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Tartarughine nate sotto al lettino del bagnetto

Una femmina è uscita dall’acqua e si è rifugiata nello stabilimento: l’emozione delle volontarie di TartAmare

GROSSETO. L’emozione di vedere una mamma tartaruga uscire dall’acqua, di sera, cercare un luogo appartato per deporre le uova sotto la sabbia e far nascere i propri piccoli a due passi dal mare. È successo a Marina di Grosseto durante il mese di agosto: un luogo sicuro, non inquinato, adatto alla procreazione della specie.

La deposizione delle uova ripresa con lo smartphone

La spiaggia di Marina di Grosseto, e non è la prima volta, è stata anche quest’anno testimone di un evento che scalda il cuore. Il fatto che una mamma tartaruga abbia scelto proprio il nostro litorale conferma che la bandiera blu ottenuta nel 2021, per il 23esimo anno consecutivo, è la riprova che il mare che bagna questo lembo di costa Toscana è pulito, tanto da essere gradito anche da questi animali millenari, la cui presenza ha l’effetto di una cartina di tornasole dal momento che sono soliti prediligere le acque cristalline.

Una turista ha filmato con il telefonino proprio il momento in cui mamma tartaruga esce dall’acqua, risale il bagno asciuga, e poi al sicuro da occhi indiscreti , si adagia sotto un lettino e scava per nascondere le uova sotto la sabbia in attesa che i piccoli nascano, e raggiungano per la prima volta il mare. Le tartarughe marine sono esemplari millenari che vivono in mare ma che raggiungono la terraferma nei due momenti più importanti della loro vita: la nascita e la riproduzione.

Le uova appena deposte
Le uova appena deposte sulla spiaggia

Animali millenari protetti da TartAmare

A proteggere queste creature dai predatori e far sì che la nidificazione vada a buon fine, ci pensa TartAmare, un’associazione di biologi, studenti, o semplici volontari, che da anni opera per la salvaguardia di questa specie che, solo qualche anno fa, era a rischio di estinzione. «Il centro TartAmare – spiega  Korim Eliana Astete, giovane biologa del centro – oltre che della cura e della riabilitazione delle tartarughe marine si occupa anche di ricerca scientifica. Durante il periodo di permanenza di questi esemplari nel nostro ospedale, infatti, riusciamo a prelevare dei campioni di sangue necessari a comprendere come conservare al meglio questa specie protetta».

Le volontarie di TartAmare
Le volontarie di TartAmare sulla spiaggia

Con il sorriso stampato in faccia di chi è orgoglioso del proprio operato, Luana Papetti, biologa nonché direttore scientifico di Tartamare, racconta la storia di quest’associazione nata nel settembre 2016 grazie all’entusiasmo di tanti volontari che amano la natura, il mare, la conservazione ambientale e la divulgazione scientifica, ma al tempo stesso si dedicano all‘educazione del prossimo al rispetto della natura.

Tutela e valorizzazione del territorio

Il sodalizio no-profit opera su tutto il territorio toscano, ma in particolare in questo specchio di mare in convenzione con il Comune di Grosseto per tutelare e valorizzare le risorse della Maremma, focalizzando la propria attività sulla salvaguardia delle specie di fauna e flora associate agli ambienti marino-costieri, in particolare appunto al mondo delle tartarughe marine. «Ne abbiamo curate davvero tante –  dice Luana –  e ogni volta che riusciamo a guarire una tartaruga che magari era rimasta impigliata in una rete da pesca e si era ferita, per noi tutti è una gioia immensa. Il momento più bello è quando a bordo di un gommone liberiamo di nuovo in mare un esemplare tornato in perfetta forma e confessa: “nonostante faccia questa attività da diversi anni, in queste occasioni il cuore batte sempre a mille e gli occhi si riempiono di lacrime di gioia».

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