GROSSETO. Nei giorni scorsi l’Asl ha tracciato un bilancio dei primi risultati del progetto che porta avanti il team multidisciplinare della rete accessi vascolari della Asl Toscana sud est per l‘impianto di accesso venoso ecoguidato. Ma non mancano le polemiche, perché quello che pare un nuovo progetto, dice l’ex coordinatore di Cure Palliative, esiste dal 2010.
I risultati numeri – dice l’Asl – danno una chiara evidenza di quello che è il futuro del percorso tracciato: per curarsi sarà sempre meno necessario recarsi in ospedale per interventi che fino a poco tempo fa non sarebbero stati possibili a domicilio.
Dopo 150 interventi effettuati a Grosseto in un anno, anche Arezzo dove l’iniziativa è strutturata da pochi mesi, si sono già effettuati 60 interventi a domicilio, rsa e hospice ed è in procinto di essere implementata anche nella provincia di Siena.
«Fino a qualche mese fa serviva l’accesso in ospedale»
«Fino a qualche mese fa – spiega il dottor Riccardo Battistini, infermiere specialista referente della rete aziendale per gli accessi vascolari, – tale posizionamento richiedeva un accesso in ospedale, ma ora, grazie allo sviluppo ulteriore di competenze avanzate degli infermieri specialisti in accessi vascolari e anche grazie all’acquisizione di strumenti specifici, è possibile eseguire l’impianto eco guidato direttamente a domicilio, nelle strutture socio-sanitarie, in hospice, o nelle altre strutture di cure intermedie».
E Vianella Agostinelli, direttore dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche della Asl Tse aggiunge: «Siamo a sottolineare come l’impegno assunto dei professionisti, nell’offrire servizi qualificati a domicilio e nelle strutture territoriali, si concretizzi con la possibilità di garantire una presa in cura totale ed efficace».
Martinelli: «Un servizio che esiste dal 2010, migliaia di interventi»
Ma Roberto Vittorio Martinelli ex coordinatore delle Cure Palliative e ora vicepresidente della Farfalla Onlus, non ci sta.
E spiega che non c’è nulla di nuovo nel progetto, partito nel 2010.
«È doveroso da parte mia precisare che già da gennaio 2010 la provincia di Grosseto vede la figura dell’infermiere esperto in accessi vascolari direttamente al domicilio. E iniziato con la realizzazione dell’ambulatorio infermieristico per gli accessi venosi centrali ad inserzione periferica nato da un progetto mio come caposala di cure palliative del Misericordia di Grosseto e dal direttore medico dottor Bruno Mazzocchi ed autorizzato dalla direzione aziendale con la direttrice sanitaria, dottoressa Cristina Buriani»
«Il progetto prevedeva il posizionamento, sia in ambulatorio/ospedale che a domicilio, di accessi vascolari sia periferici Midline che centrali a impianto periferico PICC, grazie alla donazione di un ecografo Site Rite 5 e della sua applicazione Sherlock e dei cateteri. Con il posizionamento in 10 anni prima del mio pensionamento di oltre 4000 cateteri di cui 1800 nel territorio».
«Operando dal 2016 con colleghi che con me si erano formati dopo aver conseguito il corso universitario e il master di primo livello certificando ulteriormente le competenze, e che dopo il mio pensionamento nel 2019, hanno continuato in tale attività».
«Prendo atto e ne sono felice che ora altri si siano aggiunti, venendo a dare maggiore risposta sul territorio e rivalutando la figura dell’infermiere».
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