GROSSETO. Alzare l’attenzione sul fenomeno delle aggressioni ai sanitari e sulle sue cause generali. Se questa, da anni, è la mission della Uil che porta avanti la campagna “0 morti sul lavoro”, lo è ancora d più oggi, dopo l’ennesimo caso di aggressione ai danni di un medico e di un’infermiera che sono intervenuti su un soccorso con Pegaso 2. Aggressione che Sergio Sacchetti, segretario della Funzione pubblica della Uil bolla senza mezzi termini come un incidente sul lavoro.
Sanitari capro espiatorio dei disagi dei cittadini
Non era mai successo che un equipaggio di Pegaso fosse aggredito durante un intervento per salvare la vita a un paziente. «Quanto successo è inquietante. Probabilmente perché sta “passando”, tra la popolazione, in questo difficile momento (che dura da anni) un messaggio che fa pensare – aggiunge Sacchetti – che gli (ormai) ex angeli delle corsie (tanto declamati durante il periodo covid-sars-2), siano ormai diventati una sorta di “capro espiatorio”, rispetto alle inefficienze che si riscontrano, non per colpa loro ma di altri, anche in relazione alle criticità che stanno opprimendo cittadini e cittadine».
Che il clima è cambiato, il sindacato se n’è accorto durante la mobilitazione sindacale unitaria di fine aprile 2023, in vista della manifestazione nazionale del 6 maggio a Bologna, indetta anche per ottenere migliori condizioni per la sanità pubblica (risorse umane, economiche e strumentali, ad esempio), dove si percepiva, in alcuni casi, la disapprovazione ed il fastidio della gente rispetto all’iniziativa.
Personale sotto stress e annichilito
Il sindacato attacca anche l’Asl che, a Siena, come a Grosseto e ad Arezzo, non assume da tempo personale. «Questo quando lo stesso, è all’estremo delle forze e non è neppure sicuro di poter effettuare le ferie per riposare ed evitare così il pericolo di “rischio clinico”, ovvero l’errore ai danni del paziente – aggiunge il segretario della Funzione pubblica della Uil – Non possiamo neppure permettere che professioniste e professionisti, che provano orgoglio (come nella fattispecie l’Infermiera malmenata) ad “indossare la divisa” ed a “salire sull’elisoccorso” (perché, come la stessa racconta, “essere un’infermiera del 118, lavorare sull’ambulanza e su Pegaso per prestare le prime cure a chi ne ha la bisogno, serve a fare la differenza nella linea che separa la vita dalla morte”) adesso provi annichilimento, delusione, frustrazione e dolore, accada ancora».
Il governo, piuttosto che la Regione, ma anche le istituzioni locali e sanitarie dovrebbero quindi assumersi la responsabilità di quanto accade sempre più frequentemente, «dato che in tutta la popolazione si sta instaurando una situazione di insoddisfazione e nervosismo che porta all’aggressività – aggiunge Sacchetti – laddove il personale sanitario è impossibilitato a dare una risposta immediata ed adeguata come vorrebbe l’utente, per le gravi problematiche in cui versa la sanità pubblica. Noi della UilFpl, saremo sempre in prima linea, per difendere gli operatori sanitari che svolgono giornalmente le loro funzioni, il loro dovere, e la propria missione per aiutare e curare chi ne ha bisogno».
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