GROSSETO. Un anno e due mesi di reclusione è la prima condanna a carico della leader degli apolidi Valentina Fusco. La donna, che aveva portato avanti per mesi un presidio prima davanti alla questura di Grosseto e dopo davanti al tribunale della città. Condanna che arriva dopo che la donna era stata accusata di resistenza a pubblico ufficiale: Fusco infatti, si era scagliata contro un poliziotto della stradale per impedirgli di identificare i suoi figli, entrambi minorenni, durante il presidio.
La 43enne non era in aula giovedì 9 gennaio, come non c’erano i suoi testimoni, “apolidi” come lei. Però tre di loro hanno consegnato due video e una memoria scritta di pugno dalla donna all’avvocata della difesa Barbara Guazzini.
Gli autori dei video però erano sconosciuti, quindi il giudice Sergio Compagnucci non ha potuto accettare i filmati.
I video presentati alla corte e la memoria
I tre apolidi hanno consegnato una memoria che era stata redatta dalla donna. Ben 8 pagine scritte e firmate dalla Fusco dove accusava gli agenti di maltrattamenti.
Calci, pugni e schiaffi con cui i poliziotti l’avrebbero colpita durante la detenzione nella cella di sicurezza della questura e altri atteggiamenti, secondo lei, illegittimi. Queste accuse Fusco le aveva già espresse in aula.
La 43enne infatti, ha sempre sostenuto che alcuni agenti l’avrebbero picchiata e l’avrebbero fatta cadere sulle scale mentre la trasportavano di peso nella cella di sicurezza. Durante la direttissima aveva sostenuto che il giorno prima sul suo volto ci fosse un occhio nero, causato dalle botte. Ma quel giorno non aveva alcun livido e nessun altro segno di violenza.
Il giudice aveva disposto l’obbligo di dimora nel comune di Follonica. Ordinanza che però non aveva rispettato: era andata a Roma, a protestare davanti alla Corte d’appello e davanti alla Prefettura e per questo era stata arrestata e portata nel carcere femminile di Civitavecchia.
Nei video, invece, erano stati ripresi i momenti dell’arresto della donna, sia quelli sul treno che quelli di fronte alla questura.
Il giudice ha deciso di non acquisire i video perché non c’era la certezza che non fossero stati modificati. Ma ha accettato la memoria scritta della donna, definendola però calunniosa nei confronti dei poliziotti.
La condanna
L’avvocata Barbara Guazzini ha parlato dei comportamenti della Fusco durante la reclusione: ha sempre avuto atteggiamenti di resistenza passiva e non è mai stata violenta. Di fronte alla questura invece aveva spinto il poliziotto, per andare al fianco dei propri figli, quindi senza la volontà di ferirlo.
Guazzini in aula ha chiesto l’assoluzione o il minimo della pena e in caso di condanna la sospensione della pena. Il vice procuratore onorario Leonardo Brogi ha chiesto invece 1 anno e 6 mesi di reclusione.
Il giudice Compagnucci ha condannato a un anno e 2 mesi di reclusione l’apolide, senza la sospensione della pena. Una condanna, che, probabilmente, sarà definitiva, visto che l’avvocata della difesa non può richiedere nessun ricorso senza il mandato dell’assistita, che ha sempre rifiutato di essere rappresentata e sostenuto di potersi difendere da sola.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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