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Targhe e documenti falsi, 8 apolidi nei guai

Il personale della polizia stradale, dopo lo sgombero del piazzale della questura, aveva perquisito le abitazioni degli occupanti: ora c’è il fine indagine. Da qualche giorno sono tornati di nuovo davanti alla questura
Gli apolidi di fronte alla questura
Gli apolidi di fronte alla questura

GROSSETO. Il tira e molla tra gli apolidi e gli agenti della polizia stradale era durato diverse settimane. Per più di un mese infatti, un gruppo di persone arrivate da tutta Italia per sostenere la lotta di Valentina Fusco, la donna indicata come una delle leader nazionali del movimento, era rimasto giorno e notte di fronte alla questura

Protestavano contro il comandante della polizia municipale di Follonica, “reo” di aver sequestrato alcune targhe contraffatte alla quarantaquattrenne di origini napoletane. 

Ora per 8 di loro, il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna potrebbe chiedere il processo, dopo la conclusione delle indagini, portate avanti dal nucleo di polizia giudiziaria della polizia stradale di Grosseto. 

Otto apolidi indagati per le targhe e i documenti falsi

Resistenza (passiva) a pubblico ufficiale, occultamento o distruzione di targhe, utilizzo di documenti contraffatti: 8 apolidi, provenienti da tutta Italia, sono stati indagati dalla Procura di Grosseto. 

Arrivati in Maremma da Brescia, da Torino, da Verona, da Barga (in provincia di Lucca), si erano piazzati davanti alla questura di Grosseto. Nel piazzale, avevano anche creato una sorta di confine delimitato da sassi bianchi intorno alle loro auto. 

Erano rimasti lì per cinque settimane. Poi si erano spostati di nuovo davanti al tribunale di Grosseto, dove hanno passato quasi tutta l’estate, prima di andare in piazza della Vasca o in pieno centro. Ora sono tornati di nuovo di fronte alla questura. Mesi fuori da casa, senza lavorare, per poter affermare il diritto di disconoscere lo Stato italiano. 

Barricati in auto per non farla portare via

Un primo tentativo di sgomberare il piazzale della questura c’era stato intorno a metà aprile, dopo che gli agenti della polizia stradale avevano notificato gli atti di procedimenti penali avviati in diverse zone d’Italia, dove il gruppo di apolidi aveva messo in atto lo stesso tipo di protesta. 

All’inizio di aprile, avevano accettato di ritirare le notifiche, a patto che gli operatori della stradale permettessero loro di aggiungere alcune postille alle notifiche. 

La settimana successiva era stato chiamato il carro attrezzi per far loro sgomberare il parcheggio. Ma i proprietari dei mezzi, tutti senza le targhe originali, si erano barricati dentro per impedire la rimozione delle auto.

Lo sgombero 3 settimane dopo

La situazione era rimasta la stessa per altre tre settimane, durante la quali il gruppo che disconosce lo Stato italiano, era rimasto nel parcheggio. Cene, grigliate, cori, canti e le immancabili dirette sui social: le calde sere di primavera erano trascorse in questo modo fino al 7 maggio, quando finalmente la polizia stradale era riuscita a far rimuovere le loro auto e a sgomberare l’area. 

8 apolidi sono stati denunciati: durante le perquisizioni delle loro abitazioni i poliziotti hanno trovato altre targhe, tutte senza il sigillo dell’Istituto Poligrafico e della Zecca e tutte con la dicitura “apolide”. C’erano anche autodichiarazioni sostitutive della carta di circolazione. Le auto, inoltre, erano prive di assicurazione. 

Materiale, quello trovato dalla polizia stradale sia nascosto dentro alle auto, che nelle abitazioni delle 8 persone, che è stato posto sotto sequestro insieme a un passaporto contraffatto, che avrebbe dovuto attestare lo stato di apolidia di uno dei membri. Le indagini del nucleo di polizia giudiziaria si sono concluse: il pm potrà decidere ora se chiedere o meno il rinvio a giudizio degli apolidi. 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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