GROSSETO. Alla fine, dopo mesi di polemiche, il consiglio comunale riconferma la scelta fatta 5 anni fa (consiglio del 16 aprile 2018) di intitolare tre vie a Giorgio Almirante, Enrico Berlinguer e la “Pacificazione nazionale”.
Il voto, sulla mozione presentata dalla maggioranza, e non quella della minoranza ritenuta inammissibile, sulla cui esclusione va comunque avanti l’iter della prefettura che ha chiesto chiarimenti e ancora non ha avuto risposta, alla fine ha visto 17 voti favorevoli, 11 contrari (tutta la minoranza, oltre a Giacomo Cerboni, che ha fatto infuriare il capogruppo della Lega Bragagna, che si è poi appartato a parlarne con Claudio Pacella), due astenuti (Gabrielli e Tornusciolo) e la Gaviano che, al momento del voto, si è alzata ed è uscita.
E proprio il timore che non ci potesse essere il numero legale (16 consiglieri, sindaco escluso), dopo un sommario conteggio fatto già dal giorno prima, ha spinto ad anticipare al primo punto la mozione, che sarebbe stata l’ultima, con il rischio quindi che qualcuno se ne potesse andare. Chiaramente fosse andato via qualcuno la minoranza sarebbe uscita dall’aula, facendo mancare il numero legale.
Così non è stato e l’iter dell’intitolazione, su cui la parola finale spetta ancora alla prefetta, dottoressa Paola Berardino, va avanti. Mentre le famiglie che già abitano in quelle tre strade aspettano di avere un nome da mettere sull’indirizzo, anche solo per ricevere la posta o fare tutti gli atti che lo richiedono. Sono 7-8 famiglie e, loro per prime, non ne possono più.
Mica possono farsi mandare le lettere in “Via senza nome in attesa che facciano la pace”.
Muro contro muro, con qualche dissenso
Il dibattito non ha visto mutare di una virgola le posizioni rispetto anche alla commissione di garanzia di martedì.
Da una parte Andrea Guidoni ha fatto notare come a Grosseto ci sia già “via Brigate Partigiane”, dall’altra Carlo De Martis ha ribadito che si vuole intitolare una strada a uno che «ha fatto propaganda razziale», facendo notare al sindaco che già nel 2017, insieme a Mario Lolini, aveva l’intenzione di intitolare una via ad Almirante. Gino Tornusciolo ha attaccato dicendo che la sinistra chiama “fascisti” tutti coloro che la pensano in modo diverso. E su queste basi non può esserci pacificazione. Alla fine non voterà a favore, scegliendo l’astensione.
Agresti: «Almirante padre politico di tanti in maggioranza»
Articolato l’intervento di Luca Agresti, unico della giunta ad intervenire.
«La figura di Giorgio Almirante è una figura molto cara alla destra. Si può condividere o meno, ma le cose stanno così. Certo ha fatto e detto cose aberranti, non condivisibili, ma come lui hanno fatto tutti coloro che in quel periodo erano in guerra, da una parte e dall’altra».
«Il problema è che adesso sarebbe da superare lo scontro ideologico e la mozione va proprio in questo senso, va metabolizzato il superamento di un blocco ideologico. Sono figlio di un padre che era del Msi, ma ha sempre rispettato le isituzioni. Adesso completiamo quest’iter e torniamo a portare avanti il grande lavoro di questa giunta su Pnrr, bisogni dei cittadini, crescita di Grosseto».
Il dissenso di Cerboni
Giacomo Cerboni, dai banchi della maggioranza, annuncia voto contrario: «Voterò contro. Quando ero assessore alla toponomastica mi dovevo attenere alle scelte del consiglio, oggi sono “solo” consigliere e dico come la penso. Da liberale e anticomunista sono contro a via Berlinguer, da liberale sono contro a via Almirante».
«L’unica via della Pacificazione, peraltro, già a Grosseto c’è, ed è via della Repubblica»
«E poi avete stravolto la logica della toponomastica cittadina: con lo stesso atto fate via del Corbezzolo a Roselle, e le piante sono a Marina, e mettete Almirante e Berlinguer in mezzo a vie con i nomi delle nazioni. Non ha proprio senso».
È Rossi il vero sindaco?
La minoranza, poi, coglie l’occasione per mettere un granello di sabbia nell’ingranaggio della maggioranza. Sottolineando come questa scelta venga da un’imposizione di Fabrizio Rossi, onorevole di Fratelli d’Italia, il partito nato delle ceneri di Msi e An che ora governa l’Italia.
Lui sorride, senza parlare, ma sfogliando il libro di Antonio Padellaro intitolato “Il gesto di Almirante e Berlinguer”.
Culicchi: «Stiamo assistendo a una vera e propria presa di potere da parte dell’onorevole Rossi, che ha un partito forte alle spalle, a differenza del sindaco. La città è in difficoltà e noi parliamo da mesi di una cosa che serve solo al gruppo di Fratelli d’Italia».
«Pensaci a questa città Fabrizio» aggiunge.
Sulla stessa linea Giacomo Gori: «C’è un partito forte che domina la scena, il vero sindaco è Rossi».
E De Martis aggiunge: «Venti anni fa il sindaco Alessandro Antichi non ha mai ceduto alle richieste arrivate dai suoi assessori su questa cosa».
Rita Bernardini e Valerio Pizzuti chiedono che sulla vicenda sia indetto un referendum cittadino: «Lo strumento più democratico che c’è»
Il voto, la protesta plateale, l’Anpi in piazza
Poi il voto, con la plateale protesta dell’opposizione che si alza in piedi con le fotocopie del bando sugli “sbandati” del 1944 a firma del ministro Mezzasoma e dello stesso Almirante, mentre l’Anpi sotto al comune protesta e intona Bella ciao.
La mozione riconferma la scelta, l’iter per l’intitolazione riprende il suo corso. Ma l’impressione è che non sia ancora finita.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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