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Rigassificatore a Piombino, rischio inquinamento da candeggina

Il rigassificatore Golar Tundra è arrivato a Piombino, la consigliera Rita Bernardini si interroga sui rischi da inquinamento. Anche da noi
Rigassificatore: la Golar Tundra nel porto di Piombino
Il rigassificatore Golar Tundra attraccato alla nuova banchina del porto di Piombino

GROSSETO. La Golar Tundra, dopo un mese di navigazione, e qualche mese in più di polemiche, è arrivata nel porto industriale di Piombino domenica 19 in serata. Il rigassificatore, tanto osteggiato da gran parte degli abitanti di Piombino, è ormeggiato alla nuova banchina, quella con i fondali di 20 metri, e verrà ora allacciato alla rete e andrà in produzione, si dice, verso maggio. 

Al di là delle polemiche, quello che sorprende è che tutto il dibattito, comprese anche le richieste di eventuali compensazioni per i residenti sul promontorio, magari sarà la volta buona per fare le bonifiche, si sia esaurito a Piombino. Come se a Torre Mozza, a metà del golfo, ci fosse un muro, allungato in mare a dividere le acque.

Le acque del mare, nei millenni, è riuscito a dividerle solo Mosè, per cui quello che viene scaricato nel porto di Piombino arriva anche nel golfo di Follonica. E magari più a sud. Basta una corrente birichina ed ecco che quello che era a nord arriva a sud.

Eppure Follonica, Scarlino, Castiglione, e anche Marina di Grosseto, neppure sono state prese in considerazione per eventuali compensazioni. Mentre i rischi ci sono anche qui. In particolare per la candeggina (ipoclorito di sodio) che verrà usata per purificare l’acqua di mare e sarà poi rimessa nel mare stesso. Riuscirà a diluirla al punto da renderla innocua?

Di questi dubbi si fa portatrice Rita Bernardini, consigliera comunale a Grosseto (gruppo misto di opposizione) con una lunga lettera aperta. Con la quale invita a riflettere.

Rita Bernardini: «Che rischi corriamo per l’inquinamento?»

«Con la sua imponenza di 300 metri circa e dopo 26 giorni di navigazione è arrivata al porto di Piombino, la nave Golar Tundra partita da Singapore ed attraversando il canale di Suez  – scrive la consigliera comunale -. Di importante impatto a livello della produzione del gas perché garantirà all’Italia una certa indipendenza dall’import di gas dall’Est e garantirà 5 miliardi di metri cubi di gas».

Rita Bernardini
Rita Bernardini

«La nave rigassificatrice a Piombino assieme a quella di Ravenna allenterà la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas metano attraverso i gasdotti di terra, che arrivano dalla Russia e dall’Azerbaigian e che scontano tensioni geopolitiche ad intervalli regolari».

«Nonostante la sua importanza per il fabbisogno a livello nazionale il suo arrivo ha smosso tensioni e lamentele da parte degli abitanti di Piombino».

«Ho sempre seguito, perché affascinata, questa vicenda ed ho ascoltato in streaming il convegno che lo scorso 17 ottobre si è tenuto presso il teatro Metropolitan di Piombino, tra l’altro molto affollato».

«Probabilmente avevano già prima dell’incontro parecchi dubbi sulla scelta di questa città come luogo che dovrebbe ospitare uno dei rigassificatori individuati dal governo Draghi per importare Gnl nei prossimi anni. Interrogativi che si sono rafforzati ascoltando i pareri tecnici dei consulenti del Comune (Piombino). Una task force composta da un avvocato, esperti di valutazioni ambientali e sanitarie, di ingegneria navale, di rischio di incidente rilevante, visto che il rigassificatore (o Fsru) è un impianto sottoposto alla direttiva Seveso».

«Nei mesi scorsi, questo progetto a cura di Snam è stato oggetto di una moltitudine di osservazioni, risposte, controdeduzioni, da parte di trenta diverse autorità responsabili».

«Accanto alla Golar Tundra attraccheranno inoltre navi altrettanto grandi e cariche di gas (combustibile potenzialmente esplosivo?). Altro aspetto che riguarda l’impatto sul mare: il rigassificatore, opererà a “ciclo aperto”, cioè ha bisogno di prelevare acqua e scaricarla».

«Si prevede il prelievo di 18 mila metri cubi all’ora di acqua di mare che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina (ipoclorito di sodio), per evitare le incrostazioni, e scaricata fredda, a -7°C rispetto a quando prelevata, insieme a una concentrazione di 0,2 mg/l di candeggina. Dunque, ogni giorno verrebbero scaricati in mare 86,4 kilogrammi di candeggina. Per un totale annuo di 31,5 tonnellate». 

«Considerando che tra Piombino e noi ci sono circa 25/30 miglia marine (e molte meno rispetto a Follonica, ndr) ossia circa 50 km in mare più o meno per intendersi, mi domando se:

  • È possibile che ci siano situazioni in cui questi sversamenti provochino schiume e quindi il cumulo di inquinamento?
  • È veramente cosi inquinante come alcuni abitanti di Piombino temono?
  • E se si, non esistendo una linea immaginare di confine che separa le acque dal Porto di Piombino a noi, possiamo anche noi rischiare qualche ipotetico ed eventuale rischio di inquinamento?»

 

 

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