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Scuola di via Monte Bianco: «L’assessora si dimetta»

M5S, Pd e Grosseto Città Aperta chiedono le dimissioni di Angela Amante. E definiscono ironicamente la vicenda, «un capolavoro della Giunta»
la presidente del consiglio di istituto, rappresentante dei genitori, Silvia Balestrieri
Un momento della seduta delle commissioni consiliari

GROSSETO. La vicenda della scuola di via Monte Bianco potrebbe fare la sua prima vittima politica. L’assessore all’istruzione Angela Amante, infatti, è nel mirino delle opposizioni in Consiglio comunale.

Pd, Movimento 5 Stelle e Grosseto Città Aperta  ne chiedono a gran voce le dimissioni, dopo la seduta congiunta della III e IV commissione consiliare. Su richiesta dal pentastellato Giacomo Gori, all’incontro hanno partecipato – oltre alla stessa Amante e all’assessore Riccardo Ginanneschi, anche una delegazione dell’istituto comprensivo tra cui la dirigente scolastica, una rappresentanza del provveditorato, la presidente del Consiglio di Istituto, genitori e insegnanti.

«Un capolavoro della Giunta»

Il giudizio sull’operato del Comune da parte dei gruppi di opposizione è pesantissimo. Per Davide Bartolini, capogruppo del Pd, Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta, Giacomo Gori, capogruppo del Movimento 5 stelle, la costruzione della scuola di è trasformata da un evento positivo a un danno. E lo definiscono un “capolavoro” della giunta Vivarelli Colonna.

Di fatto, la mancanza di certezza su come sarebbe stata gestita la fase della demolizione dell’edificio ha prodotto un crollo delle iscrizioni dei bambini alla prima elementare della “Enrico Toti”. «Un numero davvero consistente che inciderà negativamente su tutti: il personale docente, ridotto attraverso il trasferimento ad altri istituti, causando disagi agli stessi insegnanti e danno agli studenti per la mancata continuità didattica. Le famiglie che dovranno portare i propri figli in altri plessi o con due figli in scuole diverse. Infine l’organico del personale Ata potrebbe essere sottoposto ad un ridimensionamento con perdita di posti di lavoro. Un disastro», scrivono.

Annunci trionfali senza sostanza

«Gli interventi della dirigente scolastica e dei suoi collaboratori e quelli della delegazione del provveditore, non lasciano spazio a dubbi: le responsabilità sono tutte in capo a un’imbarazzante e del tutto inadeguata gestione da parte degli assessorati di riferimento, Amante e Ginanneschi», riprendono Bartolini, Gori e De Martis.

«È da più di un anno che il sindaco fa annunci trionfali sull’imminente arrivo di 8,5 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione della scuola, ma nessuno dei suoi assessori si è posto per tempo il problema su come gestire e garantire la continuità didattica durante il triennio dei lavori, per oltre 400 alunni. E consentire così alla dirigente di affrontare gli open day con quelle certezze e garanzie necessarie per rassicurare le famiglie».

Non è compito del Ministero trovare il posto agli alunni

«E pensare che nella domanda di partecipazione al bando redatta dagli uffici tecnici dell’amministrazione il 3 febbraio 2022, a pagina 10, si prevede che “la progettazione dell’intervento di sostituzione edilizia dovrà prevedere fasi attuative dell’intervento che consentano la demolizione per fasi dei manufatti esistenti al fine di trasferire a rotazione le attività didattiche presenti in ogni singolo edificio negli edifici adiacenti”. Ciò è confermato anche nella documentazione integrativa inviata a giugno 2022, sempre dagli uffici comunali al Ministero».

«Non è compito del Ministero risolvere il problema della collocazione degli studenti durante i lavori ma, chi avrebbe dovuto analizzare il contesto e prendere decisioni per arrivare agli open day con certezze anziché dubbi, non ha fatto né l’una, né l’altra attività», scrivono i consiglieri di minoranza.

«L’assessora all’istruzione Amante ha ammesso che non ha mai incontrato la dirigente scolastica, mentre l’assessore ai lavori pubblici Ginanneschi ha iniziato un valzer delle possibili soluzioni che avrebbe messo in crisi anche il più ottimista degli ottimisti: prima i container, poi il bando per l’acquisto di un immobile, poi la redistribuzione in più plessi per arrivare alla proposta di realizzare i lavori lasciando gli alunni nel plesso. Ossia quello che gli uffici tecnici gli avevano detto a febbraio di un anno fa e che il sindaco annuncia altrettanto trionfalmente con un video sui social pochi giorni addietro, dopo che il caso ormai è salito alla ribalta delle cronache».

«Inadeguatezza e superficialità dell’azione amministrativa. Amante si dimetta»

Le audizioni in commissione hanno certificato la superficialità con cui si è affrontato il problema. È venuta a mancare la necessaria programmazione, condivisione e trasparenza dell’azione amministrativa, finanche un totale immobilismo da parte dell’assessora Amante con delega all’istruzione, la cui incuranza e la diffusione di notizie contraddittorie rispetto al contenuto delle audizioni, sono di una gravità inaccettabile che ci obbliga a chiedere con forza al sindaco Vivarelli Colonna, le sue dimissioni», attaccano De Martis, Gori e Bartolini.

«Durante i lavori della commissione è emersa la necessità che il Consiglio Comunale intervenga quanto prima con l’approvazione di un atto, di concerto con l’istituto comprensivo 6, per indicare alla giunta la miglior via da percorrere per dare certezze alle famiglie sul futuro della scuola».

A rischio il finanziamento?

»Per questo motivo abbiamo già avanzato la richiesta di una nuova convocazione delle commissioni competenti, nonché la richiesta al presidente del Consiglio di una seduta dei capigruppo propedeutica ai lavori consiliari. Sì, perché allo stato attuale, qualora venisse fuori che non possa essere possibile la presenza degli alunni durante i lavori di demolizione e ricostruzione, Grosseto potrebbe addirittura perdere l’intero finanziamento.

Non ce lo possiamo permettere e faremo di tutto per rimediare agli errori di questa giunta. Alcuni dei suoi membri sono del tutto inadeguati al ruolo e la cui permanenza dovrebbe essere messa seriamente in discussione da parte del sindaco», concludono De Martis, Gori e Bartolini

 

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