GROSSETO. Parlare di Leone d’oro, per tutti significa parlare di cinema, red carpet e star del grande schermo. Ma il Gran premio internazionale di Venezia è molto di più e abbraccia tutti i campi dell’arte, del bello, della creatività, dell’innovazione.
Non a caso, viene assegnato a illustri personaggi che hanno dato lustro all’Italia nel mondo, ma anche a coloro che si sono distinti nell’imprenditoria, nella scienza e nella ricerca applicata, contribuendo alla crescita del nostro Paese.
Dal 25 marzo, la preziosa statuetta alata fa bella mostra di sé nella casa di Salvatore Valenti, geniale chimico 46enne di origine siciliana, grossetano d’adozione, cui è stato attribuito il Leone d’oro alla carriera per meriti professionali relativamente all’innovazione.
Due brevetti e una ventina di pubblicazioni di livello internazionale portano, infatti, la sua firma. Le sue ricerche spaziano dalla sostenibilità ambientale, all’alimentazione umana e animale, alla cosmetica, alla farmaceutica, ma senza trascurare la bellezza e l’arte. «Che non sono affatto in antitesi con la scienza», ci tiene a dire Valenti, che per la realizzazione dei sui progetti ha come partner la Fondazione Priapo, ispirata ai principi della finanza etica.
Dalla Sicilia alla Maremma per amore, con il pallino della ricerca
Valenti è arrivato a Grosseto nel 2007, per amore della moglie Federica e proprio nello studio della loro casa in cui vivono con i tre figli, le sue scoperte prendono forma per concretizzarsi nei laboratori nazionali e internazionali di cui si avvale.
Dopo la laurea in Chimica e tecnologia farmaceutica all’università di Siena, il dottorato di ricerca in Scienze farmaceutiche, il master in Tecnologia farmaceutica industriale e il lavoro decennale come ricercatore nell’ateneo senese, Valenti ha deciso di lasciare l’università e fondare una società di ricerca indipendente, “Anima Aurea”, insieme ad altri soci e collaboratori.
Da questo sodalizio sono nati i due brevetti più innovativi, che gli sono valsi il Leone d’oro: il mangime “Feed-K”, che riduce la produzione di metano negli allevamenti bovini, migliora la qualità del latte e recupera gli scarti delle produzioni alimentari, ma soprattutto la bottiglia “Anima Aurea“, realizzata interamente in oro e argento, per la conservazione di pregiati vini.
Per questa spettacolare creazione, Salvatore Valenti ha ricevuto, a ottobre, a Ginevra, il Luxury Innovation Award 2021, un prestigioso riconoscimento che premia il lusso e l’eleganza ai massimi livelli. Tant’è che la commissione è presieduta dal Ceo del gruppo Bulgari, Jean-Christophe Babin.
Un’anima d’oro per vini preziosi
Il Leone d’oro è arrivato del tutto inaspettato. Valenti pensava a uno scherzo, finché non ha visto l’invito alla cerimonia di premiazione al Palazzo della Regione del Veneto. Ed è arrivato per soprattutto per “Anima Aurea”. «Questa bottiglia – spiega Valenti – è il risultato di uno sforzo intellettivo per mettere insieme ricerca, scienza, arte di fare il vino e arte orafa. Quella degli orafi fiorentini di Ponte Vecchio che forgiano uno a uno gli esemplari, fondendo l’oro puro da cui ricavano l’interno e ricoprendolo con argento altrettanto puro.
È arte, ma anche innovazione perché l’oro conserva intatto il vino che contiene, migliorandone il gusto e le proprietà organolettiche. Anche la parte inferiore del tappo in sughero è ricoperta d’oro, in modo che il contenuto sia esclusivamente a contatto con il prezioso metallo».
Anima aurea nasce nel 2015, dopo un lungo periodo di ricerca che ha permesso di provare che oro e argento sono i migliori materiali per invecchiare il vino. L’oro resiste a tutte le radiazioni, molto più di quanto possa fare una bottiglia di vetro scuro, inibendo le ossidazioni e stimolando reazioni sinergiche per il buon invecchiamento del vino».
Va da sé che oggetti come questi hanno un valore inestimabile – così risulta ad esempio dalle case d’asta Sotheby’s e Christie’s – e non possono che contenere grandissimi vini, italiani o francesi.
«Anima Aurea è nata dalla tecnologia applicata alla scienza, dalla creatività e dalla ricerca, a loro volta collegate all’arte e alla bellezza», dice ancora Valenti. «Del resto questo è l’arte italiana: il bello di cui nel nostro Paese siamo permeati».
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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