Scarlino e Piombino, crisi industriali incrociate. L'appello al governo | MaremmaOggi Skip to content

Scarlino e Piombino, crisi industriali incrociate. L’appello al governo

Due distretti industriali in crisi, l’appello al governo dei segretari del Pd della Maremma e di Elba Val di Cornia: «Soluzioni immediate per 1500 lavoratori»
La Venator di Scarlino e la Magona di Piombino, aziende in crisi. I segretari del Pd Giacomo Termine e Simone De Rosas
La Venator di Scarlino e la Magona di Piombino, aziende in crisi. I segretari del Pd Giacomo Termine e Simone De Rosas

PIOMBINO. Due distretti industriali in crisi profonda, Scarlino e Piombino, con aziende in seria difficoltà e pochi spiragli di luce, nell’attesa di migliaia di addetti, aggrappati agli ammortizzatori sociali e alla speranza.

«Ribadiamo la nostra piena, sentita solidarietà ai lavoratori colpiti dalle crisi industriali nel nostro territorio. Solidarietà e preoccupazione perché arrivano notizie contraddittorie e poco confortanti»: Giacomo Termine, segretario territoriale del Pd Grosseto e Simone De Rosas, segretario dei dem di Piombino a Val di Cornia si rivolgono direttamente al Governo «perché moltiplichi gli sforzi per trovare soluzioni praticabili. Il tempo stringe e queste crisi feriscono tutto il nostro territorio in maniera profonda».

«Continueremo a far sentire la nostra voce, continueremo – assicurano i due esponenti del Pd – a farci trovare al fianco di chi si batte per il proprio lavoro. Queste crisi colpiscono molte più persone di quel che dicono i freddi numeri statistici. Ogni stabilimento vuol dire l’indotto che da anni ormai vive delle stesse incertezze e difficoltà, ogni operaio vuol dire la sua famiglia, ogni stipendio in  meno vuol dire minor capacità di spesa che si riverbera sul tessuto socio-economico di questa zona».

Situazione molto preoccupante

«La situazione – spiegano Termine e De Rosas – è molto, molto preoccupante».

Un piccolissimo spiraglio di luce si è aperto per lo stabilimento di Scarlino, infatti l’amministratore delegato di Venator Italy ha dichiarato che si sta materializzando la possibilità di recuperare la liquidità necessaria a prolungare il contratto di solidarietà per i 203 operai rimasti in servizio, che scade a giugno prossimo, sino a gennaio 2026.

«Sarebbe – commenta Termine – una boccata d’ossigeno perché certamente entro giugno sarebbe stato molto difficile trovare una soluzione stabile. Il prolungamento del periodo di contratto di solidarietà, non appena confermato, sarà fondamentale per costruire una soluzione vera che dia certezze e futuro allo stabilimento e ai suoi operai».

Piombino, notizie contrastanti

Anche su Piombino rimbalzano da Roma notizie contrastanti che accendono le speranze o confermano le preoccupazioni: da una parte sarebbe in dirittura d’arrivo l’accordo con Metinvest Danieli per un impianto nuovo, dall’altra non si hanno più notizie di Jsw e Magona vive una fase di gravissima crisi.

«Chiediamo al Governo – dice De Rosas – di stringere i tempi e di occuparsi delle industrie di questo pezzo di Toscana».

«Servono  – dicono a una voce Termine e De Rosas – servono soluzioni immediate per i 1500 lavoratori che da dieci anni vivono in cassa integrazione. Una situazione alienante, sicuramente meglio del nulla ma inaccettabile. Se anche partisse – e speriamo riparta quanto prima – il nuovo impianto, questo non sarebbe pronto prima del 2028/2029 e non potrebbe assorbire tutti gli attuali dipendenti».

«La cassa integrazione scade a gennaio ‘26. Bisogna occuparsene subito. Come servono soluzioni per chi non troverebbe lavoro nel nuovo stabilimento e per la formazione professionale che è compito della Regione Toscana e alla quale chiediamo un impegno straordinario».

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