anno – spiega l’imprenditore – ma era chiaro che inflazione e aumento dei tassi riducessero infine in maniera drastica la capacità di spesa delle famiglie.
Forse, per giustificare la diminuzione delle presenze, bastava guardare qualche numero: andare in vacanza è diventato poco sostenibile per molte persone, e così sarà sino alla riduzione della inflazione nel range del 2% inseguito dall’Europa e alla conseguente riduzione dei tassi di interesse.
La riapertura dei mercati esteri per i viaggi, ovviamente è un elemento da tenere in conto, ma così come gli italiani hanno ripreso a viaggiare, allo stesso modo fanno gli altri europei».
Saranno i numeri delle presenze a fine stagione a dire se sono stati più italiani a andare all’estero o più stranieri a ritornare in Italia, «ma di sicuro non è questo il fattore primario – dice ancora Tavarelli – La riduzione delle presenze turistiche, in Maremma come nel resto del paese, altro non è che la conseguenza della situazione economica nazionale e internazionale».
«Ignorarla o pensare di risolverla con l’evocazione di mercati più economici, battute populiste sulla durata della stagione o sui prezzi dei servizi (e delle quali, in tutta sincerità, siamo stanchi), è un esercizio fine a se stesso – dice – Con l’attuale situazione economica dovremo continuare a fare i conti per i prossimi anni, e non ci sono formule magiche che a livello locale possano ribaltare la situazione. Svendere servizi di qualità pensando di intercettare l’offerta turistica è una strategia che avrebbe campo breve, al di là della oggettiva difficoltà di sostenerne il costo.
Forse aiuterebbe più guardare il bicchiere mezzo pieno e farne tesoro».
La sfida della qualità
Le aziende turistiche maremmane da anni investono nella qualità: rinnovando le strutture, implementando i servizi, l’offerta gastronomica e quella dell’intrattenimento.
I campeggi sono diventati glamping, canadesi e roulotte hanno lasciato il posto a boungalow e lodge tent attrezzate, che, in piena crisi, continuano a sostenere l’offerta.
Le strutture alberghiere sostengono continui costi di ammodernamento e implementazione delle offerte di servizi per gli ospiti.
«Sempre più spesso, insieme al soggiorno, vengono offerte esperienze, per le quali sul nostro territorio c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalle degustazioni nelle cantine, alle visite dei siti archeologici, alla partecipazione alle vendemmie e alla raccolta delle olive, fino ai pacchetti balneari che spaziano dall’organizzazione del soggiorno in spiaggia alla visita della costa e delle isole.
Gli imprenditori più lungimiranti, e sono la maggior parte, hanno colto il valore della qualità ambientale dell’accoglienza, e hanno fatto importanti investimenti nelle sistemazioni ambientali, conferendo alle loro strutture la caratteristica della esclusiva e sostenibilità.
Il pay-off della promozione turistica di Castiglione della Pescaia negli anni 70 quando gli operatori della azienda di soggiorno sponsorizzavano la cittadina alle fiere a Stoccolma e a Berlino era “Una vacanza nella natura”. La strada dunque era già tracciata».
Anche il mercato delle seconde case si è trasformato: la maggior parte degli alloggi sono stati rinnovati e ben forniti, il tempo degli alloggi arredati con i mobili dismessi appartiene al passato.
«Il sistema turistico toscano già prevede da anni, anche per gli affitti turistici nelle seconde case, la registrazione degli ospiti e l’organizzazione dell’accoglienza – spiega – Comunque è il mercato a fare pulizia e a costringere al rinnovamento, l’offerta scadente viene sostituita da quella di qualità, alla fine sono i turisti a scegliere il giusto equilibrio tra prezzo e qualità. L’obbiettivo al quale tendere è dunque quello della promozione della grande capacità della Maremma di accogliere e coccolare i suoi ospiti, in un ambiente naturale unico al mondo.
Una capacità attuale, messa a punto in anni di sforzi e di sacrifici, dalle strutture più esclusive con i loro chef stellati fino agli agriturismi a gestione familiare dove ancora si sorprendono gli ospiti con le tagliatelle o i tortelli fatti in casa, con la sfoglia tirata a mano.
La lungimiranza di alcuni amministratori locali, insieme alla distanza dalle grandi arterie di scorrimento e dunque alla mancanza di un’ industria pesante, ha poi regalato alla Maremma un’altra chiave di successo nell’accoglienza: la sostenibilità ambientale.
Da un quarto di secolo perle rare come Castiglione della Pescaia ricevono riconoscimenti della bellezza e della capacità di preservazione dei loro territori, come le cinque vele di Legambiente: quest’anno la Maremma registra tre presenze sul podio delle 21 regine italiane della sostenibilità: insieme a Castiglione, anche Isola del Giglio e Capalbio hanno ricevuto il più alto riconoscimento.
Un riconoscimento, che per un territorio dove vive lo 0,33% della popolazione italiana, rappresenta un privilegio esclusivo e una spinta a continuare su questa strada.
Del resto paradisi naturali come l’Oasi faunistica di Burano, con il suo lago separato dal mare da una lingua di sabbia, o la riserva naturale della Diaccia Botrona, con i suoi oltre mille ettari di area palustre dominata da fenicotteri e aironi, rappresentano una attrattiva ben più solida e durevole di quelle che magari troneggiano su altri lidi.
La Maremma è un posto dove si può venire tutto l’anno senza mai restare delusi, non c’è scorcio o angolo di questa terra che non ti sorprenda.
La strada giusta è quella intrapresa, certo si dovrà lavorare sempre più sulla mobilità leggera, sull’autosufficienza energetica, sul potenziamento del trasporto pubblico, sulla promozione; ma per questa ultima basta raccontare la Maremma come è, non c’è bisogno di inventare nulla».
La ricetta vincente
L’analisi di Tavarelli, infine, passa a evocare interventi di competenza di un livello superiore.
«Credo che per rendere ancora più competitiva in maniera stabile l’offerta turistica servirebbero due grandi cambiamenti a livello di sistema centrale: da una parte ridurre a un mese le vacanze estive delle scuole, distribuendo i giorni di festa durante l’anno. Dall’altra, rendere obbligatorio il completamento degli studi superiori per i giovani, anche con scuole serali e corsi di formazione compatibili con l’occupazione.
Nonostante i cambiamenti climatici, la Maremma può riservare le sue meraviglie per quasi tutto l’anno, una stagione di una durata che potenzialmente non ha rivali. Concentrare le vacanze nei tre mesi estivi penalizza la qualità dei servizi, collassa le località turistiche, contrae la durata della occupazione limitando le assunzioni a periodi troppo brevi.
Per non dire delle difficoltà delle famiglie di gestire i figli per l’intera durata delle vacanze estive.
Il resto del mondo ha vacanze estive molto più brevi, e distribuisce durante l’anno i giorni di festa per gli studenti; così le famiglie potrebbero spostarsi in periodi dell’anno diversi dall’agosto, evitando l’affollamento e fruendo in maniera più agevole del territorio.
L’economia turistica, allo stesso tempo, perderebbe il carattere della stagionalità, con benefici per le imprese e per gli occupati, che certo non possono sopravvivere con contributi per la disoccupazione sempre più insufficienti a garantire l’autonomia economica.
Quanto agli studi “obbligatori”, l’unica risposta a chi lamenta la scarsa qualità dei servizi è supportarli con l’istruzione, con studi specialistici, con corsi professionali, dalle scuole alberghiere a quelle delle lingue alla comunicazione e al marketing, dai quali escano veri professionisti del turismo. L’allargamento del nostro mercato agli stranieri transita nello studio delle lingue, nell’apprendimento delle migliore pratiche dell’accoglienza e della promozione turistica applicate nel resto del mondo, nell’apertura della mente che significa anche aprire le braccia agli ospiti di tutto il mondo».
«Fino a qualche anno – conclude Tavarelli – auspicare questi cambiamenti poteva essere un sogno, ma oggi si tratterrebbe solo di un piccolo passo verso un’ integrazione europeista dove la istruzione è il ponte verso la professionalità e l’autonomia».
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