Sanitari di Pegaso aggrediti: «Provavo orgoglio, oggi solo dolore» Skip to content

Sanitari di Pegaso aggrediti: «Provavo orgoglio, oggi solo dolore»

Parla l’infermiera che era sul Pegaso e che è stata presa a pugni dal titolare della cava durante il soccorso all’operaio: «Ho scelto il 118 perché volevo fare la differenza, non posso ancora credere che sia successo»
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L’elisoccorso Pegaso durante un servizio

GROSSETO. Fino a lunedì 15 maggio, quando il mondo intorno a lei sembrava essersi capovolto all’improvviso, provava orgoglio ogni volta che indossava la divisa e saliva sull’elisoccorso. Perché essere un’infermiera del 118, lavorare sull’ambulanza e su Pegaso, prestare le prime cure a chi ne ha bisogno, spesso, serve a fare la differenza.

Serve a rimarcare, nettamente, quella linea che separa la vita e la morte

Per questo, quello che è successo durante l’intervento di Pegaso in una cava di Sarteano, in provincia di Siena, dove un operaio di 53 anni è finito sotto a una tramoggia, ha davvero dell’incredibile. Agli occhi di tutti e soprattutto agli occhi di chi era volato fin lì per salvare la vita a un uomo e invece è stato picchiato. 

L’infermiera che ha dedicato la vita all’emergenza

L’infermiera che era su Pegaso lunedì mattina ha 52 anni, è grossetana e dal 1991 dedica la sua vita agli altri. Dieci anni dopo ha scelto di andare al 118.

«Di situazioni più o meno brutte e difficili – dice – ne affrontiamo ogni giorno. Ma mai mi sarei aspettata quello che è capitato alla cava. Io presto servizio sia sull’ambulanza che sull’elisoccorso, e quando si ha a che fare con le emergenze capita che la situazione a volte sia tesa. Ma quello che è successo lunedì era inimmaginabile per tutti». 

L’elisoccorso Pegaso 2, partito dall’elisuperficie del Misericordia di Grosseto, è arrivato a Sarteano intorno alle 11.30. L’operaio, un uomo di 53 anni, è stato tirato fuori dalla cava dopo quasi tre ore dai vigili del fuoco. Ai quali non sarebbero stati risparmiati improperi.

La situazione, viste le condizioni di salute dell’uomo, era gravissima. 

«Ancora prima di arrivare dal paziente – dice l’infermiera – ho visto quest’uomo, il proprietario della cava, venirci incontro urlando e gesticolando. Ero convinta che volesse farci passare da un’altra parte per raggiungere prima il paziente. Si è avvicinato al medico, che era davanti ma anziché parlargli ha cominciato a picchiarlo sul casco, a schiaffeggiarlo». 

Presa a pugni durante i soccorsi

L’elisoccorso era ancora in moto e l’elica posteriore era quindi in funzione.

«Stavamo scendendo da una specie di terrazza con sabbia e breccino – dice ancora – Insieme a me e al medico c’era un collega del Soccorso alpino. Il medico, dopo essere stato spintonato, è riuscito a divincolarsi e ad allontanarsi. Quell’uomo mi è venuto incontro, cercava di togliermi il casco che avevo ovviamente chiuso. Avevo anche la visiera e gli occhiali da sole. Il rotore era acceso e avvicinarsi poteva essere pericolosissimo. Ho avuto davvero paura». 

È stato a quel punto che l’uomo ha colpito la donna al volto.

«Mi ha presa allo zigomo e alla mandibola – dice – poi se l’è presa con i vigili del fuoco e quando sono arrivati i carabinieri, era talmente agitato e furibondo che anche loro hanno fatto fatica a fermarlo». 

L’infermiera, il medico, il personale della Sast e i vigili del fuoco sono riusciti a trarre in salvo il cinquantatreenne dopo quasi tre ore di lavoro e ad accompagnarlo alle Scotte, in condizioni gravissime. 

Alle 15 l’equipaggio è rientrato: la donna è andata a farsi medicare al pronto soccorso alla fine del turno. Ha continuato a svolgere il suo lavoro, senza curarsi del dolore per i pugni presi. 

«Mai successa una cosa simile»

Al pronto soccorso, l’infermiera grossetana è stata medicata e mandata a casa con una prognosi di cinque giorni.

«Ora ho dolore – dice – ma soprattutto sono incredula per quello che è successo. Io cerco di fare il mio lavoro al meglio delle mie possibilità, dedicando tutta me stessa. Ho scelto il 118 proprio per questo: perché è un lavoro che mi ha sempre gratificata e perché con il nostro intervento possiamo davvero fare la differenza». 

Un’aggressione ingiustificata, come quella di lunedì, non ha davvero alcun senso. Come quelle ai danni degli altri soccorritori, avvenute qualche settimana fa a Follonica. 

«Siamo pronti a gestire situazioni difficili – dice – Ci capita soprattutto quando dobbiamo intervenire per soccorrere pazienti psichiatrici. Ma un’aggressione e una violenza come quella di lunedì alla cava, non riusciamo nemmeno a pensarla. Soprattutto quando si vola con Pegaso: fino ad oggi nessun equipaggio era mai stato aggredito». 

L’Asl sporgerà querela e lo stesso faranno i sanitari aggrediti.

«Ultimamente ce lo aspettavamo – dice – ma non durante un servizio con l’elisoccorso. I soccorritori, quando sono su Pegaso, sono visti diversamente rispetto a quando svolgono servizio in ambulanza. Ora invece, è stata infranta anche questa barriera». 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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