CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. È stato la sorpresa della prima e la conferma della seconda serata del Festival di Sanremo. La sua esibizione ha conquistato la Sala stampa, che nella serata di debutto sul palco dell’Ariston gli ha regalato uno dei primi cinque posti nella classifica provvisoria di martedì 11 febbraio. Mercoledì 12 febbraio, invece, è stato il televoto a portarlo di nuovo in quella parte speciale della classifica, tra i primi cinque.
Segno che Lucio Corsi, con la sua canzone “Volevo essere un duro”, accompagnato dall’amico Tommaso Ottomano che ha scritto con lui il testo e che ha anche realizzato il video con due strepitosi Massimo Ceccherini e Leonardo Pieraccioni, ha raggiunto un grandissimo obiettivo. Quello di portare il profumo della favola, della poesia, del rock sognante e delicato del menestrello di Vetulonia nelle case degli italiani.
«Cresciuto nel far west mangiando tortelli»
Questa edizione del Festival ha avuto un grandissimo merito: quello di far conoscere al pubblico Lucio Corsi. Trentuno anni, il cantautore di Vetulonia è «cresciuto nel far west, in Maremma – ha detto in una recente intervista – mangiando tortelli al ristorante della nonna». La nonna di Lucio è Milena Marchetti, che nel 1959 ha aperto il ristorante Macchiascandona, luogo di pellegrinaggio dei devoti alla cucina maremmana tradizionale.
Appassionato di moto gp, Corsi da ragazzino faceva il marciatore. Ha già tre album all’attivo, “Bestiario”, “Cosa faremo da grandi” e “La gente che sogna”. A marzo, uscirà il quarto disco.
Album, le cui copertine sono realizzate tutte dalla mamma di Lucio Corsi, Nicoletta Rabiti, pittrice.
Nella serata delle cover dedicherà un omaggio a Domenico Modugno e con lui sul palco ci sarà Topo Gigio.
Il saluto alla sua Castiglione
Al termine della seconda serata Lucio Corsi ha inviato un video al Comune di Castiglione per salutare amici e compaesani.
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