Psichiatra aggredito: 39enne denunciato | MaremmaOggi Skip to content

Psichiatra aggredito: 39enne denunciato

Come funziona la sicurezza al pronto soccorso: posto fisso di polizia, vigilante durante la notte e sistema di videosorveglianza. L’Ordine chiede l’arresto in differita, Uil: «Il sistema sanitario è allo stremo, servono interventi urgenti»
Il pronto soccorso dell'ospedale Misericordia di Grosseto
L’ingresso del pronto soccorso

GROSSETO. Un altro medico aggredito, preso a calci e pugni al pronto soccorso durante una visita. Un professionista, uno psichiatra stimato, che era stato chiamato durante la notte al pronto soccorso per valutare un paziente, conosciuto dal personale del Misericordia. Un uomo di 39 anni, che ha avuto problemi di tossicodipendenza e che, a un certo punto, si è scagliato contro il dottore. L’uomo è stato individuato dai carabinieri di Grosseto che lo hanno denunciato per lesioni e aggressione al personale sanitario. L’uomo, già «conosciuto» dalle forze dell’ordine adesso è in stato di libertà. 

Non è la prima volta che succede, nonostante i sistemi di sicurezza adottati dall’Asl. Dove, durante la notte, è fissa la presenza di un vigilante mentre dalla mattina all’ora di cena, è attivo il posto fisso di polizia.

Ci sono poi le telecamere di videosorveglianza, le cui immagini sono state acquisite dai carabinieri per identificare il trentanovenne. E il personale del pronto soccorso ha partecipato ai corsi di de-escalation, per disinnescare le eventuali reazioni violente dei pazienti. 

La richiesta dell’Ordine dei medici: «Arresto in differita»

Misure, quelle adottate al pronto soccorso di Grosseto, che non sempre riescono ad evitare episodi di violenza, come quello successo domenica 27 ottobre. 

Il paziente, quando è stato preso in carico dal personale, non aveva dato segni di squilibrio che facessero pensare a un’imminente azione violenta. Tanto che è stato lasciato da solo con lo psichiatra, per una valutazione. Durante la visita, però, ha cominciato a colpirlo, prima di scappare. 

«L’applicazione delle misure previste dal decreto legge approvato poche settimane fa dal Consiglio dei ministri per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari è diventata di massima urgenza». A dirlo è la presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Grosseto, Paola Pasqualini.

« Non possiamo più restare inermi di fronte a questa situazione – dice Pasqualini – ora, con l’approvazione del nuovo Decreto legge, esistono nuovi strumenti che possono servire sia come deterrente che ad assicurare rapidamente alla giustizia i responsabili degli episodi di violenza, come l’arresto in flagranza differita tramite le videoregistrazioni. Apprendiamo da una comunicazione dell’Azienda sanitaria che sono state acquisite tutte le immagini della videosorveglianza disponibili e condividiamo l’auspicio del direttore generale che su questa vicenda venga fatta rapidamente giustizia».

Uil: «Sistema sanitario allo stremo, aumentano i casi di violenza»

Casi di violenza che si moltiplicano, negli ospedali di tutta Italia. E che, secondo la Uil Sanità, sono il sintomo di un sistema ormai al collasso. «Non è possibile continuare ad assistere a continui atti di violenza nei confronti dei lavoratori che vedono scaricare sulle proprie spalle comportamenti barbari da parte di utenti durante lo svolgimento del proprio lavoro – dicono il segretario generale della Uil Sergio Lunghi e il responsabile della sanità Luciano Fedeli – Il personale sanitario non è pagato per essere oggetto di violenze gratuite da parte di chicchessia e deve essere tutelato per poter svolgere in totale serenità le proprie mansioni».

Questa situazione è frutto di comportamenti incivili da parte di alcuni utenti «aggravata anche da un sistema sanitario sempre più in difficoltà, ormai allo stremo – aggiungono – perché non ce la fa a compiere in pieno e nei tempi opportuni funzioni per dare risposte ai bisogni dei cittadini che non hanno riferimenti sul territorio, come dimostrano le carenze di medici di famiglia, in grado di fare da filtro ai presidi sanitari che si trovano occupati da un sempre maggiore numero di utenti con lunghi tempi di attesa». 

 

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