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Quando in Maremma si moriva d’eroina

Record d’ascolti per il podcast “Il buco” del follonichese Masiar Pasquali su Spotify dove raggiunge il 32° posto in classifica con mille ascolti al giorno. Tra gli ospiti c’è anche don Enzo Capitani
La copertina del Podcast e, a destra, Masiar Pasquali

GROSSETO. Conta 1.000 ascolti al giorno ed è 32° nella classifica di Spotify: è il podcast “Il buco – pionieri dell’eroina” di Masiar Pasquali, fotografo, videomaker e storyteller cresciuto a Follonica. Un lavoro di ricerca che, in sette episodi, racconta l’arrivo dell’eroina in Maremma, “ospite inatteso” come dice la storica Vanessa Roghi in una delle testimonianze raccolte da Pasquali, che sconvolge, dalla metà degli anni Settanta, tante piccole comunità.

 

Una morte drammatica e il maxi processo

Il podcast “Il buco – pionieri dell’eroina” inizia con il ritrovamento del cadavere di una ragazza a Orbetello nel 1979, morta per overdose, che dà il via a un’inchiesta e ad un maxi processo che coinvolgerà 35 imputati di età compresa tra i 17 e i 24 anni.

Traccia la storia dell’eroina nella provincia grossetana, attraverso la voce di sei testimoni che raccontano all’ascoltatore la propria esperienza e il proprio punto di vista: da Andrea, Bruno e Roberto che, negli anni Settanta, hanno vissuto la diffusione di questa sostanza tra i giovani, a don Enzo Capitani, fondatore di una comunità terapeutica nel 1987 che ha osservato, in questo mezzo secolo, l’evoluzione dell’abuso di sostanze e l’aspetto più umano di una persona dipendente, a Vanessa Roghi, storica e docente grossetana, autrice di due libri sul tema, per arrivare a Francesco Barzagli, psichiatra del Ser.D. di Piombino, che racconta i meccanismi che si celano dietro alle dipendenze.

«Da anni racconto storie – dice l’autore Masiar Pasquali – attraverso diversi mezzi espressivi; mi sono imbattuto in questa mentre stavo lavorando a “Topografia Sensoriale Partecipata”, nella primavera del 2023. Molte persone mi hanno raccontato di come abbiano perso decine di amici, tra gli anni Ottanta e Novanta, e di come questo evento traumatico li avesse segnati. Era una storia che doveva essere affrontata e raccontata per meglio comprendere qualcosa che è avvolto da molti pregiudizi e luoghi comuni, che si pensa legato soltanto ad un passato remoto, ma che ancora oggi segna l’esistenza di molti».

L’eroina, la politica, la musica

Recensito anche dalla rivista “Internazionale”, “Il buco – Pionieri dell’eroina”, partendo dalla provincia di Grosseto fa luce su un problema nazionale, che ha condizionato la vita di un’intera generazione e che avviene in un periodo storico molto particolare per l’Italia: quello degli anni di Piombo, dell’impegno politico e sociale dei giovani, dello sviluppo di una cultura musicale e artistica propria di una generazione che voleva, anche attraverso gesti eclatanti, prendere le distanze dalla precedente.
“Il buco – pionieri dell’eroina”, disponibile gratuitamente su Spotify. È un podcast ideato, realizzato, registrato e montato da Masiar Pasquali, con la consulenza al soggetto e alla ricerca di Alessia Piccinetti e Francesco Ciarapica.

La post-produzione audio è di Andrea Gozzi, le musiche di Kjartan Abel, Audiomirage, Andrewkn, PodcastAC, Universfield, Gertraut Hecher. L’immagine di copertina di Masiar Pasquali.

Da Follonica al resto del mondo

Masiar Pasquali nasce nel 1983 da madre iraniana e padre italiano. Cresce a Follonica; vive e lavora a Londra, Parigi, New York e Milano, dove adesso si è stabilito, lavorando anche come fotografo ufficiale del Piccolo Teatro di Milano.
Dopo gli studi, dapprima di recitazione e poi di organizzazione dello spettacolo dal vivo, lavora come tour manager, assistente e direttore di produzione per i più importanti cantautori e musicisti italiani (Gianna Nannini, Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Anna Oxa, Avion Travel, John De Leo…).

È in questo contesto che scopre la sua passione per la fotografia, che lo porta a pubblicare su testate italiane e straniere come il New York Times, Le Monde, il Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore.
Da oltre un decennio sviluppa progetti di storytelling su persone e comunità, prima attraverso le foto, poi con video e installazioni, per arrivare, infine, al suono. Lo scorso anno a Follonica ha presentato il progetto socio-antropologico “Topografia Sensoriale Partecipata”, che raccoglie storie  di 100 persone, legate ai luoghi della città del golfo.

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