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Albobrandesca, Rapposelli: «Vogliamo la promozione»

Terza categoria, il segretario della squadra di Arcidosso: «Il paese ci segue. Siamo partiti bene. Ma lo Scarlino è fortissimo»
L'Aldobrandesca di Arcidosso
L’Aldobrandesca di Arcidosso

di Giancarlo Mallarini

ARCIDOSSO. L’Aldobrandesca abita in via Firenze. Le ombre della notte hanno già abbracciato Arcidosso, è ora di cena. Non per tutti. In via Firenze, infatti, si accendo le luci per svegliare il campo di calcio in attesa che la squadra si alleni sotto la guida e lo sguardo di Zamperini, il mister. L’atmosfera è cambiata, il campionato si è messo in moto, la solitudine è un ricordo, anche il silenzio che avvolgeva le porte e le bandierine del calcio d’angolo.

«I sacrifici sono durati quasi 2 anni – racconta il segretario Alberto Rapposelli – una situazione ci ha fatto molto (sospiro) molto male moralmente e non solo. È vero che il calcio non è tutto, è solo un gioco, ma quando il pallone rotola si vive meglio, si è più allegri e ottimisti. Quelli che hanno sofferto maggiormente sono stati i giocatori, giovani o uomini non c’era differenza. Nelle nostra piccola realtà, poi, il disagio si amplificava in mancanza di alternative. Auguriamoci di non dover ripetere questa bruttissima esperienza – continua Alberto – il paese ci segue con molto affetto, ci sta vicino».

Il segretario getta lo sguardo sul terreno di gioco, la seduta è iniziata, alle spalle l’allegria della prima vittoria.

«I successi sono sempre portatori di ventate d’ottimismo, sono eccellenti segnali per accarezzare quello che abbiamo in mente».

Cioè?

«La nostra aspirazione è la promozione – confessa con un pizzico di impaccio nel pronunciare la frase – stiamo lavorando al meglio per poterla regalare a tutti noi, paese compreso. Sono segretario da 4 anni, alle spalle altre esperienze, vivo questa stagione con intensa partecipazione in attesa di vedere le speranze diventare realtà. Sono consapevole che non sarà facile visto le avversarie del girone».

Una di queste si chiama Scarlino?

«Certamente, noi lo definiamo la corazzata, nome che contiene e dice tutto. Domenica lo affronteremo sul nostro terreno, sportivamente avvertiamo già l’emozione della partita».

Tutto facile a Braccagni?

«Diciamo che siamo rientrati soddisfatti. Loro sono molto giovani con un gruppo in fase di assestamento – termina il segretario – noi per il terzo anno consecutivo abbiamo mantenuto quasi la stessa rosa per la maggioranza formata da giocatori del territorio. Questo è un grande vantaggio nel calcio».

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