SAN VINCENZO. Riapre a Castagneto, al confine con San Vincenzo, la cava che piaceva al Brunelleschi, dalla quale furono estratti parte dei marmi per il duomo di Santa Maria del Fiore a Firenze. Ma, secondo alcuni studi, attiva fin dal periodo etrusco.
Una cava, del Broccatello o del Romitorio, che si trova su 12 ettari nel territorio di Castagneto Carducci, parte dei 106 di proprietà della società MdM Marmi di Maremma Srl. 12 ettari al confine con il territorio di San Vincenzo, nel bosco dietro alla zona di San Carlo.
E proprio sul territorio di San Vincenzo, in particolare nel quartiere Acquaviva, passeranno i camion che porteranno il materiale estratto all’Aurelia.
Contro la riapertura della cava si è schierata la Regione ma per due volte, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, è stata sconfitta nei ricorsi presentati proprio dalla società MdM Marmi di Maremma Srl. E ora è “costretta” a fare una variante al piano regionale delle cave.
Contro sono anche i Comuni di San Vincenzo e Castagneto ma, al momento, viste le sentenze, sono costretti ad adeguarsi.
Contro sono anche i cittadini, preoccupati soprattutto per il traffico pesante. Da qualche giorno è stata aperta anche una petizione online, su Change.org. QUI il link alla petizione.

La Mdm Marmi di Maremma Srl
La cava che insiste in quelli che erano territori dei Della Gherardesca, è attiva almeno dal 1400. Negli anni ’60 è stata riaperta da un cavatore senese che, d’accordo con Walfredo della Gherardesca, l’ha coltivata fino agli anni ’80. Da allora la cava è chiusa.
Il progetto di riapertura è della Mdm Marmi di Maremma Srl, società costituita dall’imprenditore Riccardo Mariotti (socio di riferimento della Medonoratico, proprietaria del Paradù, ndr) e dalla società Demetra Italia Srl, azienda attiva nel settore del commercio all’ingrosso di marmi con sede in via Martiri di Cefalonia a Massa.
Sul sito la società scrive, fra le altre cose “Oggi Demetra Italia s.r.l. si è concentrata sulla ricerca di materiali storici soprattutto italiani, cosi da riscoprire meravigliose pietre usate dai più grandi artisti ed architetti del passato e cadute nell’oblio come il Marmo della Gherardesca“.
Dov’è la cava e il progetto di escavazione
Così si legge nella relazione per la Via (Valutazione d’impatto ambientale)
L’area di cava esistente e la porzione di territorio oggetto di nuova coltivazione sono ubicate nel Comune di Castagneto Carducci, in particolare il piazzale della cava esistente è posto alla quota di circa 196 m s.l.m., in una zona boscata posta tra i rilievi del monte Verdello a sud-ovest e del Romitorino, a sud-est.
Il sito estrattivo è posto a sud della zona indicata con il nome di Ortali e del fosso delle Dispense. Questa è raggiungibile, partendo dalla SP39 – Vecchia Aurelia, attraverso la strada vicinale delle Rozze dell’Acquaviva e proseguendo per la strada vicinale del Verdello, che arriva direttamente alla cava. Si dovrà aprire un varco di passaggio attraverso via Volta.
La coltivazione della cava dovrebbe proseguire fino al 2038. Si stima in 60mila mc il volume del marmo che sarà estratto.
I siti di coltivazione, uno accanto all’altro, sono due, indicati con le sigle 090490060100 e 090490060110. QUI e QUI le schede.

La battaglia legale al Tar e al Consiglio di Stato
Nel Piano cave della Regione Toscana i due giacimenti erano stati classificati come “giacimenti potenziali” e non come “giacimenti“.
La differenza è sottile, ma sostanziale.
La differenza sta nel grado di certezza sulla loro esistenza e sfruttabilità. Un giacimento è una concentrazione di una sostanza utile (come metalli, combustibili fossili, in questo caso marmo da estrarre, ndr) in una roccia o terreno, che può essere sfruttata economicamente. Un giacimento potenziale, invece, è una concentrazione che ha un alto grado di probabilità di esistere, ma non è ancora stato confermato con prove dirette, oppure è possibile che sia economicamente non conveniente sfruttare.
Contro la denominazione “potenziale” la Mdm Marmi di Maremma Srl ha fatto ricorso al Tar.
La sentenza (QUI per leggerla) del Tar Toscana 719/2022 ha accolto il ricorso della società.
Scrive il Tar: “la scelta di non individuare dei giacimenti nelle aree “Il Romitorino” e “Valle delle Dispense”, risulta inficiata, [….], innanzitutto da un’inadeguata istruttoria, da un errore sui presupposti di fatto e da una conseguente incongruità motivazionale; nonché, in secondo luogo, da eccesso di potere per irragionevolezza, illogicità, ingiustizia e sviamento di potere, specie laddove, in mancanza – allo stato degli atti – di un obiettivo fondamento giustificativo, si è ritenuto necessario un ulteriore sviluppo istruttorio a livello comunale, sostanzialmente rimettendo al Comune l’adozione di scelte pianificatorie che avrebbero dovuto esaurirsi a livello regionale”.
Il Consiglio di Stato con una successiva sentenza, (QUI per leggerla) ha poi confermato quanto stabilito dal giudice amministrativo di primo grado.
La variante della Regione
In conseguenza delle sentenze il Piano regionale cave risulta annullato nella parte relativa alla individuazione come giacimenti potenziali delle aree in questione.
Così con la deliberazione 302 del 18-03-2024 la giunta regionale ha approvato il documento di avvio del procedimento per la variante al Prc ed ha nominato in qualità di responsabile del procedimento il dirigente responsabile del settore Logistica e cave della direzione mobilità infrastrutture e trasporto pubblico locale.
QUI – Il documento preliminare alla Vas (Valutazione ambientale strategica) per la variante al Prc
Nei giorni scorsi, poi, il 31 marzo 2025, è stata approvata la proposta di deliberazione per la variante al Piano regionale cave.
QUI – La scheda del procedimento
In sostanza, è partito l’iter per modificare il Piano regionale cave. Un sostanziale via libera alla riapertura della cava.
La petizione on line e le assemblee pubbliche
Questo il testo della petizione on line su Change.org.
“Con un progetto dannoso per l’ambiente e senza nessuna ragione economica. La Regione intende riaprire la cava del Romitorino chiusa da quarant’anni e completamente rinaturalizzata, in mezzo a colline ricche di vegetazione che ospitano moltissimi animali, riaprirla comprometterebbe il loro habitat e ogni prospettiva di sviluppo turistico legato all’escursionismo e all’ambiente».
«Per portare via il marmo dalla cava si prevede di deturpare un sentiero di interesse naturalistico e di invadere con i camion un quartiere residenziale senza una adeguata viabilità e l’Aurelia già congestionata dal traffico soprattutto in estate. La comunità di San Vincenzo e tutti quelli che amano il paese e la natura non possono permettere questo scempio».
«Questa raccolta firme non è solo per gli abitanti di San Vincenzo, ma per tutte le persone che hanno a cuore la salvaguardia di flora e fauna e il mantenimento dell’attuale vegetazione boschiva». (QUI il link)
L’Amministrazione comunale di San Vincenzo ha già organizzato due assemblee pubbliche, alle quali ha partecipato, oltre al sindaco Paolo Riccucci, anche la sindaca di Castagneto, Sandra Scarpellini. Assemblee molto partecipate.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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