FOLLONICA. «Questo quadro mi perseguita da più di venticinque anni. A mio modesto parere, è di Modigliani». La voce di Roberto Sabatelli, ex direttore della Civica Pinacoteca di Follonica, tradisce un po’ di emozione. La storia del dipinto che ritrae la fiorentina Medea Taci trovato in Sardegna, a Iglesias, è il protagonista della web series Casa Pananti, dell’omonima galleria d’arte fiorentina. Il cui amministratore, Filippo Pananti, è venuto fino alla città del golfo per avere la certezza che cercava.
Ovvero che quel dipinto fosse davvero di Modì.
Un mistero lungo 25 anni
Follonica e i Macchiaioli, in particolare Modigliani, sono i protagonisti del video pubblicato sul sito della galleria d’arte fiorentina. Un video che ricorda l’importanza ed il valore della conoscenza, della storia e dell’arte nella formazione culturale dell’individuo. Se poi al centro c’è un follonichese, la cosa si fa ancora più interessante.
Alle spalle della realizzazione del video ovviamente c’è una lunga storia che è cominciata nel 2000.
In quel periodo la Civica Pinacoteca di Follonica era in piena attività con le mostre dedicate proprio ai Macchiaioli e, forse per questo, un giorno arrivò in quella sede la telefonata di un’insegnante in pensione, Gabriella Meloni, residente a Iglesias (Sardegna) che chiese una consulenza del quadro in suo possesso.
La donna era sicura che fosse di Modigliani, ma ne voleva la conferma definitiva. Le venne chiesto di mandare una foto e possibilmente tutta la documentazione (se c’era) inerente alla storia di quel dipinto.
La mole della documentazione in possesso della signora Meloni era tanto grande che lei stessa decise di venire direttamente a Follonica portando con sé anche la foto ingrandita del quadro per sottoporla e illustrarla personalmente al direttore della Pinacoteca che allora era Roberto Sabatelli.
L’attribuzione a Modì attraverso i ricordi di Gabriella
Iniziò un periodo di analisi attenta perché quel quadro, sebbene non firmato ma solo siglato, sembrava proprio appartenere ad Amedeo Modigliani. Ci vorranno anni di ricerche, studi, confronti ed ipotesi, per riuscire a farsi un’idea il più precisa possibile sulla sua provenienza, sospesi talvolta da intervalli forzati ma alla fine, grazie anche al ruolo decisivo svolto da Filippo Pananti, si è ora chiuso il cerchio sul “Ritratto di Medea” che finalmente ha trovato una sua collocazione storica e pittorica.
Fondamentali per la ricostruzione della nascita di quel dipinto sono stati anche i ricordi della donna vissuti proprio ad Iglesias quando era bambina e dai racconti della famiglia.
La breve amicizia tra Medea e Modì
La storia appassiona e svela molti particolari importanti per la conoscenza del pittore livornese. Per questo Filippo Pananti, grande esperto d’arte fiorentino e uno dei più grandi mercanti d’arte europei, decide di farne un documentario, un video che racconti tutto ciò che è emerso da quegli anni di ricerche.
È così che improvvisamente il pittore toscano, tanto amato e stimato all’estero, torna a far parlare di sé anche a Follonica, perché il protagonista dei giorni nostri è follonichese e si chiama Roberto Sabatelli, il che preannuncia tante altre storie ancora da raccontare.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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