GROSSETO. C’è uno squilibrio nel rapporto tra pm e polizia giudiziaria. Lo ha detto e ribadito più di una volta Giuseppe Tiani, segretario nazionale del Siap, il sindacato degli appartenenti alle forze di polizia. Ed è il pensiero condiviso anche dal segretario provinciale Antonio Martelli.
Il dibattito sulla riforma della giustizia
«Nell’ambito del dibattito in tema di riforme per la giustizia è ineludibile discutere dell’efficienza e maggiore garanzia per i cittadini, del sistema investigativo disegnato dal codice di procedura penale del 1988 che, alla luce delle criticità emerse, richiede dopo 34 anni una revisione delle competenze per gli atti afferenti le delicate fasi delle indagini su cui si fondano i processi penali». Parole di Tiani, che sono state fatte proprie anche da Martelli, che rappresenta il Siap a Grosseto.
«È necessario restituire alla polizia giudiziaria – aggiunge – nei limiti dell’architettura dei principi costituzionali, margini di operatività e spazi di manovra che valorizzino le competenze specifiche degli uffici investigativi delle forze di polizia nell’ambito delle investigazioni e criminalistica che, poi, dovranno essere sottoposti al vaglio di legittimità del pubblico ministero, se si intende adottare per questo delicato e complesso aspetto della materia penale, lo spirito di un sistema autenticamente accusatorio nei fatti e non meramente inquisitorio».
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