GROSSETO. Il turismo è sicuramente una delle prime risorse del territorio maremmano e in generale della Toscana, e i dati di questa estate sembrano fin qui raccontarlo: ad oggi si registra un 12,4% in più rispetto allo scorso anno. Ma ci sono dei punti interrogativi che solo alla fine della stagione saranno analizzati.
Nel 2021 infatti, una città come Firenze per esempio è praticamente crollata, passano da oltre 11 milioni di presenze a circa 3 milioni: ora la situazione sembra oggettivamente diversa, e per far salire l’indice basta appunto che alcune città d’arte della Toscana tornino alla normalità pre-Covid 19.
Tutt’altra storia per la costa e l’entroterra, punti forza del turismo estivo. A ben guardare ci sono diversi campanelli d’allarme, dall’Argentario a Follonica passando per Castiglione che proprio dodici mesi fa si è piazzata al secondo posto per le presenze, con diverse associazioni di categoria che denunciano molte disdette, moltissime all’ultime momento a causa sempre del Covid: dati ovviamente non ce ne sono, ma la sensazione è anche quella che diversi turisti, vista la crisi incombente, l’aumento dei prezzi come i carburanti, abbiano preso al volo l’opportunità di non confermare la vacanza. Magari andando all’estero, a prezzi di saldo. Considerazioni che gli addetti ai lavori dovranno fare sicuramente.
Intanto l’assessore regionale Leonardo Marras ha reso noto un dato che certamente ha il suo effetto: ad oggi risulta un +12,4 per cento di aumento di presenze in tutta la Toscana, un dato che rincuora, quasi emoziona rendendoci capaci di sperare ancora nel futuro.
Ma quanto di questa percentuale è davvero da segno più?
Le associazioni di categoria non sembrano essere completamente d’accordo sull’esultanza che ha suscitato in ambiente politico questa percentuale. In effetti, partendo dal dato di fatto che la nostra regione ha flussi diversi di visitatori esattamente per quante tipologie di turismo offra, il dato potrebbe essere assai relativo.
Turismo montano, marino e delle città d’arte; ma anche termale o agrituristico. Ad ognuno il suo ed ognuno di questi con i rispettivi dati. È possibile infatti che la percentuale regionale sia data da settori che hanno fatto registrare un aumento considerevole delle presenze turistiche, vedi il caso delle città d’arte, e da altri dove potrebbe esserci stato invece un calo.
«Dovremmo aspettare i prossimi dati prima di inneggiare alla ripresa – hanno puntualizzato i rappresentanti di categoria – Le scorse estati sono andate molto bene perché la pandemia ha scoraggiato i viaggi all’estero; quest’anno invece il turismo internazionale ha ripreso giustamente il suo trend quindi non è detto che il 2022 sarà, per noi della costa, altrettanto favorevole. Inoltre sono i mesi di maggio, settembre ed ottobre che decideranno se le politiche adottate per la promozione turistica siano state all’altezza della crisi oppure no».
Nel frattempo la risalita della curva dei contagi da Covid si è fatta sentire anche nelle prenotazioni già confermate nelle varie strutture turistiche: sono infatti fioccate disdette e cancellazioni alcune delle quali rimandate a settembre su cui però incombe incertezza e previsioni poco incoraggianti.
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