FOLLONICA. Il 24 settembre 2020, nell’aula d’assise del tribunale di Grosseto, si concluse, dopo 39 udienze celebrate anche nel periodo del Covid, il processo a carico del commercialista Evans Capuano e di altri sei imputati. Processo che era cominciato nel 2018 con le richieste di rinvio a giudizio a seguito dell’inchiesta svolta dal Dda di Firenze e che riguardava i reati di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, minacce, danneggiamento, incendio, lesioni, furto, corruzione e porto abusivo di pistola,
Un processo nel quale il Comune di Follonica si era costituito parte civile con l’avvocato Alessandro Antichi. L’amministrazione comunale era stata ammessa proprio per la contestazione di quei reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso che poi non fu riconosciuto nella sentenza.
Oggi però, i giudici della Corte d’appello di Firenze, hanno annullato quella sentenza: il processo è da rifare daccapo. Il fascicolo tornerà quindi al tribunale di Grosseto. Lo ha deciso la prima sezione penale della Corte d’appello di Firenze, composta dai giudici Angelo Grieco (presidente), Roberto Tredici e Matteo Zanobini su richiesta, oltre che degli avvocati degli imputati, anche del sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini.
Sentenza letta senza la camera di consiglio
Sette gli imputati finiti a processo, di fronte al collegio composto dalla presidente del tribunale Laura Di Girolamo, dal giudice Adolfo Di Zenzo, che del tribunale di Grosseto è stato presidente della sezione penale e Alberto Lippini. Furono condannati tutti a pene tra i 12 anni, quelli inflitti al commercialista follonichese, e i 2 anni.
Il tribunale aveva anche disposto confische e sequestri di beni. Arrivato a sentenza in 9 mesi, con 32 udienze e oltre 60 testimoni, ora il processo è da rifare daccapo.
Gli avvocati degli imputati, Francesca Carnicelli, Salvatore Volpe, Guiscardo Nicola Italo Allescia, Alessandro Oneto, Giovanni Maria Flora, Eriberto Rosso, Barbara Fiorini, Felice Iafelice e Nicola Muncibi, insieme al pm, avevano fatto ricorso alla Corte d’appello.
Il primo motivo riguardava una questione di procedura: la mattina della lettura della sentenza, non essendoci state repliche da parte della procura alla discussione che si era conclusa all’udienza precedente, il collegio aveva letto la sentenza di condanna senza prima ritirarsi in camera di consiglio.
Gli avvocati se n’erano accorti subito e – tra gli altri motivi del ricorso in appello – avevano segnalato ai giudici fiorentini proprio il mancato ritiro dei giudici in camera di consiglio.
Processo Capuano: si ricomincia daccapo
Le carte del processo, ora, torneranno in tribunale a Grosseto dove si ricomincerà daccapo. Anche il procuratore generale in corte d’appello non ha potuto opporsi alla richiesta dell’annullamento.
Subito dopo la lettura della sentenza, nel 2020, l’allora sindaco di Follonica Andrea Benini espresse la propria soddisfazione per le decisioni dei giudici. «Una sentenza esemplare – disse Benini, che si era appena insediato per il secondo mandato – una forte condanna da parte del Tribunale, nella quale non è stato riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso, motivo per il quale il Comune di Follonica nel 2018 si era costituito parte civile. Ma questo non toglie nulla alla gravità dei fatti compiuti e alla portata criminale, riconosciuta dal Tribunale e conseguenza di condanne assolutamente significative, essendo stato riconosciuto il grave sistema estorsivo».
Metodo mafioso che non era stato poi contestato come aggravante dal tribunale. Lo avevano spiegato i giudici Di Girolamo, Di Zenzo e Lippini nelle 400 pagine di motivazione nelle quali si diceva che «non è stata individuata alcuna associazione a delinquere di tipo mafioso». Restava, però, la gravità delle contestazioni. Che ora torneranno di nuovo ad essere discusse in aula.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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