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Successo alla Scala di Milano per la stella maremmana del piano

Pietro Bonfilio ha suonato le prime note da piccolo, con la sua passione gira il mondo e arrivare nel tempio della musica è stata un’emozione unica
Pietro Bonfilio, teatro alla Scala maremma oggi
Pietro Bonfilio, teatro alla Scala

SCANSANO. Un bagno di applausi. Per il 33enne maremmano Pietro Bonfilio, è stato un successo. Suonare il piano da solista il 6 novembre al Teatro alla Scala è stato come illuminare con note dorate una strada in ascesa.

Nessun pianista o musicista solista maremmano aveva avuto l’onore di esibirsi alla Scala prima d’ora e pochissimi sono quelli toscani.

Il primo maremmano alla Scala

Pietro è nato a Scansano dove dirige da molti anni Morellino Classica Festival. Si è avviato nei primi studi al pianoforte da piccolo. «Ho iniziato a 9 anni, non prestissimo – dice Pietro – Il pianoforte era l’unico strumento musicale in casa, l’amore per la musica è sempre stato forte nella mia famiglia e ho iniziato a suonarlo. I miei genitori hanno dato l’opportunità sia a me che a mio fratello di studiare musica così ho proseguito in quello che più mi piaceva». Il pianista maremmano ha studiato al liceo musicale Francesco Petrarca di Arezzo e ha concluso gli studi a Milano al conservatorio Giuseppe Verdi.

Pietro Bonfilio Teatro Romanian Athenaeum di Bucarest, concerto per le vittime del Covid 2020
Pietro Bonfilio al teatro Romanian Athenaeum di Bucarest, concerto per le vittime del Covid 2020

Pietro è molto legato affettivamente e professionalmente alla Maremma, dove dirige da molti anni Morellino Classica Festival, rassegna musicale internazionale che promuove le bellezze naturalistiche e il pregiato vino del territorio attraverso un ricco itinerario musicale tra le colline dei Comuni del Morellino.

Si è perfezionato alla Hochschule fur musik und theater Felix Mendelssohn di Lipsia e al Royal conservatoire of Scotland dove ha conseguito inoltre un master in performance.

Suonando il piano gira l’Italia e il mondo. Il suo talento probabilmente lo ha abituato agli applausi ma l’appuntamento con il teatro alla Scala è stata comunque un’emozione.

«Ho fatto quello che so fare – dice semplicemente Bonfilio – La tensione era alta, ho e seguito la musica al meglio che potevo».

Suonare nel tempio della musica era un appuntamento molto atteso. «È qualcosa che ogni pianista sogna – racconta Pietro – sognavo di prepararmi negli stessi camerini dove prima di me grandi artisti si sono preparati, essere lì, fare quella stessa strada verso il palco. È stato tutto perfetto. Ho affrontato la tensione con la gioia di suonare in un posto incredibile».

Il concerto, interamente dedicato a Benjamin Britten è stato portato avanti con l’Orchestra i cameristi della Scala diretti da Vakhtang Kakhidze in Simple Symphony per archi op. 4 e con Pietro Bonfilio in Young Apollo per pianoforte, quartetto d’archi e archi op. 16.

Da 20 anni, concerti in tutto il mondo

Pietro si esibisce soprattutto come solista e ha toccato molte città in tutto il mondo portando con sè un po’ di Maremma.

Le prossime date sono a Marrakech, a Istanbul e poi lo attende la Russia. In estate sarà anche in Maremma con il celebre violoncellista Giovanni Sollima.

Pietro Bonfilio
Pietro Bonfilio

Molto legato alla musica francese del ‘900 e agli autori russi, ha avuto modo di venire a contatto con le varie sensibilità musicali di molte regioni del globo. «Il pubblico in asiatico è particolarmente affettuoso – ricorda Pietro – c’è un rispetto e una venerazione per chi fa musica che non si trova altrove. In Russia e nei paesi slavi invece si può trovare il pubblico più preparato. Molte persone lì considerano la musica come parte della vita quotidiana, anche dopo i concerti può capitare di parlarne serenamente con il pubblico. Anche ai bar si parla delle interpretazioni musicali e dei balletti. È una cosa quasi impressionante».

Alla domanda se anche studiando a Grosseto si possono raggiungere alti livelli nel campo della musica, Pietro risponde sinceramente. «In città ci sono due ottime scuole di musica – precisa – ma se c’è talento spesso tocca uscire. A volte molto conta anche il fattore fortuna e quello delle conoscenze. Al di là delle istituzioni, trovare anche la persona giusta che insegni o avere come docente anche un maestro celebre a volte fa la differenza».

Pietro con questa esibizione ha sicuramente toccato una delle vette più alte di una carriera che, in ogni caso, lo destina ad ulteriori scalate. Il suo concerto dà oltremodo lustro al nostro territorio e il modo di dire “come lui nessuno” in questo caso non è un’esagerazione ma un dato oggettivo.

Appartiene solo a lui l’unica stella maremmana che ha brillato alla Scala. Chissà che il futuro non ne riservi anche altre.

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