GROSSETO. La riorganizzazione del servizio emergenza-urgenza voluto dalla Regione fa infuriare ancora una volta il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Qualche settimana fa il sindaco aveva provato a farsi ascoltare dai vertici dell’Asl, per la questione delle sole 6 vetture mediche destinate a Grosseto. Mentre oggi, martedì 12 marzo, arriva la conferma del taglio di un’ulteriore automedica al territorio, che già prima necessitava di più vetture per lo spostamento dei pazienti ospedalieri, visto l’ampiezza della zona.
Per questo Vivarelli Colonna scrive un’altra lettera.
«Oggi la doccia gelata: Grosseto è ancora una volta penalizzata. Col nuovo assetto, la nostra provincia andrebbe ad avere sei auto con medico, contro le nove del Senese, anzi, addirittura dieci se si considera il medico presente in centrale operativa – scrive – Il confronto con Siena è particolarmente significativo: la città del Palio è sede dell’ospedale di riferimento per tutta l’area, pertanto non ha mai la necessità di spostare i pazienti negli altri ospedali della propria provincia».
Oltre al danno anche la beffa
«Grosseto si trova nella situazione di vedere fortemente ridotte le proprie possibilità d’intervenire su pazienti o trasferirli. Soprattutto quelli con patologie in cui si necessita della tempestività dell’intervento, dove è sempre necessaria una figura medica. Ci sarà dunque una minore attività di supporto alle ambulanze con i soli soccorritori e a quelle con gli infermieri. Al danno si somma anche la beffa. Sì, perché durante i trasferimenti dei pazienti critici verso Siena o verso Firenze – scrive il sindaco – non poco frequenti, l’unico medico presente a Grosseto verrà meno per alcune ore, lasciando sguarnita una larga fetta di territorio».
«Inoltre, sempre in questa circostanza, ci sarà una minore disponibilità del medico in situazioni o su patologie che ne richiedono la presenza per ragioni medico-legali. Una situazione inaccettabile – continua – che va a maturare nonostante il mio deciso intervento pubblico. Parole che evidentemente nulla hanno mosso rispetto allo sbilanciamento con Siena e Arezzo. Eppure, un confronto con le altre realtà provinciali è doveroso: Grosseto ha il territorio più vasto e meno antropizzato».
«E questo comporta difficoltà di trasferimento e intervento nelle varie situazioni. Pensiamo, per esempio, al paziente psichiatrico, per il quale è strettamente necessaria la presenza della figura medica – continua – e che spesso deve affrontare lunghi tragitti per spostarsi nei luoghi di cura, andando a impegnare quella che sarà l’unica auto medica disponibile. Per non parlare del periodo estivo, quando la popolazione decuplica, così come le esigenze».
L’equità di accesso alle cure negata ai grossetani
«Insomma, quella che va crearsi è una situazione grave. Inaccettabile. Un’offesa che viene rivolta ai grossetani. Nelle linee d’indirizzo adottate dalla Regione si parla – scrive Vivarelli Colonna – della necessità di “garantire equità di accesso a tutti i cittadini toscani”: l’esatto opposto rispetto a quanto viene fatto in realtà . Tra l’altro è la Asl stessa a riferire che in Toscana ci sono territori in cui la modernizzazione è avvenuto solo parzialmente. Insomma la Regione è consapevole di avere creato delle aree di serie A e delle aree di serie B. Ma non fa nulla per migliorare le cose. Anzi, le peggiora».
«Tra i punti di forza del piano riorganizzativo c’è l’incremento delle ambulanze con infermieri a bordo e delle auto mediche con equipe medico-infermieristiche in grado di replicare competenze ospedaliere sul territorio: un principio che vale per tutti, ma non per noi visti i tagli a Grosseto».
«È chiaro che le mie parole – continua – siano state ignorate dai vertici Asl. Ma dev’essere altrettanto evidente a lor signori che il sindaco di Grosseto non è solito porgere l’altra guancia».
«Intanto do loro appuntamento al 6 aprile, quando la settimana della salute organizzata dal Comune – conclude – sarà al teatro degli Industri il convegno sugli stati generali della sanità. Allora sarà tutto messo in chiaro e sarà finalmente ascoltata la voce dei grossetani, cui abbiamo chiesto cosa pensano della sanità locale».
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