GROSSETO. Da qualche mese ha ottenuto l’obbligo di firma a Grosseto, per reati commessi a Civitavecchia e Viterbo. E quasi ogni giorno si presenta alla caserma dei carabinieri. I militari, almeno di vista, li conosce quasi tutti. E così, domenica 25 agosto, appena passata la mezzanotte, quando in via Pola ha incrociato la pattuglia, ha salutato i carabinieri.
Fin qui, nell’incontro tra il trentenne di origini tunisine, Mohamed Chemki, e i militari, non ci sarebbe stato nulla di strano. Subito dopo però, l’uomo ha ingoiato qualcosa ed è scappato via in sella alla sua bici, senza fermarsi. I carabinieri lo hanno inseguito fino a via Buozzi e lo hanno fermato. Una volta arrivato al pronto soccorso, Chemki ha vomitato quello che aveva ingerito: tre ovuli di cocaina. Un altro lo aveva gettato per terra. In totale poco meno di 4 grammi. «Questa droga è per me», ha spiegato il trentenne ai militari. Che però non hanno creduto alle sue parole. Addosso aveva anche 200 euro, soldi che sono stati sequestrati.
La giudice dispone la custodia in carcere
Lunedì 26 agosto il trentenne si è trovato di fronte alla giudice Grosseto Agnieszka Karpinska. Difeso dall’avvocata Federica Putignano, che era riuscita a fargli ottenere l’obbligo di firma, il trentenne ha ribadito che quella droga che gli è stata trovata addosso era per sé e che i soldi glieli aveva dati suo fratello.
Il vice procuratore onorario Massimiliano Tozzi ha chiesto la custodia cautelare in carcere, l’avvocata Putignano, invece, l’obbligo di dimora.
La giudice Karpinska ha convalidato l’arresto: Chemki è stato portato di nuovo in cella, in attesa del processo.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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