GROSSETO. Manca il personale sanitario e il sindacato “mette in mora” l’Asl sudest: il tema riguarda le scelte fin qui messe in campo, che il segretario della funzione pubblica della Cgil, Salvatore Gallotta, non esita a definire disastrose. E che costano alle tasche dei cittadini 16 milioni di euro, tanto “pesano” le retribuzioni per straordinari e prestazioni aggiuntive, «scaricati impropriamente sui fondi ordinari per straordinari, disagio e indennità», precisa.
A rischio i servizi sanitari per i cittadini
«La Fp Cgil esprime forte preoccupazione sulla tenuta dei servizi sanitari e sulla capacità di dare risposte soddisfacenti ai bisogni dei cittadini dell’Area vasta sudest. Il taglio di risorse, la cronica e allarmante carenza di personale, peraltro certificata con il bilancio consuntivo 2022 che riporta un taglio di 312 addetti della sanità rispetto al 2021 e che continua nel 2023 con un‘altra sforbiciata superiore alle 100 unità, sta creando disservizi e disagio tra i lavoratori, con la quota parte che riguarda la provincia di Grosseto», scrive Gallotta.
«Rientri, salti di riposo, straordinari, prestazioni aggiuntive, rappresentano la quotidianità, ma non possono andare avanti all’infinito senza fiaccare il sistema. Le soluzioni adottate stanno minando il sistema, introducendo meccanismi retributivi che non assicurano equità e pari dignità tra le diverse professioni e tra i vari professionisti».
Il danno e la beffa per i dipendenti
Ma spesso, al danno si accompagna la beffa «con i ripetuti tentativi da parte dell’Azienda di scaricare sul fondo dei dipendenti i costi derivanti dalla mancanza di personale e dalle politiche di contenimento della spesa. Non si assume, ma in compenso la spesa per straordinari e prestazioni aggiuntive lievita. Le ultime ormai ammontano a oltre 16 milioni di euro. In questo contesto, pur ribadendo la richiesta di assunzioni per tutto il personale necessario, riteniamo che, in via transitoria, l’Azienda debba farsi carico dei costi relativi alle attività supplementari richieste e non si scarichi tutto sui fondi dello straordinario, del disagio e delle indennità.
Occorre integrare con risorse del bilancio aziendale i fondi per le spese necessarie a coprire le mancate assunzioni, perché i dipendenti non possono autofinanziarsi i sacrifici fatti, e questa è una regola che deve valere per tutte le professioni».
I diritti riconosciuti solo a chi si rivolge al giudice
«Infine, rivendichiamo l’applicazione da degli istituti contrattuali relativi a tempi di vestizione e mensa. Troviamo sconcertante che l’Azienda incentivi il ricorso alle autorità giudiziarie facendo spendere soldi ai lavoratori e spendendo essa stessa risorse dei contribuenti in spese legali. Per quale motivo riconoscere questo diritto solo a chi fa causa? A cosa servono le relazioni sindacali e i contratti se non si rispettano? Su queste cose chiediamo risposte immediate e rivendichiamo ancora una volta la convocazione urgente di un tavolo di confronto», conclude la segreteria della Fp Cgil.
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