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Scuola di via Monte Bianco, il progetto va avanti

Venerdì seduta congiunta della III e della IV commissione consiliare, richiesta dal M5S. Sarà l’occasione per fare chiarezza sui dettagli dei lavori
La scuola di via Monte Bianco viene ristrutturata
La scuola elementare di via Monte Bianco

GROSSETO. Nessuno ha messo in dubbio la bontà del progetto e che una nuova scuola sia un vantaggio per tutta la comunità. Anche perché sono anni che, a Grosseto, non ne viene costruita una. Il punto su cui, invece, si scornano politica, famiglie e addetti ai lavori è la gestione complessiva del progetto, soprattutto nel nodo “collocazione di bambini e personale durante i lavori”.

L’edificio, infatti, viene demolito e ricostruito nello stesso posto.  

La soluzione individuata dal Comune è non spostare i bambini a cantiere aperto utilizzando gli spazi della scuola, dato che l’edificio di via Monte Bianco è piuttosto grande. Questo, naturalmente con tutte le garanzie di sicurezza per alunni e personale. Ma per molti familiari questa idea non è percorribile e chiedono più certezze su come verranno svolti i lavori.

In questo clima, molti genitori hanno preferito iscrivere i figli in altre scuole, con il risultato che sono crollate di un terzo le iscrizioni dei bambini alla prima elementare. Con le conseguenze che questo comporta per gli insegnanti perdenti posto, che rischiano di essere trasferiti in altre sedi.

Se ne parla in commissione consiliare

Per fare chiarezza su tutti questi aspetti e ricondurre la discussione dalla piazza e dai social alla sede istituzionale, venerdì 17 febbraio, alle 10, sono convocate la III e la IV commissione consiliare in seduta congiunta.

La richiesta al presidente del Consiglio provinciale, Fausto Turbanti, è arrivata da Giacomo Gori, del M5S, che ha fatto invitare anche la dirigenza dell’Istituto comprensivo Grosseto 6 (cui appartiene il plesso di via Monte Bianco) e del provveditorato, una rappresentanza del Consiglio d’istituto.

Essendo le pubbliche le sedute delle commissioni, dunque aperte ai cittadini, questa potrebbe essere l’occasione per fare il punto della situazione, dare risposte alle famiglie e al personale della scuola.

«Abbiamo già avuto un incontro con la dirigente insieme al presidente Turbanti – spiega Giacomo Gori – dietro sollecitazione di alcune famiglie. La richiesta di convocare le due commissioni è il passo successivo, ritenendo che la discussione debba essere ricondotta nella sua sede deputata, che è il Consiglio comunale, mettendo a parte tutta l’assemblea di un progetto tanto importante per la città.

Il Consiglio deve essere messo a conoscenza di questo progetto e dei problemi che comporta, in modo da affrontarli con il contributo di tutti. Del resto, due terzi di iscritti in meno alla scuola “Enrico Toti” vorranno pur dire qualcosa. Noi non vogliamo mettere nessuno con le spalle al muro. Vogliamo dare il nostro contributo alla soluzione del problema», conclude Gori.

È mancata la programmazione

Per Stefano Rosini (Pd), ben venga la seduta congiunta delle commissioni, ma resta un problema di metodo e di organizzazione. «Quando si fa un progetto del genere è necessaria una puntuale programmazione di tutte le fasi. In primis dove trasferire i bambini quando viene demolita la scuola», ha scritto domenica scorsa in un post su fb. 

«Il Comune sta andando a tastoni in quanto non dà risposte certe. Abbiamo capito male o si dice che si faranno i lavori con i ragazzi dentro? Nel video, il sindaco dice che verranno garantiti i massimi sistemi di sicurezza – spiega in riferimento al post in cui Vivarelli Colonna, in video, aveva anticipato che i ragazzi non sarebbero stati allontanati dalla scuola durante i lavori».

«Ci mancherebbe altro che non si rispettassero i massimi livelli di sicurezza, ma veramente il sindaco pensa che un ambiente di cantiere sia adatto per fare studiare i bambini? Quali sarebbero gli spazi per i ragazzi durante i lavori se le aule sono piene? Il sindaco, anche in questo caso, tende a scaricare la responsabilità. È proprio una sua consuetudine. Stavolta la colpa è del Ministero», conclude Rosini che pone due domande a Vivarelli Colonna:

  1. Ci spieghi perché è responsabilità del Ministero
  2. Se è così, cosa ne pensano i due deputati eletti nella maggioranza di Governo e se sono stati interpellati

Risposte attese venerdì.

Il fuoco amico

Sulla scuola di via Monte Bianco è intervenuto con un post su facebook anche il consigliere di maggioranza Giacomo Cerboni (Lega), ex assessore di Vivarelli Colonna nella prima legislatura, che ben conosce il funzionamento della macchina amministrativa.

«Ancora più dell’improvvisazione nel ricollocare le classi, in questa vicenda mi colpisce l’impreparazione. Se la toppa (lasciare i bambini nella scuola durante i lavori) è forse peggiore del buco (i container), ancora più grave è aver considerato il Pnrr solo un’occasione per annunci ad effetto.  Per un finanziamento così straordinario, agli amministratori pubblici sarebbe stato richiesto un impegno altrettanto straordinario», scrive.

«La riqualificazione della scuola non è soltanto questione tecnica ed edilizia. Sarebbero state necessarie scelte politiche tempestive e chiare, almeno fin da maggio 2022, sulle possibili collocazioni delle classi durante i lavori. E non regge la scusa dei ritardi del Ministero. Che ci sono, ma non hanno nulla a che fare con la collocazione delle classi, come sanno bene coloro che conoscono la vicenda. La credibilità talvolta passa anche dal saper ammettere gli errori», conclude Cerboni. 

Riccardo Ginanneschi: «Caciara strumentale»

Ma per l’assessore ai lavori pubblici, Riccardo Ginanneschi, il polverone sulla scuola è stato sollevato ad arte. E lo bolla come “caciara strumentale”. «Stiamo parlando di una scuola degli anni ’60 che viene buttata giù per costruirne una nuova con tutti i requisiti della moderna edilizia scolastica, da realizzare in tre anni e mettere a disposizione della comunità. Una cosa è fondamentale: che la scuola si faccia», tuona Ginannaschi.

«Non ci possiamo fermare di fronte a un aspetto intorno sui cui è nata una polemica eccessiva e per il quale abbiamo già la soluzione. Si demoliscono e si rifanno gli ospedali uno accanto all’altro, possibile che non si possa fare una scuola? Ci sono soluzioni e accorgimenti che rendono sicura ogni fase del lavoro, studiati da team di esperti, in grado di dare tutte le garanzie di sicurezza. Collaboreremo con la dirigenza scolastica per individuare spazi e soluzioni, ma la scuola si farà come è stato detto. Ci sono le condizioni per procedere con i lavori con alunni e personale in sede». 


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  • Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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