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Torturato e ucciso in carcere, nessuna giustizia per Simone

La storia del 35enne leccese è una di quelle raccontate nel libro “Prigionieri dimenticati”, che sarà presentato a Grosseto mercoledì 10 aprile alle 18.30 nella sede di MaremmaOggi
Simone Renda

GROSSETO. Torturato e ucciso, a 35 anni, nella cella di un carcere messicano. Una targa installata in un giardino di Lecce, ricorda Simone Renda. La sua storia è una di quelle che compongono il libro “Prigionieri dimenticati”, di Katia Anedda e Federico Vespa. Il libro sarà presentato mercoledì 10 aprile alle 18.30 nella sede di MaremmaOggi. 

Nessuna giustizia per Simone

I giudici della Corte d’Assise di Lecce hanno condannato sei persone per la morte del bancario leccese. Si tratta di un giudice, due vicedirettori del carcere e tre agenti del penitenziario per omicidio volontario.

Simone Renda morì dopo tre giorni di tortura nel carcere di Playa del Carmen. Il giovane leccese fu lasciato senza acqua né cibo e con una grave disfunzione epatica in corso.

Il 35enne era stato arrestato per disturbo della quiete pubblica.

Renda fu ritrovato in stato confusionale nella sua camera d’albergo, derubato di carta di credito e senza portafogli, e fu condotto in carcere. Le sue condizioni di salute erano critiche, così come certificato da un medico. Ma invece di essere condotto in ospedale, fu rinchiuso in una cella in isolamento dove trovò la morte per insufficienza epatica e poi renale

Nonostante la sentenza di condanna, pronunciata nel 2016, per Simone non è stata fatta giustizia: gli imputati sono contumaci, quindi la sentenza deve essere loro notificata perché possano proporre appello. Ma le autorità messicane non ne hanno voluto sapere di collaborare con l’autorità giudiziaria italiana, e tutte le richieste di notifica, avanzata per il tramite del Ministero della Giustizia, sono state disattese, con le scuse più banali. Fra le altre, quella di non conoscere il domicilio degli imputati. 

L’associazione, le famiglie, i detenuti: se ne parla a MaremmaOggi

Del caso di Simone Renda se n’è occupata l’associazione Prigionieri del silenzio, la onlus fondata e presieduta da Katia Anedda. La presidente, insieme all’avvocata Francesca Carnicelli, legale della onlus, mercoledì 10 aprile alle 18.30 presenteranno il libro nella redazione di MaremmaOggi, in piazza Mensini 1 a Grosseto.

 

 
 
 
 
 
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Alla presentazione del libro e dell’attività della Onlus, coordinata dal direttore di MaremmaOggi Guido Fiorini, sono previsti gli interventi di alcuni familiari che hanno vissuto e che stanno vivendo in prima persona il calvario della detenzione all’estero e il saluto del sottosegretario agli Affari esteri Giorgio Silli

Ci saranno Vania Angione, sorella di Juri, l’orbetellano arrestato venti anni fa a Bali e detenuto 10 anni nelle carceri indonesiane, in collegamento da Londra Ornella Matraxia, la mamma di Filippo Mosca, un ragazzo di 28 anni detenuto in Romania e condannato a 8 anni di carcere nonostante sia stato completamente scagionato dall’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. 

La presentazione del libro, la seconda dopo quella organizzata dal senatore Giulio Terzi di Sant’Agata in Senato, sarà trasmessa anche in diretta sui nostri canali social. 

Potrete seguire la diretta direttamente cliccando qui

 

L’ingresso è libero. Dopo la presentazione del libro, sarà offerto un aperitivo ai nostri graditi ospiti. 

L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Grosseto ed è realizzata grazie alla collaborazione di Conad, Sciuto e Betti, Farmacia La Rugginosa, Ferroedilizia, Hortuli Osiani, Panificio 900 e Chimenti distribuzione.

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Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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