ORBETELLO. Tra le 2 e le 3 del mattino, il 12 novembre 2012, la sua casa fu invasa dall’acqua. Fu svegliato: Albinia, a causa dell’onda di piena dell’Abegna che ruppe in più punto lo spaltone e che si unì alla piena del Magione, finì sott’acqua.
La frazione era diventata un grande lago che aveva sommerso case e attività. Una di queste, come molte altre, era stata completamente sommersa: il padrone di casa era riuscito a sopravvivere a quell’ondata di piena, respirando nella camera d’aria che si era formata tra il livello dell’acqua che aveva invaso le stanze e il soffitto dell’abitazione, da cui l’uomo era uscito a nuoto.
L’uomo, nel 2017, si era rivolto al Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la corte d’appello di Firenze, chiedendo un risarcimento di quasi 61.000 euro alla Provincia, alla Regione e al Consorzio di Bonifica 6 Toscana Su Est.
Respinto il ricorso: «Evento di carattere eccezionale»
Il ricorso presentato dall’uomo è stato respinto e il collegio del Tribunale della acque (Dania Mori presidente, Paola Caporali, consigliere estensore insieme all’ingegner Lorenzo Castellani) hanno condannato l’uomo, assistito dall’avvocato Gilberto Giusti, a rifondere a ciascuno degli enti chiamati in causa la spesa di lite pari a 14.103 euro. In totale, sono quasi 100.000 euro.
Secondo l’uomo che si era rivolto al tribunale, infatti, nei mesi precedenti all’alluvione non era stata fatta una corretta manutenzione ordinaria e straordinaria sull’alveo e sugli argini del fiume Albegna.
Accusa questa, che è stata smentita dal ctu nominato dal tribunale. L’idoneità di tutte le sezioni dell’Albegna sono state confermate dall’esperto, così come quella delle opere idrauliche progettate nel 1967.
«I fattori metereologici che hanno interessato il bacino dell’Albegna – si legge nella sentenza – hanno avuto un carattere del tutto eccezionale». In 36 ore, l’andamento delle precipitazioni e dei relativi tempi di ritorno delle piogge registrate dai pluviometri – scrivono ancora i giudici – sono riconducibili ad eventi caratterizzati da tempo di ritorno in molte aree superiori a 200 anni, e in alcuni casi anche superiore ai 500 anni.
Oltre a questo, c’era la questione delle manutenzioni. Manutenzioni che il Consorzio di bonifica, assistito dagli avvocati Christian Sensi e Arcangelo Guzzo, ha dimostrato in tribunale di aver sempre fatto.
Per questo, la richiesta di risarcimento danni è stata respinta.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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