CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Sguardi persi, e facce stravolte. A Castiglione della Pescaia qualche ora dopo la tragedia della morte del sub alle Formiche, il sessantenne Mauro Vaccaroni originario di Milano ma da sempre frequentatore della costa maremmana, i compagni d’immersione dello sfortunato collega dicevano molto di più di tante parole.
Così come la fila delle bombole sulla banchina del porto canale, in attesa di essere portate via, che faceva veramente impressione. Sembrava un picchetto d’onore.
Il terribile incidente sotto gli occhi dei compagni
Sulla dinamica dell’incidente per tutto il pomeriggio ci hanno pensato i militari della Guardia costiera a cercare di fare chiarezza, sia a Castiglione della Pescaia che a Talamone, dove sono rientrati altri sub. Interrogatori e testimonianze per ricostruire quanto accaduto in quei tragici minuti.
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Alle isole delle Formiche infatti, quella di sabato 29 giugno, è stata una mattina che aveva visto la presenza di diversi club: la zona è perfetta per fare immersioni, praticamente a tutte le profondità. E lo stesso Mauro Vaccaroni la conosceva benissimo, frequentandola con assiduità da oltre trent’anni.
Praticamente impossibile strappare qualche parola agli altri sub, ancora sconvolti dalla tragedia e incapaci di descrivere il loro stato d’animo. Gli stessi titolari del diving non si davano pace, soprattutto per la forte amicizia che li legavano a quel sub, molto esperto con migliaia di ore d’immersioni. Certamente, non uno sprovveduto.
La salma è ora disposizione della Procura che molto probabilmente disporrà l’autopsia.
