GROSSETO. La lettera della funzione pubblica della Uil è solo l’ultima delle segnalazioni sui problemi della sanità maremmana, che investono i pronto soccorso e più in generale le attività territoriali e ospedaliere.
Nel mirino questa volta ci sono i servizi psichiatrici, in sofferenza negli ultimi anni per carenza di personale medico, tanto da portare alla chiusura di alcuni ambulatori strategici. Un depotenziamento che si riflette inevitabilmente anche sulle attività di emergenza, con i pazienti “difficili” parcheggiati nei pronto soccorso, con tutto quello che ne consegue. È la cronaca recente a parlare.
Dal 15 luglio, lascia il responsabile della psichiatria del Misericordia
Tecnicamente si chiama Spdc, servizio psichiatrico di diagnosi e cura, ma per il comune sentire è il “reparto di psichiatria“. Dunque, quello in cui vengono accolti i pazienti che necessitano di trattamenti psichiatrici da fare in ricovero, in alcuni casi obbligatori come i Tso (trattamento sanitario obbligatorio).
Al momento è coordinato dal dottor Daniele Lombardi, che ha rassegnato le dimissioni il 15 giugno e che, pertanto, lascerà entro la metà di questo mese.
L’Spdc del Misericordia ha 6 posti letto, insufficienti a coprire la richiesta di ricovero, anche perché i problemi organizzativi sul territorio rendono sempre più difficile intercettare i bisogni di cura.
E se non c’è un posto letto in Spdc, succede che i pazienti cosiddetti “collaboranti” vengano spostati in altri ospedali fuori provincia (gli altri Spdc di Orbetello e Massa Marittima sono chiusi da diversi anni) o fuori regione.
Ma può anche succedere che vengano lasciati in pronto soccorso se non ci sono servizi in grado di accoglierli, con non pochi problemi di gestione per i medici e il personale dell’emergenza.
Chiusi gli ambulatori periferici nel “distrettone” Amiata, Colline metallifere, Area grossetana
Intanto, nel 2022 sono stati chiusi gli gli ambulatori periferici di Roccastrada, Scansano, Gavorrano, Massa Marittima e Castiglione della Pescaia. Così come sono stati sospesi alcuni servizi specifici, come l’ambulatorio giovani, gestito da personale appositamente formato per affrontare le problematiche giovanili di salute mentale, che faceva da “ponte” tra il Serd e la neuropsichiatria infantile.
Il problema della carenza di personale – a Grosseto mancherebbero almeno 2 medici e altrettanti a Castel del Piano – riguarda, inoltre, gli ambulatori per i disturbi dello spettro autistico, anche per gli adulti, rendendo complessa la presa in carico dei pazienti nel difficile passaggio dall’infanzia-adolescenza all’età adulta.
A Castel del Piano non ci sono medici
Non meno difficile la situazione a Castel del piano, dove il servizio ha funzionato fino al 2020-21 con 3 medici che ruotavano in turno, garantendo il servizio nelle ore diurne e supportando anche l’Spdc di Grosseto, l’ambulatorio per i disturbi del comportamento alimentare e quelli per i disturbi dello spettro autistico.
Nel frattempo l’ultimo medico rimasto dei 3 originari, alla fine, ha chiesto il licenziamento, non prima di aver segnalato le difficoltà per sostenere il servizio da sola. Segnalazioni che sarebbero rimaste senza risposta.
Attualmente, all’ambulatorio amiatino va un medico ogni 15 giorni, mentre il carico di lavoro è affidato agli infermieri, con difficoltà di gestione che si ripercuotono inevitabilmente sull’emergenza di Castel del Piano e Grosseto.
Non va meglio a Orbetello e nella zona sud della provincia, dove il depotenziamento sei servizi di psichiatria è in atto da anni.
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