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Terremoto 5 Stelle. Olivotto lascia. Gori resta (per ora)

Lorenzo Olivotto si dimette dal Movimento 5 Stelle e da coordinatore. Gori in linea con lui: «Resto per rispetto del mandato degli elettori»
Giacomo Gori e Lorenzo Olivotto: quest'ultimo si è dimesso dal Movimento 5 Stelle
Giacomo Gori e Lorenzo Olivotto: quest’ultimo si è dimesso dal Movimento 5 Stelle

GROSSETO. Più che un movimento, è un terremoto. Lorenzo Olivotto, pitiglianese, si dimette dal ruolo di coordinatore provinciale dei 5 Stelle e anche dal Movimento stesso. Lo fa con una lunga lettera aperta. E Giacomo Gori, consigliere comunale dei 5 Stelle, è in linea con lui su tutto. Del resto, prima dell’avvio della Costituente di Giuseppe Conte, loro scrissero una lettera al presidente del Movimento, criticando il processo in corso. Non ebbero risposta.

E ora Olivotto lascia il Movimento. Giacomo Gori non lo segue solo perché ha una carica istituzionale, è stato scelto dai cittadini e non per una nomina interna, quindi rispetta il loro mandato. Ma è chiaro che aspetta gli eventi per fare un passo ulteriore anche lui. Da gennaio, intanto, partirà un progetto di movimento civico, in vista delle prossime amministrative.

Olivotto: «Dopo 15 anni, dimissioni irrevocabili»

«Con la conclusione della Costituente – scrive Lorenzo Olivotto – e dopo un adeguato periodo di riflessione, comunico le mie dimissioni irrevocabili dal ruolo di coordinatore provinciale per il M5S e, conseguentemente, come iscritto del Movimento».

«Precisamente quindici anni fa aderii con convinzione a quello che è stato certamente il soggetto politico più all’avanguardia e rivoluzionario che si sia seduto nelle istituzioni. Al tempo ero già un felice “amico di Beppe Grillo”, ne avevo seguito le battaglie, gli spettacoli e il blog».

«In questo lungo percorso ho potuto essere un attivista, un portavoce e, infine, un coordinatore. In tutte queste fasi, affrontate come un percorso personale di crescita, non ho mai perso di vista alcuni obiettivi con più o meno ampio respiro politico; per realizzarli ho sempre potuto confidare su una comunità molto vivace e preparata, e su amici davvero leali».

«Persuaso dell’idea che “il male vada sradicato dai campi che conosciamo […]”  (cit.) ho cercato di non allontanarmi troppo dalle mie radici territoriali rinunciando ad incarichi prestigiosi, almeno secondo la mentalità più comune in politica».

«Ero certo che avrei potuto contare sul supporto di tanti amici entrati nelle istituzioni sovraordinate, e così per me è sempre stato».

«Con grande attenzione alle parole, ho cercato di essere un ambasciatore discreto ma fermo dei nostri valori fondanti, valori che ho raccontato in tutte le occasioni in giro per la Maremma, la Toscana e anche per l’Italia, soprattutto all’inizio del mio percorso nel Movimento quando ero un portavoce e non avevamo ancora rappresentanti in Parlamento».

«Un “ortodosso” come mi hanno definito alcuni, tuttavia sempre ben disposto alla ragionevolezza e alla flessibilità di pensiero quando ciò è stato necessario per accogliere alcuni cambiamenti dettati dalle mutevoli circostanze».

I primi disagi con il secondo governo Conte

«I primi disagi – prosegue Olivotto – per me sono sorti con il secondo governo Conte, dove mettemmo da parte la bellissima esperienza del contratto di governo e sul piatto anche, “inspiegabilmente”, alcuni ministeri. Votai contrariamente alle consultazioni».

«Fui ad un passo dal mollare su Draghi, quando gli iscritti videro il garante, il presidente ed ex presidente del consiglio esprimersi favorevolmente sulla scelta politica senza che venisse minimamente descritto il perimetro politico di quel governo. Superai quella fase solo capendo il momento storico».

I gruppi territoriali mi resero fiducia

«Quando ti senti tradito non è facile riacquisire la fiducia, che invero recuperai quando, rimasto per le forti pressioni di vertici e amici, si tornò a parlare di gruppi territoriali col nuovo statuto e anche della possibilità di introdurre la figura di un logico coordinamento, ruolo che ho ricoperto con impegno sino ad adesso. Anche su questo una riflessione personale: gli iscritti grossetani sanno bene che non sono mai stato a mio agio ad avere un ruolo di funzione politica e di segreteria così importanti passando attraverso una nomina diretta e, proprio perché vengo dagli albori dell’”Uno vale uno”, ho sempre cercato di far emergere la mia presenza di coordinatore provinciale solo quando necessaria alla provincia e non al mio ego».

«Fatto è che ci siamo ritrovati, e per almeno un anno le cose hanno incominciato a funzionare anche discretamente bene. Contemporaneamente nel coordinamento regionale e nazionale ho cercato di far passare il messaggio che la figura del presidente fosse troppo abusata e che, sminuito il suo alto profilo per mano di attacchi mediatici, saremmo stati nei guai se non avessimo adoperato delle alternative».

Campagna elettorale costosa e poco efficace

«Invece, abbiamo continuato a puntare tutto su una sola persona per comunicare agli Italiani le nostre cause e ad ogni minimo problema non ci siamo mai fermati per fare il punto della situazione. Il vaso si è scoperchiato quando ormai ad amministrative e liste fatte, quest’anno, ci siamo ritrovati a dover subire una campagna elettorale pensata male, costosa e del tutto infruttuosa sia a livello locale sia, soprattutto, europeo nella quale siamo scesi sotto il 10% dei consensi».

«Ancora convinto di poter dare una mano, insieme a tanti colleghi, ho chiesto di fermarci tutti un attimo a riorganizzarci perché i problemi erano evidenti come alcune possibili soluzioni. Ho ricevuto il silenzio per mesi per poi scoprire, a mezzo stampa, che il Movimento era nel bel mezzo di una fase (ri)-costituente».

Nessuno sapeva nulla della Costituente

«Nessuno, e per nessuno intendo dire nessuno, al di fuori di una ristretta cerchia ne sapeva nulla. Questo non sarebbe stato nemmeno un grande problema se la cosa si fosse svolta velocemente. Invece i tempi sono diventati lunghissimi, si giunge a novembre 2024 e una sola riunione lo scorso giugno 2024 dove non siamo stati nemmeno in grado di fare la cosa più importante afferente al coordinamento Toscano, ovvero organizzare le imminenti elezioni regionali».

«La Costituente. Non entro nel merito di com’è stata organizzato ciò che restituisce un movimento a ranghi sicuramente rafforzati, sancendo al contempo la fine di un’era. Non posso dirmi lontano dai temi emersi, che trovo comunque scontati per noi, una distrazione interna che all’esterno non sposta di un soffio l’opinione pubblica. E non sono certamente distante dalle persone che compongono le “nostre” fila».

Un filo con il Movimento che si è spezzato

«Ciò che mi lega e mi ha legato al Movimento si è tuttavia spezzato, e a questo non posso porre rimedio in nessun modo. Per tanti anni ho raccontato una storia rivoluzionaria alle persone, con passione ed onestà intellettuale molto sentite».

«La Costituente sancisce l’ultimo strappo con un percorso che non mi appartiene dove si elimina il vincolo del secondo mandato e si cancella per sempre il concetto che “le idee non sono né di destra né di sinistra, sono buone o cattive”. Segue la prassi di “bloccare” al primo posto in lista persone scelte dal presidente».

«Abbiamo quindi i listini bloccati, dove anche il secondo e terzo posto saranno terreno facile per i big, ormai con il terzo mandato o più a disposizione. Siamo posizionati da una parte. E siamo diventati un partito a compartimenti stagni».

«Non potendo adeguarmi, posso solo fare una scelta di grande rispetto per chi ancora crede, lotta e fa di tutto per migliorare la qualità di vita dei cittadini: farmi da parte. Così facendo chi vorrà avrà più spazio per fare ciò che io non ho più nel cuore di fare».

«Avrei potuto restare, ancora per tenere questo o quel ruolo, ma ci stiamo da troppo tempo occupando di questioni interne, anche di potere. Semmai avverrà un mio ritorno sarà quando ci potremo confrontare, raccontandoci per una volta la verità sulle tante cose accadute negli ultimi due anni».

«Saluto i tanti compagni, i coordinatori e gli iscritti, con l’augurio di avere grandi successi. Saluto anche gli amici che a proprie spese tentano di addrizzare la barca con spirito di abnegazione. Ringrazio coloro i quali hanno tentato di tenermi dentro, ancora, e i tanti che mi hanno scritto messaggi di saluto molto belli. Resterò un cittadino informato, attento e sempre pronto a rompere il silenzio quando vedrò che qualcosa non funziona come secondo me dovrebbe! “Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita” (S. Francesco)”

Gori: «Resto per rispetto agli elettori, ma in linea con  Olivotto»

Giacomo Gori, come detto, è in linea con Lorenzo Olivotto, pur restando, per ora, nel Movimento, per rispetto del mandato avuto dagli elettori alle Amministrative del 2021.

«Capisco le motivazioni di Lorenzo, condivido le parole che ha scritto. In fondo già prima dell’inizio della Costituente voluta da Conte gli scrivemmo una lettera aperta come gruppo territoriale, criticando il processo che aveva iniziato. Non abbiamo avuto alcun cenno di riscontro, nessuna risposta. Io ho vissuto la nascita del Movimento 5 Stelle fin dagli albori, nel 2007. Se avessi pensato che la politica “tradizionale” fosse efficace, non sarei stato fra i fondatori del Movimento. Ora non si può tornare indietro».

Al momento, però, Gori non ha intenzione di fare lo stesso passo.

«Ho ricevuto un mandato dagli elettori che, nel 2021, mi hanno eletto in quanto candidato con il Movimento 5 Stelle. Non posso tradire una fiducia che mi è stata data su tematiche che, allora, erano molto chiare. Ora lo sono molto meno, per questo sono alla finestra per capire cosa potrà succedere. E da gennaio partiamo con un progetto civico, molto ambizioso».

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