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Superbonus: «Termino i cantieri e trasferisco la holding a Roma»

Gianni Lamioni ha 100 cantieri avviati in Maremma, 80 soltanto in città: «Nessun condominio pagherà un euro». Poi si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Questa città fa schifo, sto valutando di portare via il gruppo». E sul Grosseto: «Chi ha messo in giro le chiacchiere sui mancati stipendi ai calciatori, sarà denunciato»
Grosseto-Terranuova, Gianni Lamioni
Gianni Lamioni

GROSSETO. Ci sono diverse partite che si stanno giocando nella testa di Giovanni Lamioni detto Gianni. Una nell’attesa di conoscere la decisione del Governo sulla proroga al Superbonus 110, l’altra sul fronte più emotivo del Grosseto calcio, di quel Grifone salvato un anno fa dal fallimento che oggi è terzo nella classifica di serie D.

Due partite che si giocano sullo stesso terreno, quello di una città diventata improvvisamente “matrigna”.

Una città che, senza usare mezze parole: «mi fa schifo. Perché io sto vincendo, e Grosseto non perdona il successo».

Due partite che, spiega l’imprenditore, potrebbero avere due finali a sorpresa: il trasferimento del gruppo a Roma e il saluto al Grifone una volta centrata la promozione in LegaPro.

Perché le chiacchiere messe in giro in città sui mancati pagamenti degli stipendi dei giocatori biancorossi hanno amareggiato e deluso Lamioni. Che oggi ha deciso di querelare tutte le persone che avrebbero parlato a sproposito, diffamando il suo onore e quello della sua società. 

Superbonus 110: «Nessuna spesa per i condomini anche senza proroga»

Due fronti aperti, due attività che Lamioni sta portando avanti in città dove i cantieri aperti sono circa 80. Un centinaio in tutta la provincia. Primo general contractor della Maremma, Lamioni sta aspettando, come tutti gli altri suoi colleghi in Italia, di sapere se il Governo approverà o meno la proroga per il Superbonus 110

«Ho riqualificato e sto riqualificando oltre 100 immobili in tutta la provincia – spiega – Proroga o non proroga, finiremo tutti i lavori e li pagheremo per intero, anche se verrà approvato il tetto del 70%.  Abbiamo rilevato anche una ventina di immobili da aziende che si erano fermate e che non avevano più la possibilità di andare avanti, risolvendo il problema di altri scheletri di palazzi in città e condomini che sarebbero rimasti ostaggio delle impalcature per decenni». 

I condomini, quindi, non pagheranno nulla. Dovranno solo avere la pazienza di aspettare la fine dei lavori, che non viaggiano alla stessa velocità degli interventi di edilizia privata. «Se uno vuole sapere se i cantieri aperti con il sistema dei superbonus corrono con lo stessa velocità degli interventi pagati direttamente dal committente – spiega – la risposta è no. E i tempi sono decisamente più lenti. Bisogna monetizzare i crediti fiscali e questo crea rallentamenti nella progressione dei cantieri in tutta Italia, non solo a Grosseto».

Per dare una dimensione attraverso i numeri, la Holding Lamioni ha 200 cantieri in tutta Italia. E nel cassetto fiscale 51 milioni di euro, crediti già in procedura di cessione. I primi saranno svincolati tra una decina di giorni e i lavori riprenderanno per raggiungere il prossimo step.

«Senza il lavoro del mio gruppo – aggiunge il presidente della Holding – 100 immobili a Grosseto sarebbero rimasti com’erano. Invece i condomini si ritroveranno con immobili riqualificati economicamente, rivalutati dal punto di vista estetico ed energetico. Chiaramente ho avuto la mia marginalità, ma ho anche reso un servizio alla città». 

Grosseto città ingrata e invidiosa: «Pronto a portare via la Holding»

Una realtà, quella messa in piedi da Gianni Lamioni, che in provincia, per dimensioni e volumi d’affari, nel comparto edile, è prima. «Il nostro è anche uno dei primi trenta gruppi in Italia – spiega – ma ora sto seriamente pensando di spostare l’operatività a Roma. Un gruppo tra i primi 30 gruppi in Italia nel comparto edile, primo per distanza in provincia, tra i più grandi in Toscana, un’eccellenza assoluta in questa terra che delocalizzerò per uscire da questo costante clima di invidia».

Una decisione che il presidente della holding che porta il suo nome sta ormai valutando da giorni. E che martedì 14 novembre è stata sottoposta anche ai commercialisti che collaborano con l’imprenditore, ai quali è stato chiesto di fare uno studio di fattibilità per trasferire l’operatività del gruppo a Roma.

Lamioni è serio, mentre lo dice. Non è una boutade, la sua. «Grosseto è una città che non perdona il successo – dice – nemmeno di chi, come me, vive e lavora qui da oltre trent’anni. Questa città mi fa schifo, sto seriamente pensando di andarmene».

Capitolo Grifone: «Stipendi non pagati? Querelo chi mi diffama»

Se l’attività della holding va a gonfie vele, nonostante i venti che soffiano sulle decisioni che il Governo prenderà a dicembre sul Superbonus, le chiacchiere messe in giro nelle scorse settimane sul Grosseto calcio sono state prese da Giovanni Lamioni come coltellate alle spalle

Il ds Filippo Vetrini, dopo la gara contro il Ghiviborgo, ha parlato di un Lamioni depresso. «Sono deluso e furioso – dice invece il patron del Grosseto – perché un anno fa ho rilevato una società che dopo 15 giorni avrei potuto prendere dal fallimento. Sulla carta aveva un milione e 400.000 euro di debiti, me ne sono ritrovato con due milioni e mezzo. Oggi ha un bilancio che è un gioiellino, anche se pochi giorni fa ci è arrivato da pagare una cartella da 200.000 euro per mancati versamenti del 2021 all’Agenzia delle entrate. Nelle casse della società ho versato un milione e 200.000 euro. E chi dice che non abbiamo pagato gli stipendi infanga il mio nome e quello della società». 

Infangare il nome di qualcuno significa diffamarlo. E la diffamazione è un reato. «Querelo chi ha messo in giro queste voci – di Lamioni – Grosseto è una città che non perdona il successo. Infanga le persone e io e il mio gruppo abbiamo una reputazione da difendere. Con queste chiacchiere non vere, tra l’altro, si fa anche un danno alla squadra e alla società. Se si sparge la voce che non paghiamo gli stipendi, il mercato diventa difficile, rischiamo che giocatori capaci scelgano di non venire a giocare qua».

L’annuncio: «Porto il Grosseto in Legapro poi mi ritengo libero di andarmene»

L’obiettivo dichiarato da Lamioni, fin dall’inizio, era quello di riportare il Grifone tra i professionisti. «Ho incassato la solidarietà dei tifosi – dice Lamioni – in tanti mi hanno scritto. Tutti sanno che il mio obiettivo era quello di portare il Grosseto in serie B: ho messo nella società mio figlio e due miei nipoti, una volta arrivati a quel risultato, avrei lasciato le redini della società a loro. Ma a questo punto, visto il trattamento che mi ha riservato questa città, che ribadisco mi fa schifo, una volta arrivato in Legapro mi sentirò libero di andarmene». 

Che Grosseto, città dove Gianni Lamioni da Cana ha costruito la sua fortuna, si stesse rivelando matrigna, l’imprenditore lo aveva già annusato durante la serata organizzata al Teatro Moderno per presentarsi alla città. «Avevo lanciato un appello affinché si smettesse di sabotare questo progetto e questa società – conclude – Ho sempre pagato tutto con puntualità svizzera sia nella società che nel gruppo ma vedo che la serietà qua non paga. Forse, quindi, è arrivato il momento di guardare altrove». 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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