GROSSETO. Il concorso per primario di Ostetricia e Ginecologia è da rifare. Lo scrive il giudice del lavoro del tribunale di Grosseto, Giuseppe Grosso, nella sentenza depositata il 22 febbraio al tribunale di Grosseto. Sentenza che arriva dopo il ricorso presentato dal dottor Stefano Tamburro che, assistito dall’avvocato Giancarlo Faletti, aveva chiamato in causa l’Asl di Grosseto, difesa dall’avvocato Valerio Taliani.
Un concorso a ostacoli
Tamburro, dirigente medico dell’Asl e specialista di Ginecologia aveva partecipato al concorso per il primariato del reparto che era stato vinto da Filippo Francalanci. Si era poi rivolto al giudice, sollevando diversi profili di illegittimità. L’Asl, che si è costituita in giudizio, aveva sostenuto però che il ricorso del medico era illegittimo, e che la materia del contendere era venuta meno proprio perché il medico aveva assunto l’incarico di Direttore della struttura complessa di Ginecologia all’Asl di Imola.
Per il giudice però, «Tamburro conserva interesse giuridico rispetto alla presente pronuncia dal momento che la possibilità di partecipare a una nuova procedura per l’incarico su Grosseto gli consentirebbe di optare per una sede, piuttosto che per l’altra, in ragione dei propri interessi personali».
Il bando era stato pubblicato dall’Estar il 27 agosto 2020, con scadenza 29 ottobre dello stesso anno. Il 16 aprile dell’anno successivo però, il concorso era stato sospeso a pochi giorni dal colloquio, a causa della «dichiarata indisponibilità del direttore sanitario». A quel colloquio, di fatto, avrebbe partecipato soltanto il dottor Tamburro, unico candidato al concorso. I termini erano stati poi riaperti il 28 maggio: altri quattro medici si erano fatti avanti, e al colloqui avevano partecipato lo stesso Tamburro, Francalanci e Antonios Kenanidis.
Il giudice: «Molteplici violazioni nella procedura»
Il giudice Grosso ha così rilevato «Molteplici violazioni nella procedura che ha visto prevalere il Francalanci sul Tamburro». «Nella distribuzione dei 100 punti disponibili, Tamburro ha superato Francalanci di 8,96 punti nella valutazione dei dati oggettivi – scrive il giudice nella sentenza – mentre il Francalanci ha ottenuto una valutazione superiore di 10 punti rispetto al ricorrente nella valutazione del colloquio; di qui il ridotto margine di scarto tra i due, pari a soli 1.04 punti».
All’orale, Tamburro ha raggiunto 36 punti, Kenanidis 38. Ed è anche su questo che è stato presentato il ricorso: il giudizio della commissione sulla prova orale era stato identico. Se Tamburro avesse avuto lo stesso punteggio, avrebbe superato Francalanci. «Irragionevole e disparitario – scrive ancora il giudice Grosso- il trattamento riservato ai concorrenti in punto di valutazione delle esperienze maturate rispetto al termine stabilito per la scadenza della presentazione delle candidature». I requisiti del Tamburro erano stati valutati alla data della prima pubblicazione del bando, senza tenere conto dell’esperienze maturate nel periodo successivo.
«Irragionevole è altresì il giudizio – scrive il relativo alla casistica», dove la Commissione giudicatrice ha definito “ottimo” la valutazione della casistica del dottore assegnando però soltanto 19 punti e non 20. La commissione, nel verbale di valutazione ha specificato che si trattava di “ottima numerosità”, senza però fare riferimento all’aspetto qualitativo, che era stato totalmente omesso. Buona, invece, è stata valutata quella di Francalanci, che ha ricevuto 16 punti. C’è poi l’aspetto della valutazione dell’attività didattica dei candidati: zero per Francalanci e Kenanidis, solo 0,5 per Tamburro, nonostante avesse presentato tutti i corsi svolti tra il 2000 e il 2018, oltre al conseguimento del diploma universitario di insegnamento della chirurgia endoscopica.
Infondate invece le lamentele di Tamburro sulla valutazione dei soggiorni studio e partecipazione a corsi e sulla produzione scientifica.
«Violati i parametri della correttezza e della buona fede»
Per il tribunale, l’Asl avrebbe «Violato i parametri della correttezza e della buona fede nei rapporti contrattuali»: il concorso vinto da Francalanci, quindi, è illegittimo. Il giudice ordina quindi all’Asl di «provvedere alla rinnovazione della procedura selettiva – si legge nella sentenza – nel rispetto delle previsioni normative prima richiamate».
L’Asl è stata anche condannata al pagamento delle spese di lite, liquidate in 5mila euro.
L’Asl ha annunciato che farà ricorso.
Autore
-
Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli